È forse la più importante notizia per il mondo crypto in Europa da tempo. Openbank, banca online del gruppo Santander, ha iniziato ad offrire ai propri clienti retail la possibilità di fare trading crypto. Si tratta di un passo avanti enorme per l’intero comparto in Europa, con l’arrivo di uno dei più grandi gruppi bancari a sostegno della possibilità di comprare e vendere crypto in autonomia.
Il servizio arriverà nelle prossime settimane per tutti i clienti, secondo quanto è stato comunicato dall’azienda a Bloomberg.
Santander prova a guidare la “resistenza”
La circostanza non è certamente di quelle che passano inosservate. Da un lato abbiamo le principali autorità del continente che stanno cercando di limitare il mercato crypto e l’accesso relativo da parte degli utenti retail, dall’altro un settore privato che – contro il parere degli stessi regolatori – fa dei passi in senso opposto.
Santander – che da tempo viene data come interessata anche al settore stablecoin – ha infatti annunciato che tramite la sua Openbank sarà possibile, per gli utenti spagnoli, fare trading di criptovalute.
Integrando le criptovalute principali nella nostra piattaforma di investimento, stiamo rispondendo alla domanda di alcuni dei nostri clienti.
Questo è il commento di Coty de Monteverde, che si occupa di crypto proprio per Santander, in relazione al servizio che verrà inaugurato da Openbank nelle prossime settimane.
Le commissioni saranno relativamente alte: 1,49% per ogni singolo trade senza però spese di custodia.
E in Italia?
In Italia si muove poco o nulla, soprattutto da parte dei gruppi principali, più liquidi e con il maggior numero di clienti. Tra i pochi che si sono avvicinati c’è Unicredit, che ha incapsulato Bitcoin in un certificato destinato però ai clienti professionali.
C’è poi Intesa – che ha acquistato 11 bitcoin per testare servizi anche qui però di clientela specifica.
Per il resto, almeno in termini di trading diretto, sembra che i gruppi operativi in Italia siano al massimo d’accordo sul fornire accesso alla miriade di ETP che sono già disponibili sulle piazze europee. Più sicuri (per le banche) e anche con una minore necessità di aggiustamenti infrastrutturali.
Sconto tra autorità e privati?
È un altro angolo dal quale guardare alla questione: le autorità europee sembrerebbero concentrate – e allineate – sul limitare la portata del mondo crypto all’interno di quello degli istituti tradizionali.
Alcune banche, tra le quali Santander, sembrerebbero essere di avviso diverso. Differenze inconciliabili con il fronte apertista che include anche la francese Société Generale e la tedesca Deutsche Bank. Le nostre, per ora, rimangono a guardare.
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