Era nell’aria. Ora è arrivata la conferma. Strategy lancia il primo prodotto per la raccolta di capitali denominato in Euro, e pensato appunto per il mercato europeo. Si chiama STRE – sarà la quinta delle azioni speciali e non ordinarie emesse dal gruppo. I capitali raccolti, come negli altri casi, saranno destinati a spese aziendali e anche all’acquisto di Bitcoin.
Per quanto riguarda le condizioni – saranno emesse (condizionando il risultato finale alle condizioni di mercato), 3.500.000 di azioni speciali, con un dividendo regolare del 10%, che nel caso in cui non dovesse essere pagato sarà cumulabile.
Dividendi cumulativi
L’aspetto forse più interessante di questi nuovi prodotti finanziari, denominati in EUR, emessi da Strategy è il dividendo cumulativo, nel caso in cui non dovesse essere pagato a scadenza. Si aumenterà infatti per trimestre di 100 punti base, ovvero l’1%, fino ad un massimo del 18%.
Il prodotto arriva in una fase di crisi in termini di raccolta di capitali per il gruppo guidato da Michael Saylor – i cui acquisti settimanali di Bitcoin hanno progressivamente perso forza, fino a ridursi a poche decine di milioni di dollari a settimana, contro le centinaia delle settimane precedenti.
Non è chiaro per il momento che tipo di domanda si potrà sviluppare intorno a questo nuovo prodotto, i cui capitali raccolti finiranno per essere impiegati – almeno secondo il comunicato stampa – sia per l’acquisto di Bitcoin sia invece per eventuali spese aziendali, una formula standard che permette in realtà maggiore libertà all’azienda.
Tentativo di invertire il trend?
Prodotti simili denominati però in dollari non hanno fino ad oggi avuto grande successo, tanto da spingere $MSTR a emettere principalmente azioni ordinarie, diluendo gli azionisti – che ad oggi devono fare fronte a prezzi anche del 40% più bassi rispetto al picco toccato durante l’estate, quando le azioni del gruppo valevano 450$.
Durante l’ultima sessione il titolo ha invece chiuso sotto i 265$, segnale di una difficoltà che è stata comunque scaricata maggiormente sugli azionisti ordinari e non su chi ha acquistato azioni speciali con dividendo.
Rigorosamente divisi, come in ogni questione Bitcoin e crypto che si rispetti, tra scettici e fondamentalisti religiosi, gli appassionati non sembrerebbero aver ancora compreso però la negatività del trend che sta, almeno in un certo senso, travolgendo tutto il settore DAT – dalle aziende più solide come Strategy a quelle meno solide che hanno cercato di replicarne il successo.
Quello delle aziende che investono in $BTC o in crypto e sono quotate rimane comunque un trend forte che sta ancora registrando l’arrivo di player importanti, con meccanismi però che talvolta lasciano un po’ perplessi: diverse di queste iniziative (non è il caso di Strategy) sono nate per permettere a holder di vecchia data di versare crypto in cambio di più duttili titoli azionari.
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