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AXELAR CRACK

CROLLO CRYPTO: -17% per un token dopo che gli sviluppatori si fanno acquisire da Circle

Axelar è in guai seri. Anzi, lo sono i detentori del token, che credevano di essere azionisti...

Il team di Axelar è stato acquisito da Circle, nel senso che dopo un’offerta impossibile da rifiutare il team di Interop Labs, che animava il progetto, entrerà nella squadra della seconda stablecoin più popolare del mondo. Non è però un’acquisizione come tante: in mezzo ci sono anche i non-diritti dei detentori del token, che hanno dovuto incassare perdite del 17% dalla diffusione della notizia.

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La mossa non è piaciuta a tutti: gli sviluppatori del team di Interop Labs non devono certamente nulla a nessuno (neanche a chi ha di fatto finanziato il progetto?) ma con perdite così ingenti la discussione non poteva che farsi molto accesa. Anche per chi non ha investito mai in questo token – la discussione è interessante perché tocca parte della struttura di capitali e finanziamento nel mondo crypto.

Cos’è successo, davvero

Secondo quanto è stato diffuso da un comunicato stampa pubblicato sul sito di Axelar, Interop Labs e la sua proprietà intellettuale finiranno da Circle, società che si occupa dell’emissione di USDC, la seconda stablecoin per capitalizzazione di mercato.

Axelar Network Foundation e il token AXL rimarranno indipendenti, open-source e governati dalla community. Mentre guardiamo avanti alla prossima fase di crescita e innovazione per l’interoperabilità programmabile e non-custodial, ringraziamo Interop Labs per il suo contributo.

In aggiunta, viene comunicato che il ruolo di leader all’interno del progetto sarà affidato a Common Prefix, che già da tempo si occupa dello sviluppo del progetto. Common Prefix si farà carico anche di diverse incombenze e compiti che erano di Interop Labs.

Primo problema: il token è passato da 0,1318$ di quotazione di 24 ore fa, a 0,1083$ nel momento in cui vi scriviamo. In altre parole: i detentori del token non hanno preso bene la notizia, ritenendo probabilmente la presenza di Interop Labs fondamentale.

Discussione accesa

Non ci fossero state perdite così ingenti, siamo certi che non si sarebbe arrivati a discussioni sui massimi sistemi del mondo crypto. Ci perdoneranno i nostri lettori un pizzico di cinismo, ma il portafoglio spesso brucia più delle delusioni di cuore.

Detto questo, si è scatenata una discussione dai toni particolarmente accesi, con diversi membri della community degli investitori che non hanno risparmiato aggettivi pesanti (acquisizione criminale, per citare uno dei pochi che possono essere riprodotti su una testata).

Un rugpull, dove il gruppo principale dietro un token prende i soldi e scappa? Non esattamente, ma comunque una situazione degna di essere approfondita.

I token non sono azioni

Lo ripetiamo su queste pagine da tempo immemore. Sebbene alcuni token provino a scimmiottare il funzionamento di certe azioni (si possono usare ad esempio per votare), non ne hanno le caratteristiche legali. Spesso non offrono ritorni, e comunque non sono comparabili alle azioni anche in termini di protezione da parte di SEC o di altre authority di mercato.

Più in breve: il token offre il diritto a venderlo per incassare e poco più. Certamente i gestori di un progetto non hanno alcun obbligo legale verso i detentori di un token, anche se – a leggere i commenti sui social – ne avrebbero di tipo morale.

È una questione sulla quale ci esprimeremo con maggiore dovizia di particolari in uno speciale dedicato. Per ora rimandiamo a voi la palla: è giusto “vendere tutto” mentre c’è chi, acquistando il token, ha di fatto finanziato il progetto?

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