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Crypto altcoin: è stato un anno di bear market. Le novità PAGANO TROPPO. La vecchia guardia…

Per I layer 1, anche nuovi, un anno terribile. E se fosse stato già bear market? L'analisi.

È fine anno ed è tempo anche di bilanci. Il 2025, per quanto sbiadito in questo senso rispetto ai fasti del vecchio bull market, ha visto anche l’esordio di tante nuove chain in layer 1. Chain indipendenti, che talvolta provano a offrire una novità (minima, nella maggior parte dei casi) con la quale attirare nuovi investitori, sviluppatori e utenti. Sarà che è stato un anno complicato per tutto il settore alt, sarà che poche chain della vecchia scuola continuano a dominare, sta di fatto che le difficoltà per le nuove chain sembrerebbero essere insormontabili. Non solo in termini di utenti e volumi interni, ma anche in termini di prezzo.

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Ed è forse questo uno dei segnali più importanti di conferma di una teoria che – giorno dopo giorno – si rinforza. È la teoria che vuole il 2025 come anno effettivo di bear market, parzialmente diluito soltanto dai grandi afflussi arrivati dagli ETF negli Stati Uniti per le top. E nello specifico per Bitcoin.

Layer 1 di nuova generazione: il perché di performance così così

Una premessa, prima che arrivino gli arrabbiati fan di questo o quel progetto. Non si tratta di un giudizio tecnico sulle chain che prenderemo ad esempio. Tutt’altro, quello che vogliamo sottolineare è come in realtà nel momento sbagliato anche grandi progetti sul piano tecnico possono risultare in pessimi risultati finanziari ed economici.

Il primo caso è quello di due lanci in pompa magna, che presentano però delle difficoltà di prezzo per il token di riferimento che non possono essere ignorate. Rispetto ai prezzi di lancio $BERA di Berachain è sotto di oltre il 90%. Discorso migliore (anche se c’è poco da ridere anche qui), per $MON di Monad, che rispetto al prezzo di un anno fa si trova sotto del 30% circa. In questo secondo caso siamo più allineati con le performance generali del settore alt, cosa che però non cambia la questione centrale.

Canton $C, che pure sembrerebbe avere il supporto di tanti istituzionali, ha comunque perso il 40% rispetto ai prezzi di lancio. Segnale che di trippa per i gatti, utilizzando un grezzo modo di dire, sembra essercene molto poca anche per chi ha il sostegno di supposti piani alti.

Faticano in verità anche crypto del “vecchio ciclo”

Il tempismo è davvero tutto. E ve lo dimostra anche la performance poco brillante di $APT di Aptos, altra chain lanciata in un momento “sbagliato” (era praticamente l’inizio dello scorso bear market) che comunque sull’anno è passata da 9,7$ a circa 1,5$ di valore di scambio ora.

Avalanche, altra chain molto quadrata tecnicamente, sta soffrendo in modo importante e sull’anno perde oltre il 65%. Hedera, nonostante gli ETF, è sotto di una percentuale simile.

Anche le TOP chiuderanno anno in negativo

$HYPE di Hyperliquid ha regalato enormi gioie a chi è entrato per tempo e probabilmente è posizionata per tornare a dire la sua anche per il 2026. Tuttavia, anno su anno, farà un -10%/-15%, a meno di recuperi in questa ultima settimana.

Ripple, che era stata tra quelle maggiormente avvantaggiate dall’arrivo di Trump alla Casa Bianca, chiuderà su percentuali simili (e forse un po’ peggiori). Solana farà anche peggio, con un -35% ad oggi anno su anno, che sembra difficile da recuperare in questa ultima settimana.

Il bicchiere mezzo pieno

Doveva essere – almeno secondo le letture di alcuni – un anno di grande boom. In realtà abbiamo però avuto una crescita importante da novembre a gennaio per alcuni progetti, per poi avere un altro picco in ottobre, prontamente rimangiato dopo i tristi eventi del 10 ottobre.

Aria di bear market? Nel caso – e se dovessimo credere a una certe ciclicità dei mercati, ci saremmo lasciati alle spalle un anno negativo, accorciando così i patemi. Il 2026, che ora tutti dichiarano incerto, avrà dalla sua il non dover rispettare delle previsioni troppo ottimistiche. Cosa che in passato è stata quasi sempre di buon auspicio per i mercati.

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