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PESTE BITCOIN

Financial Times attacca Bitcoin tre volte in 24 ore. Bottom Signal?

Se dovesse tornare la peste, sarebbero guai per Bitcoin. L'incredibile tesi pubblicata su FT.

Non tutte le banche devono aver ricevuto la circolare che arriva – metaforicamente – dai propri stessi clienti. Mentre JPMorgan inaugura un prodotto strutturato su BTC e il grosso degli istituti più importanti del mondo corre per offrire anche accesso diretto (o ha comunque sposato la causa degli ETF), sulle colonne di Financial Times il chief economist di UBS Global Wealth Management decide di attaccare, di nuovo, BTC.

Bitcoin ha un difetto fatale come valuta – e offre un interessante parallelo con la peste del XIV esimo secolo. Un applauso, dovuto, perché almeno non sembra siano stati citati i tulipani.

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Non c’è iperinflazione, Bitcoin ha fallito

In realtà l’articolo su Financial Times, firmato da Paul Donovan, si apre con una lapalissiana verità:

Il valore di una certa valuta non dipende mai dal rigido controllo della sua offerta. I testi di economia più elementari ti diranno che ogni valore dipende dall’equilibrio tra domanda e offerta.

O detta in modo più semplice: senza domanda l’offerta è insignificante come fattore di cui tenere conto. Perché scriviamo che è vero? Perché possiamo testare questo assunto.

Prendi un pezzo di carta, scrivici sopra 1 dollaro del Miostan – e controllane il valore su mercato. Difficilmente troverai qualcuno disposto a comprartelo. E comunque difficilmente riuscirai a ottenere 21.000.000 di volte il prezzo di Bitcoin. È assolutamente evidente che l’offerta limitata non può in alcun modo garantire, da sola, valore.

  • Primo inghippo: la domanda… obbligatoria

Paul Donovan non è certamente un fesso, ma già dai primi scorci del suo articolo abbiamo la sensazione che consideri noi… dei fessi. Aggiunge infatti Donovan:

Gli emittenti originari del denaro “di carta” conoscevano l’importanza della domanda di moneta. Nella Cina del decimo secolo, le banconote furono introdotte insieme all’obbligo di utilizzarle per il pagamento delle tasse, cosa che gli ha dato valore.

Anche questo è tecnicamente vero. Se io – monopolista della forza – obbligo qualcuno a pagarmi in pistacchi, c’è una buona possibilità che i pistacchi vengano apprezzati come “valuta”. Pena, neanche a dirlo, le botte. Perché non sappiamo quale fosse la pena per chi in Cina si rifiutava, nel decimo secolo, di accettare il denaro di carta. Sappiamo però, per esperienza diretta di Marco Polo, che chi non accettava il denaro di carta del Gran Khan veniva messo a morte.

Marco Polo, ignorando certe sottigliezze politiche, scriveva:

E quando queste carte sono fatte, egli ne fa fare tutti li pagamenti e spendere per tutte le province e regni e terre ov’egli à segnoria; e nesuno gli osa refiutare, a pena della vita.

In parole più povere: valore dato alla carta del gran Khan, sotto minaccia di essere uccisi. Non un grande programma né un grande vanto, ma a quanto pare a Paul Donovan la cosa… piace.

Tuttavia, per quanto appetitosa per Paul Donovan, l’assenza di domanda governativa per Bitcoin e le crypto non è ancora… la mancanza fatale.

L’offerta di Bitcoin non può scendere mai

L’offerta di moneta “moderna” può scendere. Al contrario di quanto scrivono tanti Bitcoiner, è successo più volte e succede anche relativamente spesso. È successo anche durante il post-COVID. Tuttavia…

C’è un parallelo crypto nelle conseguenze dell’epidemia di peste in Europa nel 14esimo secolo. La popolazione crollò, meno persone significano meno transazioni e minore domanda. Mentre la domanda scendeva, l’offerta di moneta non ha risposto, rimanendo tutto sommato stabile. Il risultato? Inflazione molto rapida.

L’iperinflazione? Solo quando le banche sono molto incompetenti

Il discorso di Paul Donovan, che pur era partito su basi interessanti da discutere – fatta eccezione per quel problemino della violenza – si chiude però in modo brusco.

Metà del prodotto interno lordo mondiale è generato in economie con popolazione in riduzione. […] Le banche centrali possono reagire a questo, le crypto no.

Il che sarà anche vero. Rimane però buffo che a un potenziale problema mai verificatosi fino a oggi, Donovan non contrapponga la gestione degli ultimi anni. Inflazione fuori controllo ovunque – e non solo come dice lui quando le banche centrali sono molto incompetenti – classe media e classe medio-bassa metaforicamente uccise da una svalutazione che galoppa – e tutto questo nonostante il salvifico intervento delle banche centrali e la domanda sostenuta dai governi.

All’attacco così così se ne aggiungono altri due pubblicati nel giro di 24 ore dalla stessa testata. Più volte, in passato, sono stati segnali di un’altra spinta di Bitcoin. Si scherza, chiaramente – ma è bene ricordare che attacchi sempre uguali e poco originali.. non hanno mai fermato $BTC.

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ghibly79
ghibly79
7 giorni fa

E’ la stessa testata parodistica dove scrive quella di “anche i miei denti sono scarsi, ma non valgono miliardi di dollari”, omettendo di specificare che i suoi denti hanno utilità soltanto per lei, e quindi…
Non pensano di parlare a dei fessi: pensano di parlare con completi imbecilli, finendo per esagerare e passarci loro, in modo assolutamente comico.

la mamma di Antonio
la mamma di Antonio
6 giorni fa

“L’offerta di moneta “moderna” può scendere” is the new “dopo le feste mi metto a dieta”

ghibly79
ghibly79
6 giorni fa

Sul pezzo! xD