Ne parliamo da tempo sulle pagine di questo giornale: Ripple è ormai da tempo in una fase di trasformazione profonda. Da una società puramente crypto, si sta (a nostro avviso correttamente) trasformando in una compagnia finanziaria pura. Lo sta facendo basandosi sulle enormi fortune che sono state accumulate grazie a $XRP – e per un futuro che sarà probabilmente più sostenibile.
La chiave di questa trasformazione è nel token stable $RLUSD – che aggiunge al gruppo una fonte di ricavi esterna a quella del mondo crypto in senso stretto – o almeno esterna a quello che era il suo core business. Ci sono almeno due angoli dai quali guardare a questa evoluzione: RLUSD come strumento per una presenza più significativa nel mondo della finanza anche classica, oppure RLUSD come obiettivo, intorno al quale far girare i servizi finanziari che ha già acquisito.
RLUSD e finanza tradizionale
Il 17 dicembre 2024 rimarrà negli annali di Ripple come il giorno più importante dalla fondazione del progetto. È infatti il giorno in cui il gruppo ha annunciato al mondo l’arrivo di RLUSD e l’ottenimento della relativa licenza.
- Perché RLUSD
È una stablecoin con riserva che permette al gruppo di lavorare su due fronti. Il primo è quello di incassare interessi dalle riserve (e RLUSD vale già 1 miliardo, il cui 4% di rendimenti…). Il secondo è quello di avere uno strumento che i mercati apprezzano e che aumenta l’utilità di ciò che Ripple può offrire.
In secondo luogo – e questo è emerso con sempre maggiore convinzione – il piano di Ripple è di sfruttare sinergie per rendere RLUSD centrale in diversi affari extra-chain e al contempo spingerne l’adozione.
- Il caso Hidden Road / Ripple Prime
L’acquisto di Hidden Road è stato tra i più costosi mai registrati a livello crypto. Anzi, da parte di un gruppo crypto avente come oggetto un gruppo della finanza tradizionale. Dopo l’acquisto Hidden Road è stato rinominato Ripple Prime – e con ogni probabilità cercherà di spingere sull’integrazione anche di tecnologie onchain – nello specifico quelle di XRPL.
- L’accordo con Mastercard e Gemini
L’accordo con Gemini e Mastercard – che registreranno le transazioni delle carte del circuito utilizzando RLUSD su rete XRPL, ovvero sul network nativo di Ripple. È un’altra decisione/accordo che conferma quanto andiamo scrivendo su queste pagine da mesi: Ripple sta trascendendo il suo scopo originale, sta acquisendo e soprattutto integrando.
La fonte del denaro
Ripple ha potuto finanziare tali acquisizioni anche grazie all’importante riserva di $XRP che ha in cassa – cosa che crea però una sorta di arma a doppio taglio. Non si può vendere, perché si comprime il prezzo, almeno oltre certi livelli – e dall’altro difficilmente si può dunque continuare a spendere senza pensarci due volte.
C’è una soluzione al problema: vendere quote di Ripple (la società) che ha comunque come controvalore l’enorme cassa di $XRP (e le attività acquisite di recente). È stato fatto giusto pochi giorni fa, con l’ingresso in società di diversi investitori del mondo crypto per 500 milioni di dollari – per una quotazione complessiva del gruppo che si aggira intorno ai 40 miliardi.
Un altro segnale di una sorta di normalizzazione di questa società – nelle cui mani è il sottile equilibrio che alimenta anche il valore di $XRP sul mercato.
Quel che è certo per ora è che chi parla di Ripple (come società) con gli stessi canoni che si utilizzavano anni fa – non ha completamente capito cosa sta accadendo a una delle più persistenti società del mondo crypto.
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