$MSTR è una delle azioni più shortate del NASDAQ, almeno a quel livello di capitalizzazione. Nel momento in cui vi scriviamo la borsa registra un open interest degli short di circa il 9,7% del totale delle azioni circolanti. È una percentuale piuttosto alta – fuori dalla normalità di Wall Street – e che segnala storicamente da parte della società guidata da Michael Saylor la capacità di attirare scommettitori contro.
Scommettitori contro che hanno avuto il loro momento di gloria tra luglio e oggi – con il titolo che è passato dai massimi di 446$ circa ai 179$ attuali. Incombe ora – e la cosa è stata accettata anche da TD Cowen, storicamente la banca d’affari più morbida nelle analisi di $MSTR e che soltanto questa estate aveva come target i 700$. Cosa sta succedendo, cosa succederà? I mercati hanno già scontato l’eventualità (che a tanti appare certa) della rimozione di $MSTR da certi indici.
Parla TD Cowen: esclusione quasi certa
TD Cowen, banca d’affari che ha storicamente offerto una copertura molto positiva delle azioni $MSTR, si è già rassegnata.
Nonostante sembri capriccioso, ci aspettiamo che le PBTC come Strategy saranno rimosse da tutti gli indici di MSCI a febbraio. MSCI lo ha già proposto e ci aspettiamo una decisione formale annunciata a metà-gennaio.
Dove PBTC sta per public Bitcoin treasuries (le società quotate in borsa che sono tesorerie Bitcoin). La lunga nota del gruppo riprende poi 1:1 quanto aveva scritto già Saylor su X, negando di essere un fondo e rivendicando di essere una società attiva, con un business software e anche l’emissione di titoli finanziari basati su Bitcoin. Tesi che è stata completamente sposata dalla banca d’affari in questione.
- I conti della serva
I conti della serva fatti da TD Cowen assomigliano a quelli già fatti da JP Morgan: l’uscita dagli indici di MSCI vorrebbe dire la perdita di 2,5 miliardi di dollari in investimenti passivi, con una pressione di vendita che si innescherà una volta arrivato l’annuncio e che probabilmente in tanti stanno cercando di anticipare.
Indici passivi?
La si può pensare come meglio si crede sugli indici “passivi”, indici che non prevedono appunto una selezione attiva degli asset e che sono molto gettonati dagli investitori proprio perché neutri. La nota di chiusura di TD Cowen ha però del merito:
In ultimo, la gestione attiva di indici che dovevano essere passivi sarà poco più di un ostacolo momentaneo sulla strada di una più vasta adozione globale di Bitcoin. Per gli investitori che vogliono costruire un’esposizione di lungo periodo verso Bitcoin, Strategy rimane un veicolo attrattivo secondo il nostro parere.
La questione dell’eccessivo attivismo degli indici passivi è relativamente nuova ma comunque fondata. Nessuno ha chiaramente diritto a stare in questo o in quell’indice. MSCI ha tuttavia costruito la sua fortuna proprio su un atteggiamento neutro che, almeno in questo caso, sembrerebbe venir meno.
Già scontato dai mercati?
La notizia ha certamente già avuto un impatto sul titolo di Strategy – che si trova ad affrontare uno dei suoi peggiori momenti di sempre. La capitalizzazione complessiva delle azioni del gruppo vale circa 51,45 miliardi di dollari ai prezzi attuali, con le detenzioni in Bitcoin che invece sono superiori ai 57 miliardi di dollari.
Un discostamento che rende il mNAV negativo (nonostante secondo certi bizzarri calcoli di Strategy sia ancora positivo) e che dunque rende molto difficile, se non impossibile, emettere azioni ordinarie allo scopo di raccogliere capitale. Capitale che sarebbe finito in ulteriori acquisti $BTC.
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il ridicolo si era toccato con le azioni fatte per pagare dividendi agli altri. E c’era pure chi difendeva Michele Marinaio o diceva che era un genio, me li ricordo bene!
Come scrissi secoli fa, ognuno si sceglie gli eroi che vuole
Non siamo molto lontani, preparatevi alla moneta digitale dove il btc prenderá il posto dell’oro.