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Aztec lancia la Ignition Chain: il primo L2 di Ethereum DECENTRALIZZATO e orientato alla PRIVACY!

Prosegue a gonfie vele lo sviluppo di soluzioni per la privacy del settore on-chain.

Aztec, uno dei progetti più interessanti del mondo Ethereum, ha da poco annunciato il debutto della Ignition Chain, il primo L2 di Ethereum realmente decentralizzato che servirà come strato di consenso per la futura rete Aztec principale. Con Ignition si compie così un passo fondamentale verso la costruzione di un layer completo con focus su privacy e sulla programmabilità EVM, in grado di ospitare transazioni e smart contract privati, oltre a funzioni avanzate basate su prove crittografiche zk-SNARK.

Questa è solo quindi la “fase zero” di un ecosistema più ambizioso, che punta ad integrare un proprio linguaggio di programmazione, una sua suite di sequencer decentralizzati, ed un livello di riservatezza simile a quello che possiamo trovare su progetti come Zcash, ma con un’importantissima compatibilità con il versante Ethereum. Può sembrare tutto molto complesso, ed in effetti è un tema tecnicamente avanzato, ma cerchiamo di semplificare il tutto in questo articolo.

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Ignition Chain: il livello di consenso del prossimo network Aztec

Partiamo da un assunto fondamentale: ogni blockchain deve avere due componenti principali:

  • Un livello di consenso, dove si stabilisce chi può produrre blocchi, in che ordine pubblicare le transazioni e chi si occupa della sicurezza della rete. Dal termine appunto “consenso”, si indica la necessità che tutti i partecipanti concordino su ciò che debba essere considerato valido, e su ciò che non lo è.
  • Un livello di esecuzione, dove invece si eseguono transazioni, si aggiorna lo stato della blockchain e si vanno a processare che gli smart contract che compongono le applicazioni della rete. È il livello operativo, quello in cui avviene concretamente tutto ciò che gli utenti sperimentano quando interagiscono con la chain.

Ora, è importante capire che non sempre questi due livelli sono separati, o meglio fino a pochi anni fa anche Ethereum li trattava insieme, secondo un’architettura monolitica. Negli ultimi anni si è arrivati ad una concezione più modulare, dove le varie funzioni di una chain vengono separate per efficientare tutti i processi e renderli più snelli, economici e scalabili.

Tornando ad Aztec, Ignition rappresenta unicamente il livello di consenso, quindi la parte che gestisce la produzione blocchi e garantisce la sicurezza interna tramite processi come lo staking e lo slashing. La parte dell’esecuzione verrà aggiunta in futuro sopra il consenso, non appena sarà lanciato ufficialmente il network Aztec. Questo è solo il primo passo. 

Aztec consenso
Aztec IgnitionFonte dati: https://x.com/aztecnetwork/

Ignition: un livello di consenso realmente decentralizzato

Dobbiamo però ricordare che Aztec non mira a costruire una chain a sé stante ma un layer-2 di Ethereum, che si appoggia alla sicurezza del layer principale, ma in modo veramente decentralizzato. Rispetto infatti alle reti rollup come Arbitrum, Base, OP Mainnet, Starknet, Linea, ZkSync, ecc, lo strato Ignition presenta una differenza abissale.

Tutti i L2 esistenti ad oggi NON sono decentralizzati, in quanto hanno un solo sequencer centralizzato (o pochi), che si prende la briga di prendere tutte le transazioni degli utenti, ordinarle secondo una logica precisa, ed inviarle in blocco al L1 Ethereum per la pubblicazione. 

Questo sequencer è fondamentale nelle prima fase di vita di un rollup, perché consente di gestire tutte le tx in sicurezza, mentre la chain lavora per incrementare la decentralizzazione (i vari stadi di sviluppo si indicano con gli Stage 0, 1, 2)

rollup l2
Rollup L2 EthereumFonte dati: https://l2beat.com/scaling/summary


Ignition parte invece subito come un L2 decentralizzato, dove chiunque può diventare un sequencer e dove il consenso è distribuito tra tutti i partecipanti. I blocchi non vengono decisi da una singola entità ma dall’intera comunità che opera in modo permissionless. Ed in che modo? Semplicemente, basta mettere in stake il token nativo $AZTEC (venduto ora in public sale), e tirare su un nodo con le specifiche hardware indicate nell’immagine sotto.

specifiche validator ignition aztec
Specifiche validatorFonte dati: https://ignition.aztec.network/

Staking e slashing 

In questa prima fase, mentre il token $AZTEC attende il lancio in mainnet, Ignition funziona con un set di partecipanti selezionati, chiamati “Ignition Operators”, che operano senza ricevere premi di stake, in attesa della vera decentralizzazione. Non appena il token debutterà, allora chiunque potrà impegnarlo nella rete e ricevere ricompense on-chain per il proprio contributo.

