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Goldman Sachs raccoglie 25 milioni per Veem, startup dei pagamenti in criptovaluta

Il gigante bancario Goldman Sachs ha appena guidato un round di investimenti strategici di 25 milioni di dollari, a favore della start-up dei pagamenti in blockchain Veem, con la partecipazione di altri importanti gruppi del settore come Silicon Valley Bank.

Veem utilizza tecnologia ledger avanzata per aumentare l’efficienza dei pagamenti per le piccole attività, ha inoltre confermato che alla raccolta fondi e investimenti appena terminata hanno partecipato altre importanti aziende come GV (quella che un tempo era Google Ventures), Trend Forward Capital, Extol Capital, Kleiner Perkins e Pantera Capital, insieme ad altri investitori di dimensioni più ridotte.

Anche Forbes, rivista che è l’oracolo dell’America finanziaria, ha confermato la partecipazione di Goldman Sachs a questa operazione, tramite la sua controllata Principal Strategic Investment Group e che uno dei manager di Goldman Sachs, Rana Yared, farà anche parte del consiglio di amministrazione di Veem.

Con gli ultimi fondi che ha potuto raccogliere, Veem pensa di sviluppare nuove integrazioni con aziende partner, in aggiunta ad un miglioramento dei sistemi di automazione e di controlli anti-riciclaggio, per migliorare la compliance con le normative KYC (know your customer, che impongono ai gruppi americani – e non solo – di raccogliere informazioni di prima mano sui loro potenziali clienti).

Veem utilizza Bitcoin per collegare i conti bancari dei suoi clienti con quelli dei fornitori, utilizzando per più del 50% delle transazioni proprio la popolare criptovaluta.

Non è la prima volta che questa start-up dei pagamenti su blockchain raccoglie capitali importanti: il primo round di raccolta fondi si era chiuso con 26 milioni raccolti, che avevano permesso al gruppo di diffondersi già in 96 paesi e di servire 80.000 piccole aziende.

Numeri decisamente importanti per una start-up che basa il suo business model sull’introduzione di sistemi di pagamento crypto/blockchain presso le piccole imprese, tendenzialmente meno recettive per quanto riguarda le ultime novità tecnologiche.

Non è comunque la prima start-up a cercare di sfondare in questo mercato: anche Axoni, dedicata però alle applicazioni in blockchain per le piccole e medie imprese aveva già raccolto 32 milioni di dollari proprio grazie ad un round di investimetni guidato da Goldman Sachs.

Goldman Sachs: pronto anche il trading desk per criptovalute?

Si è anche parlato, nei corridoi di Wall Street, di un possibile coinvolgimento di Goldman Sachs in qualità di trading desk di criptovalute, con voci di corridoio che nelle ultime settimane si sono fatte sempre più insistenti.

Per mezzo del suo CFO però l’azienda ha già smentito qualunque tipo di iniziativa in questo senso, affermando che il recente interesse per criptovalute e asset digitali fa parte di un processo esplorativo che avrà modo di evolversi con il tempo.

Almeno per adesso Goldman Sachs non diventerà un market maker per il settore delle criptovalute e continuerà a seguire l’evoluzione del settore molto da vicino, essendo inoltre coinvolta a livello economico in moltissimi progetti startup e già affermati.

L’interesse per le criptovalute cresce, anche se la SEC si rifiuta di normale

Situazione abbastanza paradossale quella che si sta vivendo negli USA: l’interesse per le criptovalute è in continua crescita anche da parte degli investitori istituzionali, pur permanendo una soluzione di semi-anarchia, dovuta anche al fatto che SEC si rifiuta di normare in modo chiaro riguardo gli investimenti in criptovaluta.

Proprio nelle ultime settimane diversi lobbisti hanno cominciato a fare pressione sul Congresso per arrivare ad una soluzione normativa che renda chiari i binari lungo i quali le imprese possono muoversi, senza però soffocare il nascente mercato mainstream per criptovalute e blockchain.

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