Il 30 luglio sarà pubblicato il primo report della task force creata da Donald Trump per occuparsi, a livello federale, del mondo crypto. Un report che è carico di aspettative e che vede i soliti cinici e disillusi avere in realtà molte poche aspettative. Il periodo dei sei mesi che era stato concesso alla task force è appena scaduto – e vedrà delle prime interessanti conclusioni, che riguarderanno anche l’ormai celebre riserva strategica in Bitcoin e la national stockpile in crypto.
Due questioni che avevano mosso al rialzo i mercati (salvo poi una correzione per un messaggio improvvido di Donald Trump) e che però – almeno questo è quanto ci aspettiamo – difficilmente evolveranno come tanti sognano.
Ci sarà un approccio conservativo, senza *acquisti, almeno per ora, con denaro pubblico e con probabilmente una mera conservazione di quanto ottenuto tramite sequestro.
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Le attese sono al massimo, ma ha senso?
Il gruppo che si è riunito in questi sei mesi include non solo la task force, ma anche diversi dirigenti chiave del Tesoro USA, di SEC, CFTC e anche del Dipartimento di Giustizia. L’obiettivo è quello di formulare delle prime proposte sul mondo crypto e Bitcoin negli Stati Uniti, con l’intenzione di aprire ulteriormente il mercato USA.
- Questione riserve Bitcoin
La prima questione che interessa gli investitori è quella delle riserve in Bitcoin che erano state promesse dal Presidente degli Stati Uniti in carica durante la campagna elettorale.
Per ora quel che sembra chiaro è che non potranno esserci acquisti senza l’ok del Congresso e dunque senza una legge formale.
Il Congresso, storicamente e legalmente, ha in mano i cosiddetti cordoni della borsa e non è possibile approvare spese del genere aggirandolo.
- Questione riserve crypto
Tutti ricorderanno il messaggio di Trump dove indicava XRP, ADA e altre crypto “americane” come base per le riserve. Messaggio che però poi fu allargato e smentito, con un caso lobby che in pochi ebbero cura di riportare ai propri lettori.
La questione rimane, almeno a nostro avviso, estremamente complicata e sarebbe corretto non aspettarsi troppo almeno su questo specifico argomento.
Leggi e indicazioni per il mondo crypto del futuro
Sarà interessante vedere anche quali saranno le indicazioni della task force – che include tutte le maggiori agenzie degli USA a tema finanziario – sulle criptovalute in generale.
Da cosa sarà da considerarsi come security a cosa sarà invece da considerarsi come una sorta di commodity, e quindi al di fuori del raggio di azione di SEC.
Raccomandazioni comunque che possono essere superate dal Congresso. Senato e House sono già al lavoro su due diverse proposte di legge per la regolamentazione dei mercati crypto – entrambe ritenute piuttosto permissive e nel complesso di apertura al settore.
Gli USA – almeno queste erano state le promesse durante la campagna elettorale – vogliono diventare il centro nevralgico dei mercati crypto. Serviranno dunque leggi che limitino le agenzie, anche in futuro, in termini di possibilità di azione.
Qualcosa che ha comportato problemi importanti per diversi progetti crypto nel corso della precedente amministrazione, quando a capo di SEC c’era un Gary Gensler estremamente attivo e comunque contrario a certi sviluppi del comparto crypto.
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