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Criptovalute in Corea

Criptovalute, al via le nuove regole di settore in Corea del Sud

Considerando che il settore è “nuovo” e le regole di disciplina pure, gli analisti di tutto il mondo stanno guardando con crescente interesse a ciò che potrebbe avvenire in Corea del Sud, uno dei Paesi che – prima degli altri – si è mosso proattivamente nei confronti dell’asset criptovalutario sotto il profilo normativo.

Criptovalute in Corea
La Corea del Sud apporta nuovi regolamenti sulle criptovalute.

Peraltro, si noti come i piani regolatori di Seoul per affrontare la speculazione sulle criptovalute abbiano spaventato e non poco gli investitori all’inizio di questo mese. Tuttavia, con il passare dei giorni, e proprio alla vigilia della loro introduzione, gli osservatori hanno virato i propri commenti in chiave più positiva. Ma quali sono le novità?

Qualche ora fa la Commissione per i servizi finanziari della Corea del Sud ha confermato alla CNBC che sono state ufficialmente implementate le nuove misure delineate dallo stesso organismo all’inizio di questo mese. Dunque, a partire da ieri, 30 gennaio 2018, gli scambi di criptovalute sono ammessi solo da conti bancari che sono contraddistinti da nomi reali, rispettando così la più ampia normativa antiriciclaggio, che impone rigidi obblighi agli intermediari. Le misure delineate sono intese – aggiunge l’authority nel documento – “a ridurre lo spazio che le attività legali potrebbero avere nelle transazioni di criptovaluta, come il riciclaggio di denaro e l’evasione fiscale”.

Ma come hanno reagito gli operatori a tali innovazioni? Per il momento, i pareri positivi sono di più di quelli critici.

L’Exchange sudcoreano Bithumb, che ha iniziato il servizio di identificazione di criptovaluta in tempo reale proprio ieri, ha dichiarato che le operazioni “sono andate bene” e che “nulla è cambiato in termini di transazioni monetarie”.

Penso che sia l’inizio di un giro di vite sull’anonimato e sui casi di utilizzo illegale che potrebbero avere alcune criptovalute” – ha poi dichiarato alla CNBC Julian Hosp, co-fondatore e presidente della start-up TenX. “Se, anche in seguito a ciò, gli investitori e le aziende potranno avere più sicurezza nell’ecosistema criptovalutario, sarà possibile verificare un grande impulso positivo nel lungo periodo, anche a fronte di qualche immediato aspetto negativo”.

Questi protocolli di protezione degli investitori sono ciò che mancava al mercato delle criptovalute ed è quello che si sta attuando”, ha dichiarato invece John Sarson, managing partner di Blockchain Momentum, che investe in criptovalute e società collegate alla blockchain. “È una buona cosa che gli operatori conoscano i propri clienti e si assicurino che gli stessi stiano facendo cose legali”, ha altresì affermato, aggiungendo che queste regole consentiranno una maggiore legittimità dell’intero settore.

Anche se il trading di bitcoin in won coreano è pari a circa il 4 per cento del totale globale (rispetto al 40 per cento denominato in yen a circa il 30 per cento trattato in dollari), gli analisti ritengono che le normative ora applicate in Corea del Sud possano ancora avere un impatto più ampio sul mercato grazie agli effetti “emotivi” che una simile disciplina potrebbe avere, e allo spirito di “emulazione” in giro per il mondo.

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