Lo avevamo anticipato già in tempi non sospetti: il MiCA avrebbe potuto coinvolgere BCE, rendere le riserve delle stablecoin sull’euro più sicure, vigilare maggiormente sugli emittenti e accontentare anche questi ultimi, che avrebbero avuto condizioni più favorevoli in termini di ricavi.
La questione è complicata, ed è anche la fotografia degli errori che si continuano a commettere in Europa in termini di regolamentazioni. Questo ammesso che l’obiettivo fosse dal principio quello di offrire al pubblico maggiori garanzie sulle stablecoin e non la tutela del sistema bancario. La cosa ci è stata confermata da Simon Seiter, di AllUnity, gruppo partecipato anche da DWS (Deutsche Bank) e che propone sul mercato EURAU, una stablecoin sull’euro.
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Un conto presso BCE
Per capire la questione, è necessario fare qualche passo indietro e capire in che modo sono gestite, dalla legge, le stablecoin negli USA e in Europa in termini di riserve.
| USA | Europa | |
|---|---|---|
| Riserve | Fino al 100% in bond, che sono fruttiferi | Obbligo per i grandi gestori di deposito in banca al 60% minimo, non è fruttifero |
| Rischi delle riserve secondo compliance | Fallimento degli Stati Uniti / Impossibilità nel rimborsare il debito | Bank run presso istituti, difficoltà intermediari |
| Redditività gestione stablecoin | Massima dato il livello di sicurezza (molto alto) | Il 60% è infruttifero, il 40% può essere messo a rendita a certe condizioni |
| Eccezioni per gli operatori esteri | No (Tether aprirà divisione USA) | A Circle e Paxos riconosciuti regimi speciali che permettono loro di avere riserve secondo modello USA |
| Rischi sistemici | Fuga depositi bancari verso stablecoin, mitigati da impossibilità di offerta rendimenti ai clienti | Bank Run innescata da stablecoin potrebbe estendersi a macchia d’olio, se le stablecoin dovessero diventare finanziariamente rilevanti |
- Una terza via
Dato che l’Europa starebbe cercando di affermarsi come terza posizione tra il liberi tutti americano e il nessuno è libero cinese, ci sarebbe stata una possibile soluzione. Ce ne ha parlato proprio Simon Seiter di AllUnity, che emette EURAU.
Il conto presso BCE: gli istituti bancari di una certa rilevanza hanno conti operativi presso BCE, che maturano interessi e che sono del massimo grado di sicurezza. Agli operatori europei del mercato stablecoin si sarebbe potuto proporre qualcosa di simile.
MAGGIORI CONTROLLI: Per l’accesso a una modalità più conveniente (in quel caso il 100% del capitale sarebbe diventato fruttifero) si sarebbero potuti imporre ulteriori controlli.
MAGGIORE SICUREZZA: tramite un conto da BCE sarebbe stato sempre possibile verificare la presenza delle riserve e confrontarle con la quantità di token in circolazione.
MAGGIORE COMPETITIVITÀ: e su questo andrebbe aperto un capitolo a parte, perché non solo gli emittenti non europei godono di condizioni migliori fuori dall’UE, ma in alcuni casi le hanno ottenute anche in Europa.
Trattare tutti allo stesso modo
A oggi Circle – che è emittente di USDC – gode in Europa di un regime di doppio-emittente. Per farla breve: può tenere il grosso delle riserve negli USA, dove sono appunto fruttifere al 100%. E con lo stesso token ha autorizzazione a operare in Europa, avendo un vantaggio che Simon Seiter di AllUnity ha definito – a nostro avviso correttamente – come ingiusto.
Ora BCE sembrerebbe essersi svegliata e aver segnalato i problemi di un approccio del genere. Per ora però un mercato già nato tra mille difficoltà, quello europeo delle stablecoin, ha come concorrenza operatori extra-UE che hanno ottenuto condizioni migliori.
La buona notizia è che c’è tempo per cambiare. E che di condizioni più utili per tutti, anche per i consumatori, se ne potrebbero imporre.
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