Prima di addentrarci nella questione, sarà bene fare due premesse. La prima è che dopo l’ottima analisi di Alex Lavarello qui, è forse bene aggiungere anche il contesto politico e fondamentale se si vogliono studiare le questioni giapponesi. Il secondo è che le questioni giapponesi rimarranno centrali nelle narrative dei prossimi mesi.
Il tema è il seguente: lo yen si è indebolito contro il dollaro nonostante Bank of Japan abbia alzato i tassi di interesse, che sono i più alti dal 1995 a oggi. I libri di scuola ci dicono che tassi più alti si traducono sempre o quasi in un rafforzamento della valuta di riferimento. Questa volta però è stato diverso. E al netto delle questioni tecniche splendidamente affrontate da Alex Lavarello, c’è anche dell’altro. C’è un problema di credibilità per Kazuo Ueda (governatore di BoJ), nonché dell’intero sistema Giappone. Più in breve: i mercati non credono che Ueda riuscirà a condurre una battaglia di normalizzazione dei tassi di interesse e più in generale della politica monetaria del Giappone. La cosa avrà delle ripercussioni di lungo periodo anche su Bitcoin e crypto.
Cos’è successo?
Bank of Japan venerdì ha alzato i tassi di interesse di 25 punti base, portandoli allo 0,75%. Un valore molto basso se confrontato con quelli degli altri paesi, ma che per il Sol Levante è il tasso di riferimento più alto dal 1995 a questa parte.
- Non è stato un hike a sorpresa: era stato telefonato, tant’è che i mercati lo avevano ampiamente anticipato;
- A non convincere è stato Kazuo Ueda in conferenza stampa.
Il governatore di Bank of Japan, che ha governato nell’incertezza causata sia dalle sue parole (sempre poco cristalline) sia dalla situazione in generale, non ha convinto affatto sulla capacità di poter tenere la barra dritta.

Il Giappone sta affrontando un’inflazione ai limiti della brutalità – almeno per gli standard ai quali è abituato quel Paese. In aggiunta, la crescita langue, cosa che ha spinto il governo ad avviare un ambizioso (e costoso) programma di stimoli, da solo probabilmente in grado di vanificare qualunque sforzo di Ueda in tal senso.
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Perché dovrebbe interessare Bitcoin e crypto?
Perché in realtà il Giappone è un ingranaggio fondamentale della liquidità mondiale. Il carry trade – qui una spiegazione più dettagliata – si basa proprio sui bassi tassi giapponesi per continuare a funzionare.
Bitcoin e crypto si nutrono di liquidità in eccesso – e in caso di prosciugamento delle fonti giapponesi, potrebbero essere problemi.
Sul breve: Ueda convinto ma non troppo
I mercati hanno già emesso il loro giudizio: Ueda non ha convinto neanche un po’ – e per questo motivo lo yen è scivolato invece di guadagnare rispetto a un dollaro che dal 2026 sarà vittima delle colombe di Trump.
Questo perché sebbene non siano esclusi altri rialzi in Giappone sul breve, sul medio e lungo i mercati ritengono che nulla fermerà il treno dell’indebitamento del Giappone e di una modalità di funzionamento di Bank of Japan che dovrà essere per forza di cose… in fiscal dominance. Ovvero dovrà essere la Banca Centrale a dover seguire la politica e la spesa pubblica – e non viceversa.
E quindi rubinetti ancora più aperti – fosse anche soltanto in termini di indebitamento del Giappone – nella speranza di vedere Tokyo e dintorni tornare a crescere su ritmi accettabili.
Se il tema è quello della liquidità, nonostante il Giappone si professi intenzionato – a livello monetario – a seguire un progetto di lacrime e sangue, al tempo stesso difficilmente sarà lì che si fermeranno le rotative.
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