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Lo Yuan Digitale vuole rimpiazzare Bitcoin ed Ethereum

Quando il governo cinese decide di implementare un nuovo programma, difficilmente trova ostacoli nel suo cammino. E questo è quanto sta avvenendo anche per quanto riguarda lo Yuan Digitale, valuta che è stata definita, in modo assolutamente scorretto, la criptovaluta di stato della Repubblica Popolare Cinese.

Sono stati diffusi i primi dati sull’adozione, che vanno presi con le pinze perché diffusi dalla Banca Centrale Cinese, dati che parlano della creazione di 200.000.000 di wallet in pochi mesi – aggiungendo anche una chicca sul piano tecnologico. Perché sempre secondo quanto riportato dalla Banca Centrale, il Digital Yuan sarà programmabile.

Ancora news dalla Cina – e questa volta il riferimento è anche ad Ethereum

Un po’ come siamo abituati a vedere nel mondo di Ethereum e di tante altre criptovalute che seguiamo ogni giorno su Criptovaluta.it. Ma non facciamoci ingannare: lo yuan digitale è l’ennesimo cavallo di Troia che le autorità cinesi utilizzeranno per esercitare controllo. E occhio anche a chi in questi giorni continua a proporre investimenti in questo token. Perché si tratta, al 100%, di truffe anche mal organizzate.

Chi vuole investire nelle vere criptovalute oggi ha a disposizione molto di più. Su eToro (qui per un conto demo gratuito, illimitato e con tutte le funzionalità), come il CopyTrading, per copiare chi ha ottenuto i migliori successi sul mercato, oppure per spiare nel suo portafoglio. O ancora come i CopyPortfolios, che ci permettono di investire in portafogli di criptovalute reali.

200 milioni di wallet e tutto pronto per le olimpiadi invernali

I regimi utilizzano da sempre i grandi eventi sportivi per la pubblicizzazione delle loro iniziative. E nel caso della Repubblica Popolare Cinese lo scenario ideale per questo tipo di operazione saranno le Olimpiadi Invernali del 2022 che si terranno a Pechino, con i wallet che arriveranno anche nelle mani dei visitatori stranieri, come vi abbiamo già raccontato nel corso di un altro speciale dedicato allo Yuan Digitale.

Sarà l’occasione, si mormora tra i papaveri del partito, di dimostrare al mondo la superiorità del sistema cinese rispetto a Bitcoin – e a questo punto anche rispetto ad Ethereum, dato che si continua a parlare sempre più insistentemente di smart contract che saranno supportati dal progetto. Non è chiaro ancora capire in quali termini e con quali funzionalità, ma tutto comunque lascia pensare che l’idea della Banca Centrale Cinese, che sta implementando il progetto, è di rimpiazzare completamente tutte le funzionalità più apprezzate del mondo cripto.

Il tutto condito dall’ormai scontatissimo attacco al mondo delle Criptovalute vere, quelle che possono garantire piena libertà di utilizzo agli utenti, quelle che per intenderci non sono controllate dalle banche centrali.

Le criptovalute decentralizzate non possono essere utilizzate nelle attività economiche quotidiane, perché mancano di valore intrinseco, hanno variazioni di prezzo troppo elevate e bassa efficienza nello scambio, nonché alti consumi energetici.

Polemica che si potrebbe anche prendere sul serio se ai cittadini cinesi fosse stato consentito di avere una libera scelta da Yuan Digitale e Bitcoin o qualunque altro tipo di criptovaluta. Non è stato così – e non lo sarà, perché come sempre accade dalle parti di Pechino, saranno i papaveri del partito a prendere decisioni al posto del singolo.

C’è da temere un grande successo di questa iniziativa?

A nostro avviso sì – e non in quanto potenzialmente pericolosa per il mondo delle criptovalute autentiche, che continuerà ad operare, vivo e vegeto, anche se tutti gli stati del mondo dovessero dotarsi di strumenti.

Nonostante la Banca Centrale abbia inserito qualche riga dedicata alla privacy, possiamo ritenerci più che scettici del fatto che sarà implementato effettivamente un sistema per la protezione della privacy dei cittadini. Che comunque, specifica di nuovo la Banca Centrale, li proteggerà dalle “richieste non autorizzate”. Ma quelle del governo, per definizione, lo saranno. E quindi addio privacy, in particolare quando il sistema dello Yuan Digitale verrà completamente integrato con il Social Credit Score che il regime di Pechino utilizza per valutare la compliance dei propri cittadini.

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Giuseppe
Giuseppe
2 anni fa

La Cina vuole controllare il mondo occidentale che, passivamente, continua a tollerare intrusioni nelle politiche sociali ed economiche degli stati e persino la profilazione dei propri cittadini, una situazione assurda ed intollerabile ed anche questo nuovo strumento è nel segno di questa strategia espansionistica e colonialista.