Le banche italiane, riunite in ABI, appoggeranno l’euro digitale. Lo faranno però con un gigantesco se. Il se è quello dei costi per implementare tale tecnologia, che l’associazione delle banche italiane vorrebbe diluire nel tempo. Questo almeno secondo Marco Elio Rottigni, che è direttore generale di ABI.
In aggiunta, Rottigni ha sottolineato l’appoggio da parte delle banche che compongono l’associazione di due soluzioni. Da un lato quella pubblica targata BCE, dall’altra eventuali approcci di carattere privato.
Sì, ma non troppo e… forse
ABI è storicamente stata scettica – un po’ come il resto del settore bancario europeo – sull’Euro digitale. Una soluzione che tecnicamente potrebbe fare a meno delle banche e ridurre i depositi presso gli istituti. Tant’è che in passato i dubbi – per utilizzare un eufemismo – di ABI furono condivisi con Piero Cipollone di BCE. E fu lo stesso Piero Cipollone a rassicurare le banche, dicendo loro che avrebbero fatto parte del circuito (nonostante la loro inutilità tecnica in un sistema del genere).
La cosa sembrerebbe aver funzionato: ABI ora, per bocca di Marco Elio Rottigni, si dichiara infatti favorevole all’Euro digitale, e anche a eventuali soluzioni di carattere privato. Riporta IlDenaro.it
La nostra posizione è chiara. Il mandato dei nostri associati, anche deliberato dal Comitato esecutivo, è da una parte lavorare sotto la spinta della Banca Centrale Europea, che chiede di collaborare sull’Euro digitale. Dall’altra di lavorare a sistemi di pagamento integrati tra paesi.
Ma c’è spazio anche per lo spauracchio principale per BCE:
Gli americani hanno detto:: “Apro tutto alle stablecoin”, la Cina ha detto “apro tutto alla CBDC”. Noi siamo in mezzo […] vogliamo andare verso un concetto di euro digitale, ma siamo convinti che ci siano soluzioni ibride e possano coesistere situazioni diverse.
Né con Pechino né con Washington, o meglio con tutti e due, cercando di prendere il buono, l’utile di entrambi i sistemi. Anche probabilmente per non entrare in conflitto con una BCE che si è dimostrata, aggiungiamo noi, aperta e disponibile ad accogliere le richieste delle banche.
Limiti a tutela del sistema bancario
Ci saranno limiti massimi di detenzione per l’Euro digitale, che saranno inseriti su richiesta dei ministeri delle finanze dei paesi membri, che a loro volta arrivavano dalle banche.
Banche che, ragionevolmente, non vogliono perdere quella fonte di capitale a buon mercato che sono i depositi.
Un problema però – come abbiamo provato a spiegare qui – che riguarda il sistema nel suo complesso. BCE (così come le altre banche centrali) non può fare a meno delle banche e del sistema depositi per la trasmissione della politica monetaria.
È il vecchio e annoso problema del narrow banking impossibile da integrare nei sistemi moderni, cosa che rende le stablecoin una minaccia importante al funzionamento del mondo monetario per come lo conosciamo oggi.
Pagare sì, ma non tutto e subito
La parte più curiosa dell’intervento di Rottigni, ABI, riguarda però i costi. Circolano stime di spesa per istituto importanti – qui il report di PwC – che però ABI vorrebbe dilazionare nel tempo:
Siamo assolutamente favorevoli al concetto di euro digitale, ma queste cose costano.
E torna prepotente una domanda che le orecchie pubbliche percepiscono come bestemmia. Chi paga?
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