Brutto inizio settimana per il mondo crypto, con tutti i principali asset in forte ribasso e gli holders costretti a fronteggiare perdite non realizzate ingenti. In pochi si aspettavano una reazione così negativa delle borse crypto, soprattutto dopo il taglio dei tassi di interesse FED della scorsa settimana che, teoricamente, avrebbe dovuto dare un aiutino agli asset risk-on. Ma i mercati sono imprevedibili: talvolta possono dare sfogo alla volatilità contro le aspettative comuni, in particolare durante le fasi meno liquide come il week-end.
Ci sono però alcune considerazioni da fare per poter analizzare il quadro attuale nella maniera più corretta e veritiera possibile: In primis, per fare previsioni dovremo aspettare quantomeno la risposta dei mercati americani all’apertura pomeridiana, e in ottica più ampia, la chiusura dell’ultima candela settimanale. Poi, dobbiamo anche iniziare a comprendere che gli scarichi come quello di ieri notte sono fondamentali in un mercato rialzista, e permettono di costruire basi dalle quali puntare a target più elevati. Facciamo mente locale qui di seguito.
Crollo mercato crypto: liquidazioni long da record
Con un movimento netto a ribasso, in poche ore sono state liquidate posizioni long per un totale di $1,68 miliardi, come egregiamente spiegato nell’analisi di Alex Lavarello. Molti traders si sono visti stoppati da un mercato che virava a ribasso, con conseguente cascata di liquidazioni dovute a vendite forzate a mercato, nello specifico la più grande da inizio anno.

Per chi bazzica spesso nelle piazze futures, dove è possibile scommettere in leva sull’andamento degli asset crypto, queste situazioni sono alquanto comuni. Infatti quando un trader viene liquidato, tecnicamente ciò che avviene sul broker di riferimento è che si compra/vende la stessa quota corrispondente della posizione, influenzando ancor di più la direzionalità del mercato.
Questo crea un potenziale effetto domino, dove le chiusure forzate portando ad altre liquidazioni, e così via, portando a profondi excursus fino a che non si trova abbastanza liquidità a sostegno. È esattamente quanto accaduto ieri notte, proprio in un orario dove solitamente c’è una profondità del book più contenuta, ed è dunque più facile giungere a tali epiloghi.
Cosa ha innescato questo crollo?
La cascata di liquidazioni non spiega però quale notizia specifica abbia innescato i primi movimenti ribassisti, che hanno poi contagiato il resto delle posizioni speculative. In realtà, non c’è una causa specifica scatenante, ma un mix di debolezza grafica e bassa liquidità che ha poi portato al patatrac.
Non sempre dobbiamo trovare un capro espiatorio alle carambole che vediamo nei mercati: banalmente in questo caso, significa che c’è stata più pressione di vendita rispetto a quella d’acquisto. Poi noi possiamo anche cercare una giustificazione che più si addica alle nostre aspettative, ma non cambierà il risultato degli eventi. La realtà delle cose è che certe volte le notizie sono solo la conseguenza di certi movimenti, e non la causa.
Situazione sana per un mercato rialzista
Magari i neofiti che non hanno avuto il privilegio di vivere un’esperienza formativa come quella delle scorse bull run del 2017 e 2021 si aspettavano un mercato rialzista in eterno pump, ma non funziona esattamente così. È assolutamente normale che dopo vari mesi di crescita su Bitcoin, si verifichi qualche scrollone che faccia pulizia degli operatori più avidi.
Il concetto è che quando si è in bull market, molti traders credono di essere più furbi degli altri ed aprono posizioni long in leva, per “massimizzare” il potenziale profitto. Quando però c’è troppa gente esposta in una direzione, il mercato tende naturalmente a forzare la loro liquidazione per ristabilire una sorta di equilibrio tra long e short.
Pensateci bene: sarebbe troppo semplice aprire un long ad alta leva, coprirsi con un collaterale più o meno contenuto, e fare soldi infiniti da un mercato bullish. Ma le borse non sono come macchine stampa denaro: questi eccessi vengono puniti nella maggior parte dei casi, portando a momenti di “reset” fondamentali per poter ambire più in alto.
Come spiegato anche da CZ, fondatore di Binance, in un tweet: “I cali sono importanti per stabilire livelli di supporto, che sono come le fondamenta di una casa”. In un certo senso, anche se stiamo perdendo denaro, dovremmo essere contenti di vedere questi flash crash, perché ci aiutano a costruire una base speculativa più solida, buttando fuori i traders non curanti del rischio.

Cosa aspettarsi dopo l’ultimo crollo?
Detto ciò, non possiamo garantire che il mercato vada per un recupero immediato ed assorba il crollo in poche sessioni. Come anticipato nell’introduzione, tutto dipenderà in prima istanza da come risponderanno oltreoceano a questa dinamica, se comprando il dip o contribuendo ad un follow down dell’offerta. Ancor più indicativa sarà la chiusura weekly su BTC, che ci aiuterà ad inquadrare nella giusta proporzione l’ultimo movimento.
Nel frattempo l’open interest su Bitcoin rimane tutto sommato forte, segno che tolte le mani più avide, il resto degli operatori continua a rimanere posizionato con convinzione. Ci sono ancora circa $40 miliardi che presiedono i futures, appena $3,5 miliardi in meno dai massimi storici del 14 agosto.

Ora occhi aperti sull’apertura delle borse USA e sulla risposta eventuale del comparto altcoin. Attenzione a provare ad anticipare il mercato perché la volatilità potrebbe essere particolarmente intensa.
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