Strategy di Michael Saylor è tornata ad acquistare Bitcoin. Un acquisto modesto rispetto alla media degli interventi a mercato del 2025 – che però ha alcune particolarità interessanti. Prima di arrivarci però, partiamo dai numeri: sono stati acquistati 1.045 Bitcoin, per un a spesa totale di 110 milioni di dollari. Nel complesso la società ha a disposizione 582.000 Bitcoin, acquistati ad una media di 70.086$ per singolo BTC.
Sono numeri di grande importanza, che aumentano il gap con le tante società che stanno cercando di seguire la stessa strada. C’è però una conferma più importante, che riguarda la modalità con la quale sono stati finanziati questi acquisti. E che è la conferma più importante anche dell’enorme differenza tra quello che sta facendo Saylor e quello che stanno facendo gli imitatori.
Arriviamo dunque ad una svolta importante nel teatro delle società Bitcoin treasuries, ovvero quelle che comprano Bitcoin per metterlo in cassa. Prima dei numeri – qui per TE un bonus da 100$ su Bitget. Se non sei ancora iscritto, ti basterà farlo seguendo il link, versare almeno 100$ e ottenere il bonus!
Cosa succede a Michael Saylor?
Nulla di che, almeno a guardare alla questione con una certa superficialità. Ha comprato, tramite Strategy, ancora Bitcoin. Ne ha comprati non tanti, almeno rispetto alla media, e però continua a comprarne, cosa che in pochi avrebbero ritenuto possibile, soltanto qualche mese fa.
La vera particolarità però è un’altra: al contrario di quanto stanno facendo gli emuli, Saylor ha raccolto capitale soltanto tramite azioni speciali che offrono maggiori dividendi. del loro funzionamento abbiamo spiegato tutto qui ed è – questa è la parte di discussione che ci interessa fare in questo approfondimento, una modalità che altri non riescono, non vogliono o non possono mettere in campo.
Saylor non ha infatti finanziato emettendo nuove azioni ordinarie né indebitandosi, ma offrendo titoli che – a determinate condizioni – offrono dividendi maggiorati. E non è poco: segnala lo strapotere di Saylor in quella che è ormai una guerra per la raccolta di capitali. Segnala una sua maggiore solidità finanziaria, una sua maggiore credibilità rispetto a quasi tutti i concorrenti e più in generale una maggiore capacità di creare circoli che i mercati ritengono virtuosi. O comunque più appetibili per i grandi investitori, che infatti continuano a finanziare le attività di Saylor.
Quanto rischio c’è ora?
In realtà il rischio – per ora – è più di chi finanzia Saylor (che rischia, nel peggiore dei casi, di aver fatto un pessimo affare) che di Strategy, che è in una invidiabile posizione, con passività gestibili anche nel caso in cui Bitcoin dovesse andare sotto il prezzo medio di acquisto, che ora ha superato i 70.000$.
Per quanto in tanti si affannino con le profezie di sventura, il prezzo medio di carico di Saylor è completamente ininfluente per la sua capacità di onorare i debiti. Una questione complessivamente interessante, densa di significati per gli investitori, e possibilmente che vola un po’ più alto di chi fa i conti della serva in tasca a Saylor. Conti che sono necessari, ma solo se fatti, ci permettiamo, in modo intelligente.