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CANARY NUOVI ETF

Questo gestore di ETF crypto dice basta. Non ci sono più le condizioni per nuovi listing?

Canary tira i remi in barca: condizioni ora buone, ma non sufficienti.

Canary è sulle prime pagine di tutti i giornali finanziari anche e soprattutto perché ha lanciato un ETF su Ripple che ha fatto registrare dei volumi e degli inflow molto interessanti. Chi segue però il mondo crypto più da vicino, sa anche che Canary si è presa la briga di richiedere approvazione per ETF anche molto particolari e su asset che nessuno avrebbe mai immaginato di vedere a Wall Street.

Ora però il gruppo dice di avere intenzione di fermarsi. O meglio, di non fare più richieste oltre quelle che sono già presenti sul tavolo di SEC. C’entrano la permanenza di un percorso lungo (e costoso) per l’approvazione degli ETF che non possono approfittare del GLS (più avanti vedremo cos’è) e più in generale, aggiungiamo noi, il rischio che non ci sia grande domanda per le alt a media e bassa capitalizzazione. Dopotutto anche gli ETF su LTC hanno per ora riscosso un interesse modesto.

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Niente più ETF

Dato che però la notizia è circolata all’interno dei social in modo sbagliato, sarà bene fare qualche precisazione. Canary è un po’ il gestore-speranza per tutti gli holder di criptovalute di media e bassa capitalizzazione. Nel tempo ha avanzato richieste molto particolari (ultima quella su $MOG), che hanno quantomeno ottenuto un treno di simpatia dagli investitori del mondo crypto più degen.

Ora, tramite il CEO, l’azienda comunica che per il 2025 sarà difficile vedere altre richieste di approvazione. Ce ne sono già tante sul tavolo di SEC e ce ne sono già su SUI, su MOG, su AXL, oltre a quelli che sono stati già approvati, nonché su Injective, un ETF a paniere, uno su $TRUMP, uno su $PENGU e tanti altri.

Dei GLS abbiamo parlato anche con Teddy Fusaro di Bitwise

Non è detto poi che questi di cui sopra saranno approvati. Sono entrati infatti in vigore i cosiddetti GLS – nuovi standard per il listing che permettono un percorso molto più rapido per il listing, a patto però che siano rispettate determinate condizioni.

Nel resto del mondo crypto non ancora di interesse di Canary, non dovrebbero essercene più a rispettare tali criteri, ed è per questo motivo che il gestore rimanderà tutto al 2026 e oltre.

Sei mesi di futures

Chi vuole cercare di anticipare i mercati e capire quali crypto potranno avere i prossimi ETF, dovrà guardare alla presenza, da almeno sei mesi, di futures regolamentati sulle piazze USA sulla criptovaluta specifica.

È un criterio che da solo permette di accedere automaticamente o quasi al listing. Dunque occhio a quelli che saranno molto più che semplici contratti derivati.

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