Monitorare gli spostamenti di stablecoin tra blockchain ed exchange può offrire una chiave di lettura utile per interpretare l’outlook generale del mercato crypto. Le valute stablecoin sono difatti la moneta più utilizzata come controparte per gli scambi, motore di qualsiasi rialzo e motivo di qualsiasi fuga di liquidità. Possono essere impiegate anche per parcheggiare profitti in attesa di un nuovo stimolo speculativo, fare arbitraggio e sfruttare le opportunità di yield in DeFi.
Capire in che direzione si stanno muovendo queste monete può essere d’aiuto per intercettare potenziali trend, scovare ecosistemi in crescita e cogliere segnali anticipati su possibili rotazioni del mercato. In questo articolo analizziamo i principali flussi di stablecoin, confrontando i dati on-chain per comprendere come si stanno ridistribuendo i capitali nel panorama crypto
La crescita pazzesca del settore stablecoin nell’ultimo anno
Prima di analizzare i flussi di denaro del mercato crypto, dobbiamo necessariamente contestualizzare la situazione con l’attuale panorama d’oro del comparto stablecoin. Da gennaio 2024 il rifornimento circolante è aumentato di oltre 100 miliardi di unità. Si tratta di un segnale di forza che si configura con una crescita di capitalizzazione costante per 18 mesi consecutivi.
A novembre, sotto la scia dell’entusiasmo per le elezioni statunitensi, le stablecoin hanno superato il massimo storico dello scorso ciclo, portando un notevole aumento della massa monetaria sui mercati. Queste risorse inizialmente hanno alimentato i rialzi degli asset speculativi, come Bitcoin, Ethereum e Solana, spingendo i prezzi verso i massimi locali di fine anno.
Dall’inizio del 2025 poi abbiamo assistito ad un pesante crollo, il quale non ha però intaccato la supply delle stablecoin, che anzi è andata ancor di più a crescere. Questo sottolinea il crescente interesse verso queste monete esenti da volatilità, che trovano sempre più un concreto utilizzo all’interno del variegato settore delle criptovalute.
I flussi stablecoin da e verso gli exchange crypto: che sta succedendo?
Analizzando il netflow di stablecoin sugli exchange, ossia la differenza tra i flussi in entrata e quelli di uscita, possiamo delineare un quadro interessante per gli ultimi mesi. Si vede chiaramente dalla chart di CryptoQuant che a novembre c’è stato un forte aumento delle scorte ERC-20 sulle piattaforme di scambio. Pensate che in un solo giorno sono stati registrati circa $2,5 miliardi di capitale in ingresso, un valore paragonabile a quello osservato a maggio 2022, durante la guerra del margine per il trading a leva su LUNA.
Da lì in poi c’è stato però un trend opposto nei mesi successivi, con le stesse stablecoin entrate in precedenza che hanno via via abbandonato gli exchange di scambio. A fine marzo c’è stato un pesante sell-off, accompagnato da un outflow di capitali notevole. Ora le stesse monete sono verosimilmente parcheggiate presso wallet privati o presso protocolli DeFi che offrono yield.
Curiosamente, ci sono stati pochi redeem per valute fiat, segnale che le stablecoin sono rimaste per la maggior parte all’interno del mondo crypto. È evidente la “manipolazione” che c’è stata a cavallo tra l’ultimo trimestre 2024 ed il primo trimestre 2025, ma i profitti sembrano rimasti on-chain.
I mercati fanno il pieno di carburante in vista del prossimo rally
Presi isolatamente, i dati relativi al netflow di stablecoin sugli exchange rischiano di essere fuorvianti, poiché non considerano il contesto più ampio dei depositi totali, comprese le altre criptovalute. In particolare, mentre un afflusso di stablecoin è spesso interpretato come un segnale bullish, l’aumento dei depositi di asset volatili può invece suggerire una maggiore propensione alla vendita, e quindi va interpretato al contrario.
In tal senso risulta interessante prendere in esame l’indicatore Glassnode “Stablecoin: Exchange Buying Power Net Position Change”. Questo tiene conto non solo delle riserve di stablecoin, ma le rapporta anche alla quantità di BTC ed ETH depositati sugli exchange. In altri termini misura la variazione netta mensile (30 giorni) della potenza di acquisto in USD rappresentata dalle stablecoin come USDT, USDC, DAI, rispetto al controvalore di BTC ed ETH depositati.
Generalmente quanto l’indicatore restituisce valori positivi, significa che le entrate di stablecoin negli exchange superano quelle di altri asset, e dunque c’è maggior “potere d’acquisto” pronto per essere utilizzato. Al contrario, quando i valori sono negativi, è un segnale che gli investitori stanno depositando pesantemente per vendere, suggerendo una possibile pressione ribassista.
In questo momento, nonostante il crollo del mercato degli ultimi mesi, il dato appare come positivo, sinonimo che ci sono molti capitali pronti per essere investiti sugli exchange. Le stablecoin, in questo contesto, rappresentano una riserva di potere d’acquisto latente, pronta a essere impiegata per cogliere opportunità la prossima opportunità di ingresso sul mercato
I flussi di stablecoin tra diverse blockchain: dove si trovano le maggiori occasioni?
Da un altro punto di vista possiamo osservare come le stablecoin si muovano all’interno delle varie blockchain del panorama crypto. Negli ultimi 7 giorni abbiamo assistito ad un forte ingresso di capitali, pari a circa $2 miliardi, verso la rete di Tron. Questo dato è accompagnato da un movimento settoriale che suggerisce come la maggior parte di questi capitali sia destinata ai CEX, indicando una possibile fase di preparazione per nuove operazioni di trading.
Allo stesso tempo vediamo come la criptovaluta TRX si sia mossa bene a livello speculativo nell’ultima settimana, registrando un +10% ed attaccando importanti resistenze sul grafico. Probabilmente una fette delle stablecoin in ingresso sono state utilizzate per acquistare queste token, che in ogni caso sembra aver beneficiato dell’aumento della liquidità del proprio network.
Per le altre blockchain notiamo come Ethereum abbia segnato un inflow leggermente positivo, a fronte di un’uscita importante nella settimana precedente. Solna, Sui e Arbitrum mostrano flussi leggermente positivi, mentre Op Mainnet, BNB chain e Base vedono fuggire capitali in stablecoin. Ton e Avalanche le peggiori della settimana: non a caso TON e AVAX soffrono il peso dei ribassisti.
Se allarghiamo gli orizzonti a 30 giorni osserviamo un quadro più o meno simile, con la rete Tron sempre in testa con $5,1 miliardi in ingresso. Ethereum passa invece in ultima posizione con un outflow di $2,5. Accompagna anche Arbitrum che non sta passando complessivamente un buon momento sui mercati. Solana rimane invece stabile con un lievi incremento delle riserve in stablecoin.