Avevamo iniziato il quarto trimestre dell’anno nel migliore dei modi con Uptober che ci aveva fatto annusare nuovi massimi storici, salvo poi scontrarci con scomode dinamiche macro che ci hanno rispedito bruscamente verso il basso. Moonvember, che doveva anch’esso essere un mese bullish secondo le proiezioni stagionali, è poi proseguito con il follow-down dell’offerta che ha sancito la rottura a ribasso del livello psicologico dei $100.000.
Mentre scriviamo Bitcoin (BTC) quota $91.340, e se dovessimo chiudere il 2025 a questa cifra, registreremmo ufficialmente il secondo peggior Q4 di sempre. Non è certamente il risultato che ci aspettavamo dopo un anno iniziato all’insegna di super notizie bullish, ma questo è quanto il mercato ci sta restituendo. Non è comunque di certo la fine del mondo, e Bitcoin è ancora vivo e vegeto, a differenza di quanto sostengono i colletti bianchi dei media mainstream italiani.
Bitcoin registra (per ora) il secondo Q4 più negativo della storia
Mancano ancora 41 giorni alla fine dell’anno, ed i veterani di questo settore sanno bene quanto Bitcoin possa essere imprevedibile e soprattutto volatile nelle fasi più nervose del mercato. Detto ciò, a questi prezzi, il Q4 resta improntato fortemente nelle mani degli orsi con una performance in netto rosso al -19,68%.
Non è un risultato qualsiasi: è il peggior trimestre degli ultimi 7 anni, nonché il secondo più bearish della storia, dopo il bear market del 2018 con cui avevamo stampato un pessimo -41,16%. Anno che in molti ricorderanno a causa del grosso FUD per l’“hashrate war” che era in voga in quel periodo tra Bitcoin e Bitcoin Cash.
A questo giro la guerra sembra essere più spostata all’interno dei confini macroeconomici, con le tensioni commerciali tra Cina e USA che non hanno fatto un granché bene alle borse risk-on, in aggiunta ad una situazione complessa sulla questioni che riguardano il costo del denaro, più nello specifico l’incertezza su come si muoveranno i tassi dei Treasury statunitensi nei prossimi mesi.

Eppure, in media il Q4 per Bitcoin viaggia su una performance media del +77,3% ed una mediana del 47,7%.
Guardiamo i dati mensili
Su base mensile, Bitcoin segna un novembre molto critico, attualmente in perdita del -16,6%. Da questo punto di vista non è uno dei mesi peggiori rispetto al suo storico passato, visto e considerando che sia nel 2018 che 2019 avevamo fatto peggio, oltre ad un 2022 che eguaglia più o meno le prestazioni attuali. Abbiamo comunque avuto in genere dei mesi di novembre molto bullish in passato, con un apprezzamento medio del +41,2%, cosa che ci fa sperare in un possibile recupero nei prossimi 10 giorni.
Ci sarà però a breve da fare i conti con dicembre, che storicamente è un periodo più rosso del solito, non per i colori natalizi ma perchè le grandi aziende chiudono i bilanci d’esercizio e tendono a vendere qualche asset risk-on di troppo per far quadrare i conti. Vedremo a questo punto se anche il dodicesimo capitolo del calendario seguirà il copione inverso che ha caratterizzato l’andamento anomalo del 2025 e si andrà magari a chiudere in verde.

Va peggio ad Ethereum
Dipende in realtà dai punti di vista: Ethereum sta negoziando all’interno di un Q4 pessimo, che le vale un -26,9% in pagella. Dato sicuramente più bearish rispetto a Bitcoin, ma meno marcato rispetto alle performance storiche dell’ultimo trimestre dell’anno. Infatti nel 2016, 2018 e 2019, la seconda criptovaluta ha chiuso con performance anche più tetre, aggravate talvolta anche da profondi drawdown anche nel Q3.
Resta comunque anche per Ethereum un periodo che in media dovrebbe favorire i tori del mercato, con una media storica del +18,7%, anche se in questo caso il periodo più favorevole per le quotazioni è il Q1, che viaggia un ritmo del +77,4% secondo gli anni passati. Non possiamo che sperare quindi che, almeno per ETH, il meglio debba ancora arrivare, come da calendario.

Non è la fine del mondo
Qualche personaggio evidentemente poco colto in tematiche come quelle dei mercati finanziari, in questi giorni ha avuto la brillante idea di scrivere presso prestigiosi giornali italiani, che “IL BITCOIN” è morto, e che ci aspetta un calo a zero nei prossimi mesi.
Non spendiamo molte parole per farvi capire che siamo di fronte ad evidenti corbellerie citate da persone che non hanno avuto nemmeno l’onestà intellettuale di aprire il grafico storico di Bitcoin. Lo facciamo noi per loro, ma in modo più simpatico: vi mostriamo una chart che traccia un punto rosso per ogni volta che la moneta è stata dichiarata morta nel corso degli anni.
In totale 450 volte: se aveste investito $100 ogni volta, ora avreste $94.786.

Un -19% nel Q4 non è di certo un risultato di cui vantarsi, ma come dicevamo all’inizio: non è la fine del mondo: Bitcoin è ancora vivo e continua a produrre blocchi senza downtime e senza nessun tipo di problema lato tecnico e di sicurezza.
I ribassi fanno parte della sua essenza di asset altamente volatili, soprattutto perché ci troviamo in un periodo storico particolarmente complesso, che molto probabilmente i nostri figli studieranno nei libri di economia. Iniziamo a imparare a voler bene a Bitcoin anche quando scende di prezzo, perchè rappresenta, per noi che siamo dalla parte giusta della storia, l’ennesima opportunità di accumulare per un futuro più prospero.
Bitcoin a volte è come la mamma che ti cucina la torta di mele, quando in realtà volevi la crostata con la nutella. Ti lamenti, sbuffi, magari fai anche una faccia storta… ma poi ti siedi, ringrazi per ciò che ti è stato dato gratuitamente, e ne mangi una fetta.
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Sì ma il passato è passato. Ed il periodo di osservazione è troppo breve, nemmeno 20 anni…. inoltre tutti i propositi sono falliti: blockchain, nft, metaversi, AI… Rimane solo il bitcoin come valore a sé stante… Se non si inventano qualche altra speranza, la vedo piuttosto nera.