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Hyperliquid e la GUERRA per USDH: chi controllerà la nuova stablecoin?

Guai per Circle, mentre qualcuno potrebbe chiudere un importante affare. gli holders di $HYPE ringraziano.

Il protocollo Hyperliquid sta per lanciare USDH, una nuova stablecoin destinata a diventare la base liquida del proprio ecosistema. Sarà una moneta conforme alla regolamentazione americana e garantita da riserve 1:1 in dollari tramite bond, cash o altri strumenti di breve termine a basso rischio. È stata pensata per soprattutto per ridurre la subordinazione del protocollo a USDC, così da poter guadagnare un reddito sulla liquidità di riserva piuttosto che cederlo gratuitamente a Circle.

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Serve però che qualcuno si “prenda la briga” di emettere e gestire questa nuova stablecoin, occupandosi della custodia delle riserve, dei meccanismi di redemption, e di tutte la burocrazia lato compliance. Hyperliquid infatti non può farlo in autonomia, non avendo una licenza bancaria idonea negli USA e dunque impossibilitata a detenere Treasury o altri depositi in dollari. 

Per questo motivo il team ha deciso di aprire la partita agli operatori esterni, invitando attori specializzati a candidarsi. Entro il 10 settembre i candidati dovranno presentare ufficialmente la loro offerta, indicando come intendono strutturare le riserve, quali garanzie legali possono offrire e come redistribuire i rendimenti generati dai fondi sottostanti. In questo articolo vediamo più da vicino chi potrebbe essere il prossimo partner infrastrutturale di Hyperliquid.

Stablecoin USDH: al via alle candidature

I team interessati hanno tempo fino al 10 settembre alle ore 10:00 UTC per presentare le candidature e formalizzare la propria proposta di valore per la stablecoin USDH attraverso i canali di comunicazione di Hyperliquid. Poi, il 14 settembre i validatori della rete condurranno una votazione on-chain per decretare il vincitore che avrà l’opportunità associare il proprio contratto al ticker USDH, già riservato dal protocollo e non disponibile per usi alternativi.

I validatori voteranno tramite transazioni sul L1 con un potere di voto personale  che coincide con la quantità di HYPE in stake, in linea con il modello di governance distribuita di  Hyperliquid. Chi verrà eletto, potrà dunque procedere con il deploy effettivo della stablecoin USDH, previa però una formalità che vede la partecipazione ad una gas auction per ottenere lo slot tecnico di lancio.

In ogni caso, chiunque avrà l’onere e l’onore di rappresentare la nuova stablecoin di Hyperliquid, entreranno in gioco diversi vantaggi per l’ecosistema stesso. Si parla di una riduzione delle commissioni di scambio ma soprattutto di una minor interdipendenza da Circle e della possibilità di ridistribuire le revenue ai partecipanti di rete.

Circle tagliata fuori: pesa sui ricavi dell’azienda

Lo avevamo detto già in anteprima di come la scelta di Hyperliquid di lanciare una stablecoin nativa dell’ecosistema fosse una pessima notizia per Circle, che dovrà per forza di cose fare a meno di una bella fetta di revenue. Per chi non lo sapesse, fino ad ora è stata USDC l’unità di conto della piattaforma, moneta emessa proprio da Circle, che incassa dei rendimenti sulle riserve fornite dagli utenti come garanzia.

Pensate che attualmente ci sono circa 5,4 miliardi di USDC depositati su Hyperliquid L1, pari al 70% della disponibilità della stablecoin su Arbitrum e del 7,5% dell’intera capitalizzazione della moneta. Ad un tasso di interesse stimato del 4% (che dovrebbe però scendere nei prossimi mesi secondo le stime FedWatch), sarebbero circa $216 milioni di revenue a cui l’azienda dovrà rinunciare.

Hyperliqudi USDC
USDC su HyperliquidFonte dati: https://dune.com/kambenbrik/hyperliquid

Nel frattempo Circle prova a correre ai ripari proponendo un USDC nativo (e non bridged, come ora) su Hyperliquid, con un’integrazione interoperabile sulla rete HyperEVM. Sembra però che sarà un percorso lungo, e dunque nel frattempo l’interesse e la liquidità potrebbero spostarsi sulla nuova USDH.

Chi sono i candidati per la stablecoin USDH?

Al momento sono 4 i candidati principali che sono in gioco per rappresentare la stablecoin USDH di Hyperliquid: Paxos, Frax, Agora e Native Markets. Ce ne sono in realtà molti altri che hanno provato ad inviare proposte sul Discord di Hyperliquid ma non le prenderemo in considerazione vista l’evidente amatorialità e la mancanza di requisiti minimi per gestire un asset di questa portata. C’è addirittura di chi ha proposto un modello (chiaramente goliardico) che aveva come obiettivo quello di portare USDH a 3$. 

Le proposte più “serie” invece arrivano da operatori già noti nel settore delle stablecoin e della finanza on-chain. Ognuno prova ad offrire un modello diverso di gestione delle riserve e di redistribuzione dei rendimenti, con approcci più o meno in linea con l’identità di Hyperliquid. Riassumiamo le informazioni principali.

Paxos: mette sul tavolo la propria posizione regolamentata negli USA, garantendo solide riserve e un modello di redistribuzione del 95% dei rendimenti per fare buyback del token HYPE.

Frax adotta un approccio più DeFi-nativo, puntando a utilizzare la propria moneta frxUSD e le riserve in Treasury per garantire USDH, con la promessa di destinare il 100% degli interessi generati direttamente alla comunità.

 Agora: propone una condivisione totale dei profitti netti con Hyperliquid e integra servizi istituzionali come Rain per gli on/off ramp e LayerZero per l’interoperabilità cross-chain. 

Native Markets: presentata in extremis poche ore fa con un modello ancora da chiarire nei dettagli. Non abbiamo molte info a disposizione ma sappiamo che il fondatore del progetto è Max Fiege, una persona molto coinvolta nell’ecosistema Hyperliquid.

Qui sotto una tabella che esplora più nel dettaglio le varie proposte dei 4 candidati

stablecoin USDH
Candidati stablecoin USDHFonte dati: https://x.com/ThereWillBeMoon

Chi è il candidato favorito?

Senza ombra di dubbio Paxos. È al momento l’emittente più maturo tra quelli presenti, con un background solido alle spalle e con il numero maggiore di licenze per operare negli Stati Uniti e nel resto del mondo. Qualcuno assocerà il nome di Paxos a BUSDex stablecoin di Binance, che nel 2023 fu bloccata dall’intervento dei regolatori di New York, i quali  obbligarono l’emittente a smettere di supportare la moneta. Con USDH non dovrebbero esserci questi rischi, visto che la stablecoin non sarà negoziata su un exchange centralizzato, e vista la nuova apertura del Genius Act.

Ad ogni modo la presenza di Paxos sembra essere (almeno pubblicamente su X) quella più gradita attorno alla community Hyperliquid. Anche la proposta di Native Markets pare interessante ma manca dei dettagli importanti per poter fare delle valutazioni. La decisione è ora nelle mani dei validatori che concluderanno il proprio voto domenica 14 settembre.

Piccola curiosità: anche Ethena era interessata a fornire il proprio supporto ad Hyperliquid, non tanto come emittente e gestore di USDH ma come partner attraverso la propria USDe. Ad autunno dello scorso anno aveva provato a contattare Jeff e gli altri componenti del team di Hyperliquid ma non ha ricevuto alcuna risposta. 

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