È tempo di previsioni. Questa mattina ci sono state quelle dell’analisi tecnica su Bitcoin di Alex Lavarello, ora arrivano quelle sulla struttura di mercato. Venerdì 10 ottobre verrà ricordato per sempre da chi opera su questo mercato: un crollo verticale di tante altcoin e perdite consistenti anche per Bitcoin e Ethereum, poi recuperate solo in parte.
A preoccupare però più dei livelli di prezzo persi – che sono pur sempre denari – c’è altro. E attiene alla struttura dei mercati, all’immaturità di questo specifico settore, come evidenziato anche dall’analisi del nostro direttore Alessio Ippolito. Immaturità che però potrà essere anche la base per un cambiamento… necessario. Tra qualche tempo probabilmente il mercato sarà molto diverso. Vediamo come.
È ora di cambiare. E si cambierà
Ne abbiamo parlato anche durante l’ultima live sul canale YouTube di Criptovaluta.it®: ci sono stati comportamenti, fatti, eventi, crisi su diversi dei principali exchange – non tutti, per carità – che ci ricordano che non siamo molto lontani dalla situazione del 2021. Problemi tecnici quando i volumi si alzano e – in questo caso – anche difficoltà della venue teoricamente più liquida nel mantenere livelli di prezzo simili a quelli dei concorrenti.
È un mercato – concordiamo pienamente con il nostro direttore – immaturo. Ma questo come si ripercuoterà sul futuro del mercato? Mettiamo insieme qui 5 previsioni su quello che succederà – e che in realtà in parte sta già succedendo.
- Piazze istituzionali sempre più rilevanti
Parliamo delle borse USA (tramite ETF), di certe piazze europee che si stanno organizzando (via ETF ma anche spot) e di un lento passaggio di mano dei futures nelle mani di CME.
CME è il Chicago Mercantile Exchange, la più rilevante borsa derivati al mondo – che già ospita contratti futures e opzioni su Bitcoin e Ethereum e che si sta muovendo anche su altre della top 10.

Perché? Perché l’assetto perp con l’exchange fa da clearing house (senza poi però rispettarne i canoni fissati dalla finanza tradizionale) non è probabilmente sostenibile per lo sbarco delle crypto nel mondo tradizionale. Tra liquidazioni forzate e automatiche anche di chi non avrebbe dovuto esserlo, è impensabile che queste potranno essere le basi per gli istituzionali, per i fondi hedge e per chi ha bisogno di coprirsi.
- Serie A, Serie B, Serie C, dilettanti
Ne avevamo parlato con toni giocosi già qualche mese fa. Con ogni probabilità ci sarà una separazione nello status delle criptovalute. Ci saranno quelle di serie A, che godranno del pieno appoggio dei mercati tradizionali – e poi a scalare belle avventure, belle speranze e più in generale asset rischiosi che rimarranno ad appannaggio dei crypto bro.

Non è detto che non esisteranno più quei mercati degen che amiamo magari frequentare. Ma ci sarà comunque una forte distinzione tra le diverse fasce. Anzi, già c’è: BlackRock ha già 100 miliardi di dollari in Bitcoin tramite il suo ETF – e non sembrerebbe aver alcuna intenzione di scendere sotto Ethereum in termini di asset supportati. Inoltre, CME presto inizierà a offrire futures crypto 24 ore al giorno e 7 giorni a settimana.
- ETF incorporeranno anche strategie complesse
Almeno negli USA, avremo degli ETF che non solo permetteranno di investire in crypto, ma anche di utilizzare strategie tipiche della DeFi. VanEck ha già avanzato richiesta per ETF su token di liquid staking come JitoSOL su Solana.
Se l’appetito per il mondo crypto dovesse quantomeno mantenersi sui livelli fatti registrare in questo periodo, vedremo ETF sul restaking, su strategie complesse alla Ethena e altri tipi di prodotti che siamo abituati a vedere solo in DeFi.
- Pool DeFi integrate con le banche
Morpho, AAVE e altri protocolli solidi del mondo crypto finiranno a qualche livello integrati nel mondo bancario. I rendimenti ci sono, la solidità anche. Qualcuno si sta già muovendo (Revolut), altri seguiranno.

C’è qualcosa però che a tanti è sfuggito: per il cliente finale (oltre al fatto di mettersi in tasca dei ritorni più sostanziosi) cambierà poco. Questo perché in realtà sarà tutto dietro le quinte. Non è detto che sia un male per il mondo crypto. Chi pensava però di vedere certi meccanismi, anche di gestione, disponibili ai clienti, sarà destinato a rimanere deluso.
- Custodia sarà sempre più rilevante
Il successo degli ETF Bitcoin e Ethereum negli USA conferma qualcosa che in tanti sospettavano. Il grosso degli investitori vuole esposizione verso il mondo Bitcoin e crypto senza però prendersi cura della custodia e di altre questioni.
È il motivo per il quale vedete già tante banche entrare nel settore della custodia – ultima in ordine Citi. Ripple controlla già una società di questo tipo.
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La gente vuole sempre il papà, a tutte le età: può avere 3, 10, 20, 50 o 80 anni, non importa, vuole il papà da cui andare quando le cose non funzionano. Perchè lui risolve sempre tutto, lui è immortale, lui non ha mai paura di nulla.
Nello specifico la gente vuole qualcuno che gli tenga i suoi Bitcoin. Sia un exchange, una banca, un ETF, l’amico nerd, chissenefrega: “dai fammelo tu”. Probabilmente a quest’ora potevo scappare in un paradiso fiscale e vivere a bermi mojiti sulla spiaggia no-stop, tutto il giorno e tutti i giorni, se avessi detto “ok!” agli amici che mi dicevano “comprameli tu, tanto mi fido, non preoccuparti!”
E invece no, brutti pavidi, generazione di tifosi che guarda gli altri giocare e non gioca, che vive la sua vita alla finestra guardando quella degli altri: dovete sudare, dovete imparare, dovete sporcarvi le mani; dovete stringere le chiappe la prima volta che mandate 10 dollari da un exchange ad un software wallet (prima) e all’hardware wallet (poi); dovete stringerle quando vi si resetta e non siete sicuri di aver scritto la seed giusta; dovete letteralmente farvela addosso quando…. beh, avete capito.
Oppure lasciateli all’exchange/alla banca/a vostro cuggino…
… e preparatevi a perderli