Home / Matteo Renzi entra nel mondo crypto. Token $RAIN fa 130%

RENZI WHAT

Matteo Renzi entra nel mondo crypto. Token $RAIN fa 130%

Una notizia incredibile: l'ex premier italiano nel mondo crypto?

Dietro il boom di $RAIN, token fino a 24 ore fa sconosciuto ai più, c’è anche una vecchia conoscenza degli italiani. In quella che è di gran lunga la notizia più sorprendente degli ultimi mesi a tema crypto, l’ex primo ministro Matteo Renzi sarà parte del board di Enlivex, società che si occupa di biomedica e che, grazie a un PIPE, inizierà a investire su suddetto token.

Con eToro fino a 500$ di asset in regalo al primo versamento: promozione esclusiva per i lettori di Criptovaluta.it®!

È un meccanismo che in realtà abbiamo visto all’opera anche per altre realtà italiane (ma con società quotata negli States). Basti pensare al caso di Brera Holdings, società nata nell’omonimo quartiere di Milano, poi finita al NASDAQ, successivamente diventata proprietaria della Juve Stabia e poi trasformatasi in Solmate, con un’operazione a grandi linee simile.

Matteo Renzi, Rain e Enlivex

La storia è di quelle ai limiti dell’incredibile, almeno per chi non segue cosa sta succedendo nel mondo crypto da qualche tempo a questa parte, ovvero da quando Donald Trump è presidente degli Stati Uniti.

L’arrivo di Trump alla Casa Bianca ha creato un clima fecondo per tutto il settore, in particolare al suo incrocio con la finanza tradizionale.

Tra gli innumerevoli trend nati dopo questo avvicinamento tra crypto e governo USA, quello delle DAT, le digital asset treasuries, società quotate che investono in un singolo asset crypto.

  • Il meccanismo che hanno utilizzato (quasi) tutti

Il meccanismo dovrebbe essere noto, almeno ai nostri lettori. Si individua una società quotata in borsa – possibilmente negli Stati Uniti – si offre un investimento privato (in genere di molto superiore alla capitalizzazione del titolo stesso) – si diventa di fatto proprietari dell’azienda e si inizia a investire in crypto.

È un meccanismo utilizzato per diverse ragioni: spingere una certa crypto (sfruttando la notorietà che Nasdaq e Nyse possono offrire), oppure ancora (non è il caso di Enlivex, a quanto pare), per scaricare parte delle crypto che si detengono in veicoli scambiati su mercati regolamentati.

Nel frattempo i comunicati stampa che vengono fatti circolare parlano di favolosi incroci, mission compatibili che si alimenteranno l’una con l’altra e convergenze delle quali dopo poco non si sente più nulla.

Il caso tipico è che l’azienda che diventa oggetto di PIPE versa in genere in condizioni non eccellenti sul piano finanziario, diventando un obiettivo facile.

  • Il caso di Brera e di Enlivex

Nel caso di Brera Holdings (diventata Solmate) e di Enlivex le cose però sembrerebbero essere molto diverse. Nel primo caso infatti non si trattava di una società vuota o ormai svuotata. Brera Holdings (ora diventata Solmate) è ancora proprietaria di un importante club calcistico, la Juve Stabia.

Nel caso di Enlivex il gruppo ha un farmaco in trial, Allocetra™:

Una terapia innovativa progettata per trattare l’osteoartrite.

Sviluppo che, almeno a leggere il comunicato stampa, dovrebbe proseguire.

Stonks go up!

$RAIN, il token coinvolto e prima sconosciuto ai più, ha fatto registrare un ricco +130%, mentre le azioni del gruppo si sono mosse in modo molto più modesto e vengono scambiate, nel momento in cui scriviamo, sotto il dollaro, soglia minima sotto la quale Nasdaq può richiedere interventi a sostegno del prezzo, pena il delisting dopo il periodo di tolleranza.

Seguiremo il caso anche nei prossimi giorni, per quella che è di gran lunga una delle DAT più particolari, almeno per i soggetti coinvolti.

Iscriviti
Notificami
guest

0 Commenti
Più votati
Più nuovi Più vecchi
Inline Feedbacks
View all comments