Nel momento in cui scriviamo Bitcoin (BTC) quota circa $88.000, in rialzo del +3% nella sessione odierna, con una price action che sembra volersi riscattare dai continui ribassi degli ultimi giorni. I mercati risk-on, non solo quelli crypto, pare abbiano risposto bene alla notizia del taglio di 25 punti base da parte di Bank of Japan, evento che da tempo alimentava non poche preoccupazioni tra gli investitori.
I timori di un’interruzione delle attività di carry trade e di una conseguente crisi di liquidità negli USA sono, per il momento, rientrati, ma permane ancora un contesto di incertezza su Bitcoin. I prezzi continuano a muoversi al di sotto di alcuni livelli tecnici chiave e, soprattutto, la partecipazione degli investitori americani appare limitata, con segnali di domanda che faticano ad emergere. Vediamo la situazione più da vicino.
Bitcoin prova il rialzo, ma Wall Street non partecipa
I tori ci stanno provando in tutti i modi a riportare in up il prezzo di Bitcoin, ma la situazione appare ancora in stallo. In particolare, ciò che lascia perplessi sulla bontà di questo rimbalzo odierno è l’assenza di partecipazione degli investitori USA. Mentre scriviamo le borse americane non sono ancora aperte, dunque potreste giustamente pensare che la mancanza di domanda da parte di Wall Street sia fisiologica.
Il problema è che, secondo quanto emerge dal Coinbase Premium Index, questa dinamica non riguarda solo la giornata odierna, ma si protrae ormai da lunedì. Questa metrica misura semplicemente se il prezzo di Bitcoin su Coinbase Pro, piattaforma prevalentemente utilizzata dagli investitori americani ed istituzionali, risulta più alto o più basso rispetto a quello registrato su Binance, mercato invece più misto.
Per tutta la settimana, l’indicatore è rimasto in territorio negativo, segnalando appunto prezzi leggermente più elevati su Binance, e dunque una partecipazione scarsa da parte degli americani. Vi ricordiamo che solitamente un Coinbase Premium Index positivo ha accompagnato più volte fasi rialziste marcate di Bitcoin.

Ad inizio dicembre vi avevamo segnalato il un ritorno in regime positivo per questo indicatore, poi però rivelatosi un falso segnale, con il premio durato solo pochi giorni prima di rientrare rapidamente in territorio negativo. Vedremo se oggi i veterani di Wall Street, reduci da un outlook leggermente meno ansioso dopo i risvolti macroeconomici positivi in Giappone, torneranno ad animare il nostro mercato.
Nei derivati i traders rimangono protettivi
Un altro elemento da tenere in considerazione in questa fase riguarda il comportamento dei traders sulle borse futures, dove troviamo purtroppo un open interest in leggero rialzo accompagnato da un funding rate piuttosto debole. Questo significa che durante il rimbalzo odierno, sono aumentate le vendite allo scoperto in leva, segnalando appunto un approccio piuttosto difensivo.
Oltretutto, il tentativo di attacco sopra gli $88.000 non ha visto una grossa presenza di volumi taker buy (volumi aggressivi a market), con un ratio che rimane poco sbilanciato in positivo. C’è poi in questo momento una predominanza di account che sono posizionati short, secondo i dati Coinglass.

Anche sul fronte delle opzioni, i traders mantengono un atteggiamento di de-risking, in linea con il posizionamento degli ultimi mesi. Mentre la volatilità implicita delle scadenze a breve termine è in lieve calo dall’ultimo appuntamento FOMC di dicembre, lo skew delta 25 rimane alto, segnalando premi più costosi per le opzioni put rispetto alle call.
Non c’è allo stesso tempo la volontà di andare ad aumentare l’esposizione al ribasso, con gli investitori che cercano di vendere volatilità piuttosto che prendere trade direzionali. Tuttavia il contesto rimane difensivo, in attesa di un nuovo catalizzatore.

Livelli chiave di Bitcoin nel breve termine
Come possiamo ben vedere nel grafico orario di Bitcoin, durante questa settimana la criptovaluta ha provato in due occasioni a portarsi sopra i $90.000, fallendo però in entrambi i casi con l’offerta che ha assorbito velocemente la spinta. Ora gli shortisti hanno costruito le proprie posizioni direzionali con stop nella fascia $90.600 – $91.200, che attualmente funge da area ad alta liquidazione nel breve termine.
Portarci sopra quel livello vorrebbe dire segnare il massimo più alto di tutta la settimana, ed aggiungere carburante per il rally. Se dovessimo invece essere respinti già dagli $89.000, diciamo che il rialzo sarebbe da rimandare ad un’altra occasione. Scendere invece sotto gli $84.000 vorrebbe dire innescare una pressione ribassista ed aumentare il rischio capitolazione degli orsi.

Non dimenticate che oggi è venerdì e che davanti a noi abbiamo due giorni con volumi verosimilmente bassi per chiudere la settimana: il weekend solitamente nei mercati crypto porta più rumore che segnali concreti, quindi fate attenzione a possibili fake, sia al rialzo che al ribasso. Piuttosto che cercare all’impazzata stimoli sui grafici, prendetevi una pausa, settate un alert, e finite di fare i regali di Natale ai vostri cari.
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