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Altro CROLLO Bitcoin e crypto, ma questa volta le LIQUIDAZIONI sono più modeste

Apriamo male dicembre. La situazione si fa complicata.

Bitcoin e l’intero comparto altcoin hanno accusato il colpo durante la notte a causa di alcune tensioni ed incertezze macroeconomiche che stanno indebolendo gli asset risk-on. Si aggiunge così allo storico del mondo crypto un’altra giornata violenta all’insegna del ribasso, che però curiosamente non ha, almeno fino ad ora, innescato preoccupanti liquidazioni sui mercati futures.

Rispetto infatti ad altri recenti sell-off, questa volta meno traders si sono fatti male. Nulla di così estremamente divergente, ma comunque un ottimo spunto d’analisi che ci fa riflettere sulla natura di questo movimento e sul suo possibile impatto sulla price action di Bitcoin nelle prossime sessioni. Cerchiamo di capire cosa sta realmente accadendo e quali scenari potrebbero aprirsi nel breve periodo.

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Dicembre si apre in rosso: TradFi trascina giù Bitcoin e crypto

Anche il mese di dicembre sembra seguire la stessa trama deludente di uptober e moonvember, con i prezzi in apertura dei principali asset in crypto in forte ribasso: Bitcoin perde circa il -4%, Ethereum segna un -5,5%, le altcoin fanno peggio con drawdown che arrivano talvolta anche a doppia cifra percentuale.

Il Q4 non sembra voler dare respiro al nostro settore, complice soprattutto un fattore di debolezza che proviene dai mercati TradFi, in particolare Nasdaq ed SP500, ma anche dagli obbligazionari esteri (es. bond 10Y Giappone). Gli investitori, in questa fase così delicata,  sentono il peso delle pressioni macroeconomiche e prediligono un approccio prudente, in particolare per quanto riguarda gli asset più speculativi e volatili

Liquidazioni Bitcoin e crypto meno drastiche del previsto

Nonostante il brutto ribasso che ha annullato completamente i progressi della scorsa settimana, la situazione sui futures Bitcoin ed altcoin pare meno grave di quanto avremmo potuto immaginare solo guardando i grafici. Infatti le liquidazioni nelle ultime 24 ore hanno raggiunto un totale di $498 milioni, numero che rapportato ad altri cali simili negli ultimi due mesi, risulta sorprendentemente contenuto.

Per fare un paragone, in giornate come il 20 e 14 novembre Bitcoin ha registrato sell-off più o meno della stessa entità, ma le liquidazioni sono state ampiamente più gravi per i tori che avevano scelto di esporsi long. Senza poi contare sessioni più complesse come il 21 ed il 3 novembre dove le liquidazioni hanno superato il miliardo di $, pur però con ribassi leggermente più marcati di quello odierno.

Liquidazioni
Liquidazioni cryptoFonte dati: https://www.coinglass.com

Da notare come si stia appiattendo sempre di più anche la parte rossa relativa agli short, con meno venditori allo scoperto presi alla sprovvista nelle ultime giornate di trading. 

A cosa è dovuta questa situazione?

Ci sono almeno due ipotesi che provano a  spiegare il perché le liquidazioni long, nonostante il ribasso, siano rimaste relativamente contenute. La prima è che banalmente i traders che cercavano il rialzo avevano impostato un liquidation price più conservativo, magari sotto il supporto degli $80.000 per evitare di essere colpiti da oscillazioni improvvise.

Ma a dir la verità, osservando il Liquidation Heatmap di Coinglass notiamo che questa deduzione è imprecisa: anche sotto i $90.000 c’era un cluster di liquidazioni (ora affondato), e sotto gli $80.000 non ci sono in realtà tutte queste posizioni pronte a saltare. Piuttosto, la spiegazione è da ricercarsi nel fatto che, rispetto ad altre occasioni, ora c’è meno open interest in gioco, e questo implica liquidazioni meno marcate.

Liquidation heatmap
Mappa liquidazioniFonte dati: https://www.coinglass.com/

Il secondo motivo, che è complementare al primo, è che gli utenti retail sono fortemente avversi al rischio in questo momento e non stanno in alcun modo cercando posizionamento futures.  Questo induce a una struttura di mercato molto più “leggera”, con meno leva complessiva e meno esposizioni speculative che possano essere colpite durante i movimenti più bruschi.

A proposito dei retail

Questo disimpegno dei retail trova conferma anche nelle metriche relative agli inflow sugli exchange, soprattutto se paragonato con l’attività parallela delle whales. Negli ultimi giorni abbiamo assistito infatti a degli afflussi significativi su Binance da parte delle entità con più di 100 BTC in portafoglio, mentre gli utenti con meno di 1 BTC si sono mossi molto meno aggressivamente.

Addirittura, l’inflow delle whales ha raggiunto livelli simili a quelli osservati nelle fasi più critiche del ciclo come luglio 2025, marzo 2025 e novembre 2024. I retail invece pare abbiano ridotto i loro movimenti, complici sia scelte volontarie di rimanere a guardare l’evoluzione della price action, sia le ampie liquidazioni degli ultimi mesi che hanno portato alla canna del gas questa categoria di investitori.

Inflow Bitcoin
Inflow Binance retail/whaleFonte dati: https://x.com/Darkfost_Coc/

Cosa guardare da qui a fine anno?

Il sell-off di oggi non è così compromettente: c’è ancora spazio per recuperare e non sarà di certo un -4% a spaventare Bitcoin. Ma come abbiamo ricordato nell’analisi on-chain dello scorso venerdì, la criptovaluta si deve muovere affinché le condizioni non si indeboliscano ulteriormente, portando la coorte degli short-term holders (la maggior parte retail) a capitolare gli ultimi sats rimasti in pancia.

Più rimaniamo sotto i $100.000, più le possibilità di un recupero del bull market si fanno complesse. Servirebbe una spinta al rialzo che vada a liquidare tutto il versante degli short che sta aumentando la propria esposizione, con target in particolare sopra i $94.000.

Analisi onchain: il video per capire dove siamo diretti

Per uscire dalla zona di pericolo, dobbiamo accertarci di non perdere gli $85.000, e a maggior ragione di rimanere saldamente sopra gli $80.000. Non è escluso che il movimento odierno possa essere un fake che verrà assorbito nelle prossime giornate, ma dobbiamo rimanere cauti.

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