C’è la società creatrice di un layer 3 su Ethereum dedicato al gaming onchain che ha fatto causa Elon Musk. Motivo della contesa l’utilizzo, da parte del social network del magnate sudafricano, del nome xAI, che sarebbe, secondo la società Ex Populus, di sua proprietà. Il nome infatti fa anche riferimento appunto al network Xai e la cosa – sempre secondo Populus, avrebbe ingenerato una certa confusione.
Confusione confermata anche da Grok, il chatbot che appunto fa riferimento al sistema xAI di Elon Musk. A favore della tesi della confusione c’è anche il fatto che in novembre Musk ha annunciato la creazione di uno studio dedicato alla realizzazione dei videogiochi sempre in senso allo stesso progetto.
Confusione totale?
In realtà di elementi che giocherebbero a favore di Ex Populus – che ha fatto causa a Elon Musk – ce ne sono diversi. Dai comunicati stampa e dagli articoli che hanno utilizzato il suo logo pur riferendosi al progetto di Musk a appunto Grok che non sembrerebbe in grado di separare un’entità dall’altra.
E se lo dice il bit AI di Elon Musk, perché non dovremmo crederci? È da qui che si muove una causa come tante ne abbiamo viste nel mondo blockchain e crypto.
- Cosa vuole ottenere?
Si chiede contestualmente lo stop all’utilizzo di loghi e nomi riferibili al network, nonché un risarcimento danni e il trasferimento dei profitti già ottenuti dal progetto. Profitti che però per il momento sembrerebbero impossibili da quantificare.
- Anche un danno di immagine
Essere associati a Elon Musk e al suo social network vorrebbe dire, per gli avvocati di xAI, anche essere esposti a irreparabili danni di immagine, data la politica di (poca) censura del social network in questione.
Gli avvocati di Elon Musk avrebbero tra le altre cose già contattato la controparte. Non è chiaro se sia stato già proposto un accordo.
Che cos’è XAI?
È un layer-3, un network costruito su Arbitrum di una certa rilevanza, che ha visto anche investimenti da parte di grandi nomi del settore crypto gaming come Animoca Brands.
Diversi i titoli già disponibili – che puoi consultare qui – per un progetto che non sembrerebbe cavalcare la possibilità di qualche soldo facile in tribunale. Della sostanza c’è e chissà se i giudici non la penseranno nello stesso modo.
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