Mentre la stampa italiana e le autorità europee ne stanno facendo una questione di sovranità monetaria – che è pur legittima ma non esattamente il problema – altrove, negli USA, si discute di temi molto più consistenti, per quanto riguarda il mondo delle stablecoin. Il terrore – corretto per il funzionamento attuale del sistema – è che le stablecoin vadano a impattare sull’attuale modello bancario e monetario, rendendo molto difficile per le banche finanziare i prestiti a soggetti terzi.
È una questione che attiene al narrow banking e al modello stablecoin che lo sostiene. Un modello tendenzialmente più sicuro, come ammesso in passato dalla stessa Fed – ma che è un problema potenzialmente sistemico. Sul tema è intervenuto il capo di OCC, la massima autorità di vigilanza bancaria negli USA, che ha invitato tutti alla calma. Lo shift da depositi classici a stablecoin può certamente esserci, ma non avverrà in una notte. E incontrerà delle resistenze dal regolatore.
Parla Jonathan Gould, OCC
OCC – ovvero Office of the Comptroller of the Currency – la massima autorità pubblica in materia bancaria negli USA, non può che seguire molto da vicino non solo l’evoluzione del mondo dei pagamenti e dei depositi, ma anche le lamentele e le paure del settore bancario privato. La principale, per ora, è quella che una parte rilevante dei depositi finisca nelle stablecoin e non più nei vecchi conti bancari.
Ed è proprio nella convention annuale di Charlotte della American Bankers Association che Gould ha preso la parola, cercando di rassicurare tutti:
Non avverrà senza che nessuno se ne accorga. E non avverrà in breve tempo. E se ci sarà una fuga dal sistema bancario, prenderò dei provvedimenti.
Questo il laconico commento di Gould sul tema, rassicurando così un settore che sa di non lottare “ad armi pari”. Le stablecoin sono più attrattive, sono effettivamente backed 1:1 da titoli – al contrario dei depositi bancari – e sembrano piacere a tutti, sia per i pagamenti sia per i risparmi.
- Le banche hanno già ottenuto un’importante vittoria
Ovvero quella di impedire la licenza per le stablecoin che offrono rendimenti. C’è però una scappatoia per i gestori: in realtà gli exchange potrebbero, in accordo con gli emittenti di stablecoin – offrire loro dei rendimenti, rendendo di fatto lo sforzo per difendere il settore bancario nullo. Ed è proprio di questo che si sta discutendo, non sempre con toni tranquilli, tra exchange, operatori stablecoin e banche.
Sistemi che possono coesistere solo se…
I due sistemi possono coesistere soltanto finché quello stablecoin / narrow banking sarà una parte molto piccola del totale. Come abbiamo spiegato qui più in dettaglio, il modello bancario attuale prevede afflussi tramite depositi, che poi vengono investiti in una miriade di attività retribuite, senza che però venga trasferito granché al depositante in termini di interessi.
Un modello che permette alle banche, in virtù di quello che è a conti fatti un oligopolio, di approvvigionarsi di capitale a buon mercato. Il modello stablecoin minaccia questo modello – sul quale poi si fonda l’intero sistema monetario moderno. Ed è per questo che il capo di OCC non può che intervenire a tutela del modello esistente. Ma come farà se dovesse effettivamente prendere piede l’alternativa stablecoin?
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