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Grayscale lancia un ETF su Bitcoin e… fondo per istituzionali!

Anche se SEC continua a tergiversare sull’approvazione di nuovi strumenti che permettano di investire in criptovalute anche ai clienti istituzionali, i fondi e i gestori di asset continuano a sfruttare ogni possibilità offerta dalla legge per progredire in questo senso. Ed è Grayscale che ci riprova, trasformando uno dei suoi trust più popolari.

Il manager di asset – che nel comparto delle criptovalute è il più grande al mondo, punta infatti a trasformare il suo Digital Large Cap Fund in una struttura che avrà obblighi di report a SEC, rendendola così molto più appetibile per gli investitori che cercano veicoli più solidi – e regolamentati – per investire in criptovalute.

Large Cap - Grayscale cambia formato - di Criptovaluta.it
Grayscale modifica il suo Large Cap per incontrare il favore degli istituzionali

Una notizia che potrebbe non avere ripercussioni immediate sul mercato – ma che è comunque segnale del fatto che i gestori di capitali negli USA non hanno alcuna intenzione di mollare, anche se di fronte ad un atteggiamento di SEC ancora difficile da decifrare. Una buona notizia per tutte le criptovalute che sono incluse all’interno del fondo, tra le quali Bitcoin, Ethereum, Cardano, Bitcoin Cash, Litecoin e Chainlink.

Ripercussioni positive che potremo sfruttare su eToro (qui per testare il conto demo gratuito e con funzionalità complete) – che ci offre oltre a questi coin anche gli esclusivi CopyPortfolios – tramite i quali investire in panieri di beni in stile Large Cap di Grayscale. Oppure in alternativa con il CopyTrading, per copiare i migliori investitori del comparto (o per spiare quello che stanno facendo).

La mossa di Grayscale per rendere i suoi fondi più appetibili

La mossa di Grayscale – che ha annunciato oggi di aver inviato la documentazione necessaria a SEC – è di chiarissima lettura. C’è un grande insieme di investitori, pensiamo ai fondi hedge, ma anche a quelli destinati all’investimento di rischio, oppure ancora alle banche d’affari, che hanno bisogno di veicoli finanziari regolamentati per pensare di acquistare quote ed esposizione verso il mondo cripto.

Tanti gruppi hanno già investito nel Trust che Grayscale dedica al 100% a Bitcoin, proprio perché è un fondo che ha già lo status che presto sarà raggiunto da Digital Large Cap. Pertanto con questa mossa Grayscale punta ad allargare il suo ventaglio di offerte anche verso investitori che hanno determinati obblighi ex lege.

Cosa vuol dire questo per le criptovalute coinvolte?

Dipende dalla quantità di investimenti che Grayscale riuscirà a raccogliere con questa iniziativa e, paradossalmente, dalla velocità con la quale SEC potrà approvare degli ETF di questo tipo, che replichino non solo Bitcoin, ma anche criptovalute come Chainlink o Cardano – con prodotti che sarebbero a quel punto alternativi al veicolo scelto da Grayscale.

Qualcosa che però sembrerebbe ancora essere molto lontano dalle corde dell’authority che si occupa di vigilanza sui mercati USA. Come abbiamo già raccontato più volte proprio sulle pagine di Criptovaluta.it, in realtà SEC ha già diversi ETF puri su Bitcoin in attesa – con le decisioni definitive che vengono ancora rimandate.

Poco male per i piccoli e medi investitori europei, che comunque hanno accesso a piattaforme come Capital.com (qui per ottenere il conto di prova gratis, illimitato per sempre), che permette di investire anche piccole somme (a partire da 20 euro) e che ci offre accesso a tutte le criptovalute che fanno parte di questo fondo. Un intermediario che offre anche intelligenza artificiale, insieme alle piattaforme MetaTrader 4 e TradingView, abbinate al servizio di segnali Trading Central.

E intanto Grayscale vorrebbe trasformare il suo fondo su Bitcoin…

In un ETF – aggiungendosi così a gruppi come VanEck che hanno già fatto richiesta a SEC per l’approvazione di un prodotto finanziario di questo tipo. Non è dato sapere se le pressioni che Grayscale – che ha tra i suoi investitori già Ark e Morgan Stanler – saranno finalmente risolutive di una situazione di stallo che dura ormai da troppo tempo.

Sono comunque ottime notizie per tutto il comparto: la vivacità degli intermediari finanziari, nonostante il momento non brillante per il mercato, è segno del fatto che siamo molto distanti dal crollo che abbiamo avuto nel 2018. Le criptovalute, possiamo dirlo forte adesso, sono qui per restare.

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