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Fondo Monetario: stablecoin rischio sistemico per mercati e economie. Il report

Preoccupazioni fondate per gli effetti della diffusione di crypto stable?

Il Fondo Monetario Internazionale è tornato a occuparsi di stablecoin in un lungo report pubblicato in settimana e dall’ambizioso nome Understanding StablecoinsComprendere le Stablecoin. È un report illuminante per tutta una serie di motivi. Illuminante perché elenca tutti gli elementi critici per l’istituzione finanziaria sovranazionale più importante del pianeta.

Ed è anche illuminante perché sottolinea – come abbiamo già fatto in passato su Criptovaluta.it® – le incompatibilità tra il sistema stablecoin e quello bancario moderno.

Di cosa non parleremo

Delle chiamate all’azione del Fondo Monetario Internazionale per le principali giurisdizioni. Sono questioni politiche che partono da conclusioni che non devono essere per forza di cose condivise.

Sarà più interessante, almeno per i nostri lettori, capire quali sono le caratteristiche delle stablecoin che generano resistenze importanti a livello istituzionale.

I rischi e le implicazioni sistemiche

Da pagina 23 del report che puoi scaricare qui di inizia a discutere delle implicazioni sistemiche e di rischio di una maggiore diffusione delle stablecoin.

  • Volatilità e bank run

Le stablecoin si dichiarano come stabili, ma presentano comunque dei rischi di mercato, di liquidità, di credito e – aggiungiamo noi – anche di controparte. È possibile che le stablecoin perdano l’ancoraggio alla valuta che vorrebbero rappresentare.

I rischi, riconosce il FMI, possono essere mitigati con scelte prudenti in termini di asset di riserva. Se le stablecoin sceglieranno asset solidi e di bassa volatilità, tali problemi possono essere arginati. Rimangono quelli, secondo il Fondo Monetario Internazionale, di governance, di gestione delle riserve stesse.

Il rischio di bank run è poi da considerarsi, sempre secondo il FMI, in momenti di stress. In aggiunta, dato che l’accesso alla conversione diretta non è disponibile per tutti (il MiCA la impone, ma chiaramente solo in Europa), per scambiarle potrebbe essere necessario rivolgersi ai mercati secondari.

  • Rendimenti degli asset messi a riserva

È una questione di enorme interesse. Le stablecoin che vogliono avere una gestione prudente delle riserve concentrano i loro investimenti in bond a breve scadenza (il Genius Act imporrà una durata massima residua di 90 giorni). L’enorme mole di denaro parcheggiato per conto delle stablecoin potrebbe comprimere i rendimenti di questo tipo di prodotti.

T-bill analisi
La percentuale di t-bill in mano alle stablecoin è già rilevante

Poi, nel caso di bank run, potrebbero esserci degli scarichi importanti, con effetti opposti e di intensità imprevedibile.

Le stablecoin potrebbero diventare, in sintesi, troppo grandi rispetto ai mercati sui quali investono con le loro riserve, causando squilibri importanti e difficili da contenere.

  • Disintermediazione delle banche

Le banche possono subire una diminuzione significativa dei depositi, soprattutto nel caso in cui le stablecoin fossero libere di offrire rendimenti. Questo è proibito, ricorda correttamente il Fondo Monetario Internazionale, da quasi ogni regolamentazione globale, ma può essere facilmente aggirato.

Un esempio è quello dei depositi con rendimento che vengono offerti da società partner (il caso emblematico, che negli USA sta già facendo discutere, è quello di un noto exchange e dei suoi rapporti con USDC).

  • Sostituzione della valuta

È un tema che è caro anche a BCE: una diffusione di certe stablecoin potrebbe comprimere la sovranità monetaria di certi paesi e di certi blocchi, di fatto limitando il campo d’azione della politica monetaria e causando una serie di inefficienze a catena che potrebbero avere degli effetti deleteri sul funzionamento delle economie.

A essere oggetto di osservazione del Fondo Monetario Internazionale sono principalmente i paesi emergenti, dove la diffusione di stablecoin legate al dollaro è già relativamente importante, ma comunque minima rispetto ai depositi classici.

Sono preoccupazioni certamente fondate, e che saranno la base di ogni tipo di discussione anche a livello internazionale. C’è però un problema: con la facilità di accesso che il mondo crypto può offrire, sarà molto difficile limitare l’accesso alle stablecoin, almeno a quelle fasce della popolazione e in quei paesi dove l’utilizzo di una valuta estera più solida è assai desiderabile.

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