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Wall Street Journal: che attacco a Gensler! | Il “furbo” di Bitcoin…

I lettori americani, che non hanno accesso per motivi linguistici al nostro sito, hanno dovuto aspettare fino al 6 luglio per capire quale sia il punto di Gary Gensler nel continuare a rifiutare con ostinazione gli ETP/ETF su Bitcoin Spot. Qualcosa che avevamo più volte affrontato nel modo corretto su Criptovaluta.it, cosa che diciamo senza alcuna falsa modestia, e che ora è opinione principale anche di uno dei più importanti giornali al mondo.

Sì, Gensler sta giocando sporco all’interno di un gioco di potere con altre agenzie e per vincere questa battaglia sta danneggiando proprio coloro i quali pubblicamente dice di voler proteggere, ovvero gli investitori.

Con il Wall Street Journal che si schiera, ci sono buone probabilità che con il tempo cambino gli equilibri anche a livello politico. Cosa che è un’ottima notizia per Bitcoin, sul quale possiamo investire anche prima che gli USA abbiano i loro ETP spot. Possiamo farlo con la piattaforma sicura eTorovai qui per ottenere un conto virtuale gratuito e con tutti i migliori strumenti per il TRADING – intermediario che ci offre un approccio squisitamente finanziario per investire su Bitcoin, con strumenti avanzati anche per il mondo fintech.

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La sporca partita di Gary Gensler

Per capire quello che sta succedendo a tema Bitcoin ed ETF/ETP spot negli USA dovremmo partire dalle molte analisi che abbiamo svolto nelle ultime settimane, ricordando ai nostri lettori che quando si muovono agenzie e personaggi di questo spessore ci sono sempre partite più complicate che si stanno giocando.

Gensler Bluff Bitcoin
Neanche WJS crede più a Gensler

In questo caso la partita è quella del controllo regolamentare del mercato delle criptovalute e di Bitcoin negli USA. SEC vorrebbe il potere di essere giudice di ultima istanza nonché controllore degli exchange, cosa per la quale potrebbe lottare se e soltanto se alle criptovalute venisse assegnato lo status di titolo finanziario. Altrimenti sarebbe correttamente CFTC a doversi occupare della vicenda.

Ed è chiaro che nessuna agenzia governativa al mondo rinuncerebbe a cuor leggero al controllo di un mercato così importante, in particolare in ottica futura. Questo è l’antefatto dal quale iniziare a leggere qualunque tipo di dichiarazione di Gary Gensler e anche il suo ostinato rifiuto per un ETF Bitcoin che contenga effettivamente i coin e non soltanto una replica dei futures che sono quotati a Chicago.

Ed è la stessa linea che viene riportata dal The Wall Street Journal, in un lungo editoriale firmato dalla redazione al completo, che quindi segnala l’indirizzo di tutto il giornale, che rimane uno dei più potenti su scala globale.

  • Le condizioni poste da Gensler non hanno senso

Sono condizioni delle quali abbiamo già parlato diverse volte su Criptovaluta.it: la presenza di un exchange che controlli una parte rilevante del mercato e la possibilità che questo offra piena trasparenza a SEC: è una condizione mai posta per altre commodities, e dato che Bitcoin appartiene proprio secondo Gensler a questa categoria, è doppiamente assurdo che venga sollevato un caso del genere.

  • In Europa ci sono già molti prodotti attivi

E ce ne sono altri anche in altre giurisdizioni, senza che le autorità, altrettanto controllanti e restrittive anche altrove, abbiano avuto alcunché da dire. Il fatto che tutte le principali economie abbiano già acconsentito a questo tipo di prodotti non gioca a favore dell’assurda posizione di Gensler.

  • Un ETP/ETF sarebbe in realtà di protezione per gli investitori retail

Perché da un lato significherebbe l’ingresso di capitali importanti e più di lungo periodo, che contribuirebbero a rendere Bitcoin più stabile in termini di prezzo. In aggiunta offrirebbe agli investitori una modalità di accesso a Bitcoin senza che debbano necessariamente preoccuparsi della custodia.

Gensler vincerà la sua battaglia?

A nostro avviso non ha alcun tipo di possibilità di vincerla, perché gli argomenti che sta utilizzando non possono durare in eterno e hanno già sollevato critiche importanti da parte non solo degli appassionati Bitcoin, ma anche da parte di chi può muovere opinioni importanti e fa parte a pieno titolo dell’agone politico di più alto livello, ovvero il Wall Street Journal.

Le bugie hanno le gambe corte, anche quando si è a capo di uno degli enti governativi più importanti al mondo. Sempre nella speranza che la situazione si risolva a breve, perché chi sta pagando un prezzo altissimo sono gli investitori, piccoli e non.

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