Quante ricompense? Esattamente come in ogni altro network Proof-of-Stake (come Ethereum), dipende dall’emissione di rete e dal numero di validatori presenti. Aztec offre sul proprio sito un calculator per stimare le rewards in base alla quantità di nodi partecipanti.

staking aztec
Staking calculatorFonte dati: https://ignition.aztec.network/

Fondamentale ricordare che esiste però anche lo slashing, ossia un meccanismo che punisce i validatori che si comportano male e che ad esempio censurano o manipolano una transazione. In quei casi, quando un blocco viene rifiutato dal sistema, la quota di stake impegnata dal validator viene slashata, ossia persa. 

Questo sistema, in linea con il concetto di “teoria dei giochi”, aiuta a far sì che tutti abbiano l’interesse di comportarsi nel modo corretto, mantenendo la rete sicura. Infatti un nodo avrà tutto l’interesse del mondo a difendere il proprio stake e continuare a guadagnare premi, ma per farlo deve seguire le regole del protocollo.

$AZTEC token

Chi vi scrive non è un fan delle sale pubbliche, visto e considerando anche come il nostro giornale cerca di proteggere voi lettori dalle centinaia di ICO scam che ci sono in giro, ma dobbiamo necessariamente parlare della vendita del token $AZTEC in quanto elemento fondamentale per la decentralizzazione e la costruzione della chain.

Questa risorsa è attualmente acquistabile dal sito web ufficiale della piattaforma, secondo un formato “Continuous Clearing Auction”, in cui gli utenti possono fare offerte a diversi livelli di prezzo. Il floor price è di $350 milioni di FDV, ossia la valutazione minima alla quale un’offerta può essere accettata.

La total supply di $AZTEC è di 10.350.000.000 tokens, mentre solo il 14,95% verrà venduta alla sale, che avverrà su rete Ethereum. Il minimo di token necessari per attivare il sequencer è 200.000 $AZTEC, che ad un clearing price minimo attuale di $0,03 necessita di un investimento da $6.000.

Public sale Aztec
Info Aztec saleFonte dati: https://sale.aztec.network/auction

Chiaramente, non vi stiamo dicendo di partecipare, ed anzi fate molta attenzione perché parliamo di attività particolarmente rischiose: c’è comunque poca gente che partecipa rispetto ad altre sale super affollate, quindi meglio da un punto di vista di potenziale reward.

Aztec, decentralizzazione + privacy: cosa si potrà fare con la nuova rete?

Una volta che verrà aggiunto anche il livello di esecuzione finale ad Ignition, Aztec sarà pronta a fare il salto di qualità e diventare finalmente il primo ambiente programmabile con privacy nativa e compatibilità Ethereum. Sarà dunque possibile combinare la stessa riservatezza profonda che troviamo in reti come Zcash, con la flessibilità del mondo EVM.

Il cuore della chain è rappresentato dalle prove crittografiche zkSNARK, che servono affinché un utente possa dimostrare la validità di una transazione, senza rivelare i propri dati pubblicamente. Questo permette quindi di aumentare la privacy senza rinunciare alla sicurezza. Il tutto con account privati con UTXO in stile Zcash dove ogni transazione genera nuove “note” criptate non collegabili tra loro, la cui cronologia è impossibile da ricostruire.

Per fare ciò Aztec ha anche integrato il linguaggio Noir, che permette agli sviluppatori di scrivere più semplicemente applicazioni che contengano prove ZK, con logiche private ma verificabili. Indubbiamente questo progetto ha messo  tanta ciccia sul fuoco, soprattutto considerando quanto il tema della privacy sia diventato centrale negli ultimi anni. 

Continueremo a seguire i suoi sviluppi con curiosità, vista la potenzialità con cui si potrà ridefinire al modo in cui immaginiamo le applicazioni on-chain.

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