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Euro digitale contro le crypto, contro gli USA e contro le banche: è già morto in partenza?

L'euro digitale vuole risolvere molti problemi. Non riuscirà a farlo neanche in un singolo caso.

La coperta dell’euro digitale è troppo corta. La Banca Centrale Europea vuole giocare al piccolo chimico finanziario, dosando depositi, massimi, binari di pagamento e sostegno alle banche, in quella che anche al meno attento degli osservatori apparirà come accanimento su un paziente arrivato già morto in ospedale.

Nessun carpentiere riuscirebbe a portare a termine il proprio lavoro soltanto con un martello. Nel caso dell’euro digitale si riesce però a fare anche peggio: chirurgia di precisione, con strumenti disinfettati alla buona e la resistenza non solo del paziente, ma anche del personale di sala. Da qui parte una serie di analisi sull’euro digitale con il quale affronteremo diversi aspetti di una tecnologia che vuole risolvere tutto – e che proprio per questo motivo non riuscirà a risolvere nulla.

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Voler risolvere tutti i problemi vorrà dire non risolverne nessuno

Non è un buon momento per le banche centrali. Se dovessimo anche soltanto limitarci alle attribuzioni tipiche di questi istituti, le difficoltà sarebbero già insormontabili. Mantenere stabile il livello dei prezzi e garantire la massima occupazione saranno presto due mandati in conflitto – e forse a Francoforte ci si dovrebbe preoccupare più di questo che di risolvere l’angoscioso problema dei pagamenti digitali in Europa.

Utilizziamo però la più tipica delle finzioni letterarie per capire perché – questa è la previsione di chi vi scrive – l’euro digitale non risolverà alcuno dei problemi che dovrebbe risolvere. E anzi, ne peggiorerà diversi.

I problemi che dovrebbe risolvere

I più cinici ritengono che l’euro digitale sia un pallino del board di BCE più che una panacea per tutti i mali. A sostegno di questa teoria ci sono le diverse giustificazioni che sono state utilizzate nel tempo per renderlo appetibile pubblicamente.

  1. Contrasto a Libra

In pochi ricordano che i primi discorsi sull’euro digitale partirono proprio quando fu annunciata Libra, una stablecoin che Facebook avrebbe lanciato a consacrazione del suo ingresso nel mondo dei pagamenti. Non se ne fece più nulla. Facebook chiuse il progetto in fretta e furia dopo minacce – concrete – dai Parlamenti di (quasi) tutto il mondo. Se il resto del pianeta ha però potuto dimenticarsi della questione, in Europa abbiamo invece ricevuto in eredità le discussioni sull’euro digitale.

  1. Contro il duopolio Visa/Mastercard

In un bizzarro esercizio di sciovinismo finanziario, BCE ha poi iniziato a prendersela con Visa e Mastercard, padrone di un duopolio che imporrebbe commissioni esose ai commercianti italiani e che renderebbe l’ecosistema dei pagamenti digitali straniero – e forse anche ostile.

È curioso come non si sia pensato di intervenire con le autorità preposte agli abusi di posizione dominante. Ma questo è materiale per un altro approfondimento.

  1. Dominio stablecoin USA

La terza delle narrative proposte al pubblico (e alle banche) riguarda invece i rischi costituiti dalle stablecoin che arrivano dagli USA. Sono più capitalizzate, hanno maggiore circolazione e, da novembre 2024, hanno anche l’appoggio della Casa Bianca. Una ricetta perfetta, dice BCE, per erodere la sovranità finanziaria dell’Europa – intesa come sistema euro.

Dato che soltanto la prima delle tre narrative è passata a miglior vita – sarà il caso di prendere per buone le altre due, sempre all’interno dell’esercizio di finzione letteraria attraverso il quale mi state accompagnando.

In breve: i problemi più “semplici”

  • Avere un sistema di pagamenti europeo, pubblico e a costo zero per l’utente finale;
  • Arginare l’avanzata delle stablecoin USA: che ora minacciano Francoforte e di conseguenza l’Europa intera.

I problemi sotto il cofano

Il sistema bancario e dei pagamenti attuale è molto complesso. Così complesso che – come per ogni macchina avanzata – ha bisogno di tanti minuscoli ingranaggi perfettamente funzionanti.

Il primo dei problemi sotto il cofano, tanto per BCE quanto per le banche private, è che un euro digitale finirà inevitabilmente per sottrarre depositi alle banche.

Le banche private contano sui depositi per approvvigionarsi di denaro (quasi) a costo zero. La banca centrale ha bisogno che quei denari finiscano alle banche, che poi li prestano in giro sia trasmettendo la politica monetaria, sia facendo girare quel caos che chiamiamo economia.

Il secondo problema dunque è che l’euro digitale cannibalizza lo stesso funzionamento del sistema sul quale poggia BCE per trasmettere politica monetaria e decisioni. E più in generale l’intero sistema bancario.

La soluzione: limiti importanti all’utilizzo dell’euro digitale

La soluzione? Ancora intervenire con il bisturi e fissare una serie di regole cervellotiche per cercare di arginare gli effetti collaterali dell’euro digitale.

In realtà la soluzione richiesta dai ministri delle finanze dei paesi membri (che stavano trasmettendo le richieste del settore bancario privato) è un limite all’accumulo di euro digitali da parte della popolazione e delle attività commerciali.

Così, si ritiene, non si interromperà il flusso di depositi verso le banche. E così si supererà il problema più grosso dell’intero apparato. Il più grosso, badate, e non l’unico. Sugli altri torneremo in altri approfondimenti sul tema, che diventerà sempre più importante in Europa.

Si parla di limiti, nelle simulazioni di BCE, tra i 500€ e i 3.000€. Una somma esigua anche in un continente che si va impoverendo come l’Europa. È davvero questa l’innovativa soluzione che dovrebbe risolvere i problemi del mondo dei pagamenti in Europa?

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