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Bitcoin: SEC la prende comoda | Rimandato l’ETF di VanEck

Chi ha paura di Bitcoin? Ce lo chiediamo ormai da qualche mese sulle pagine di Criptovaluta.it, con qualche risposta al quesito che, nel tempo, si è fatta sempre più convincente.

SEC, ad esempio, la Securities and Exchange Commission, ovvero l’ente governativo americano che norma e controlla i mercati finanziari e gli asset che vi sono scambiati. Un altro rinvio per gli ETF basati su Bitcoin, anche quando questi sono proposti da giganti del settore come VanEck.

ETF di VanEck rinviato di nuovo - ecco perché - di Criptovaluta.it
SEC si prende ancora tempo: VanEck intanto…

Qualcuno potrebbe vederci una notizia negativa, ma è l’ennesimo segnale del fatto che il movimento BTC – e più in generale delle criptovalute – fa paura al mondo della finanza classica. Con chi dovrebbe fare da arbitro che, ormai è evidente, non sa che pesci prendere.

Come sfruttare questa notizia – Possibili segnali:

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I segnali e i target price su Bitcoin – la resistenza di SEC è inutile

Bitcoin fa paura a SEC – rimandato un altro ETF

E non è la prima volta che accade. SEC ha sul suo tavolo decine di prodotti analoghi, che sono stati proposti più o meno da tutti i principali gestori di fondi del mondo, stessi gestori di fondi che amministrano in America migliaia di ETF o a gestioni attive. La questione intermediario è pertanto nulla.

A mettere SEC in una posizione difficile è senza mezzi termini Bitcoin, con la potentissima organizzazione che ha prima preso tempo, poi mandato a dire tramite il suo presidente Gary Gensler che avrebbe preferito prodotti basati su futures del CME e poi… ha preso di nuovo tempo.

Una situazione che ha del paradossale – che come avevamo raccontato sta già facendo spazientire i potenti gestori dei fondi – e che con ogni probabilità non si risolverà per i prossimi mesi. Dato che, anche questa una lettura che siamo stati i primi a dare, sulla pelle degli ETF su Bitcoin si sta consumando una lotta senza quartiere tra la maggioranza Dem e la minoranza Rep.

Rinvio al 14 novembre, quando ci sarà probabilmente…

Un altro rinvio? Non sarà possibile. Il comunicato di ieri riporta una extension notice, ovvero un prolungamento dei tempi di valutazione, di altri 60 giorni, con la prossima data utile che sarà quella del 14 novembre. Data entro la quale, traduciamo direttamente:

La commissione approverà o non approverà.

Una promessa – supportata anche da prassi legali – alla quale però ora in pochissimi credono, dato che SEC ha continuato a rimandare le approvazioni non solo dei prodotti di VanEck, ma anche di altri blasonati gestori di fondi. Un gioco al rimpallo che – secondo la maggioranza degli analisti – denota una cosa piuttosto chiara. Ovvero che SEC non ha assolutamente intenzione di sciogliere la questione, attenendo ordini dall’alto.

Una situazione paradossale: altrove gli ETF su Bitcoin sono la completa normalità

In Canada, ma anche nell’Unione Europea, così come in Sudamerica possiamo trovare ETF che replicano, fisicamente o sinteticamente, l’andamento sul mercato di Bitcoin. Prodotti finanziari normalissimi, che però negli USA stanno incontrando resistenze molto importanti.

Tutto questo nonostante ad aver proposto l’approvazione di tali prodotti ci siano gestori di enorme importanza, tra i quali citiamo Valkyrie, Fidelity, Kryptoin, WisdomTree e SkyBridge – praticamente il gotha del capitalismo internazionale. VanEck inoltre aveva già messo le mani avanti, mandando richiesta per un ETF differente e basato sui futures, secondo i desiderata di Gensler, esattamente 1 mese fa.

Perché NON è una brutta notizia per Bitcoin

Perché ETF o no, gli investitori hanno comunque degli ottimi prodotti finanziari per avere accesso al mondo di Bitcoin e delle criptovalute, così come possono, tramite exchange o tramite piattaforme dedicate, acquistare direttamente criptovaluta. Allo stesso modo si stanno muovendo diverse società, pensiamo a MicroStrategy e a Tesla, ma non solo, che hanno in cassa direttamente BTC.

Gruppi bancari come JPMMorgan Stanley e Wells Fargo – per citare i tre più importanti negli Stati Uniti, stanno già offrendo accesso a Bitcoin tramite fondi privati ai clienti più facoltosi. Per quanta resistenza possa fare SEC, la rivoluzione ormai è iniziata – e tutti gli operatori economici della prima potenza finanziaria del mondo sono più che concordi su un fatto semplice: Bitcoin è un asset finanziario a tutti gli effetti, che continui o meno l’ostinata resistenza di SEC.

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