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Movimenti RECORD su Chainlink: $850 MILIONI di LINK prelevati dagli exchange in un mese. 

Dati molti strani per un periodo del genere sui mercati.

Noi di Criptovaluta.it non siamo soliti a dare molto peso alla metrica dei prelievi netti dagli exchange, soprattutto perché spesso i presunti esperti la condiscono con paroloni come “supply shock” che fanno tanto hype tra la crypto community. Ad ogni modo ciò che sta accadendo in questo momento al progetto Chainlink e sul suo token LINK è qualcosa di più unico che raro, e va quantomeno portato alla vostra attenzione.

Dal 10 ottobre, giorno che voi tutti ricorderete come un venerdì nero per l’intero mercato, dagli exchange sono usciti dai CEX ben 60 milioni di LINK, pari ad un controvalore attuale di $850 milioni. Una cifra che rappresenta il 6% della total supply della criptovaluta, e che stona parecchio rispetto a quella che è stata l’attività storica di flussi e deflussi all’interno delle piattaforme decentralizzate. E perché questo capita proprio mentre i prezzi sono in calo del 23% nell’ultimo mese? Qualcuno ne sta approfittando per fare spesa a sconto? 

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Chainlink: prelievi aggressivi dagli exchange

Basta guardare il grafico di Glassnode in relazione al bilancio del token LINK sugli exchange per capire quanto sia anomalo ed aggressivo questo drenaggio. Da maggio 2021 fino ad ottobre 2025 c’è sempre stata una disponibilità liquida di circa 160-200 milioni di LINK, mentre nel giro di un mese siamo scesi sotto quota 120 milioni. Una fuoriuscita che corrisponde ad un valore di oltre $850 milioni e che vale una fetta importante della supply della moneta.

Con questa fuga abbiamo toccato un livello che non veniva raggiunto da luglio 2019, quando LINK era scambiato ad appena $3, prima della forte run che lo avrebbe portato a ridosso dei $50. C’è evidentemente qualcuno che ha acquistato con molta convinzione e che sta portando le sue scorte al sicuro su un wallet privato. Molto importante sottolineare che questo di Chainlink è un caso isolato: altre top coin del mercato non mostrano comportamenti simili, fatta eccezione per XRP, seppur in modo meno marcato.

LINK exchange
LINK bilancio CEXFonte dati: https://studio.glassnode.com

Non è supply shock, ma è comunque bullish

Sappiamo che qualcuno di voi se ne uscirà gridandosupply shock”, ma i numeri non mentono e la fantasia non conta quando si fanno analisi di tipo analitico. Rimangono ancora 120 milioni di LINK sugli exchange, che corrispondono ad una capitalizzazione di $1,7 miliardi, cifra un tantino elevata per parlare di crisi di liquidità, anche in un contesto di prelievi aggressivi.

Per non parlare del fatto che il compito degli exchange è letteralmente quello di fornire un mercato per il trading, e che in situazione di scarsa disponibilità di un asset, andrebbero a rifornirsi altrove tramite società partner, holders OG e scambi OTC. Detto ciò, la notizia è comunque positiva perché evidenzia una certa volontà di accumulare LINK che non si vedeva da diverso tempo.

Gli hodlers fanno il pieno, o forse no…

Con un’intensità simile dei prelievi di LINK dagli exchange ci si aspetterebbe di vedere una tendenza di accumulazione da parte degli holders del progetto, ed invece i dati on-chain mettono in mostra una grossa anomalia. Il saldo netto detenuto dai long-term holders, identificati come quelle entità che non muovono monete da molto tempo, più precisamente con cut-off di 155 giorni, è in forte calo da ottobre.

Ciò significa che gli investitori stanno spostando (non necessariamente vendendo) i propri LINK dai loro indirizzi originari, ma dove esattamente se non sugli exchange? Probabilmente su piattaforme DeFi, scambi OTC o semplicemente per diversificare la custodia e riorganizzare i propri fondi interni. Al momento il saldo netto è in negativo di 22 milioni di LINK, dato minore rispetto a quello dei prelievi CEX  ma comunque significativo.

Hodler
Hodler net positionFonte dati: https://studio.glassnode.com

Da un’analisi più approfondita delle hodl waves notiamo comunque che complessivamente i gruppi più anziani stanno holdando con convinzione il proprio bottino. Solo la categoria 3-5 anni, (che non muove coins da questo intervallo) detiene ad oggi il 36% della supply di Chainlink. Se invece contiamo tutte le entità sopra 1 anno di detenzione, arriviamo a quota 60% della supply.

Situazione difficile per le altcoin nel breve periodo

Nonostante l’apparente forza delle accumulazioni su LINK, dal punto di vista grafico non traspare molto spirto bullish. I prezzi dell’asset sono in forte calo negli ultimi giorni, così come quelli dell’intero comparto crypto e altcoin, compreso anche il settore azionario. Non sono di certo i dati on-chain a salvarci dalle speculazioni di breve periodo, che si muovono secondo una logica differente, influenzata soprattutto dalle condizioni macro e dalla liquidità globale dei mercati.

Tuttavia con i dati on-chain possiamo provare a leggere quello che in superficie non si vede. Ed ora ciò che emerge è che qualcuno sta muovendo tanto, in modo silenzioso, in controtrend con l’azione dei prezzi, e con una convinzione anomala rispetto al sentiment generale del resto dei partecipanti. Poi sta a voi decidere come interpretare queste informazioni.

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