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La Corea del Sud vuole normare i metaverse | E fare scuola a USA e UE [BULLISH]

La Corea del Sud si appresta a regolamentare sul metaverse, sulla scorta di un’apertura al comparto che il Paese porta avanti da tempo con convinzione. Una politica dei piccoli passi che porta oggi il governo a individuare le migliori pratiche per sfruttare le potenzialità della tecnologia in questione in ambito sociale, politico ed economico.

Mossa da inserirsi in un percorso già delineato da tempo: qualche settimana addietro le autorità centrali avevano commissionato al MSIT uno studio che sfocerà in un vademecum di principi etici da applicare sul metaverse, per la salvaguardia dei soggetti più a rischio.

Mentre in Europa si dibatte ancora di questa e quella facezia del mondo cripto e dei token (spesso con scopi esclusivamente fiscali), in Corea si segnala invece la grande forza del settore metaverse e la rilevanza che avrà in futuro. Ripensa sulla quale si può investire anche con eTorovai qui per ottenere un conto virtuale gratuito con il meglio degli STRUMENTI PREMIUM per il trading – intermediario che ci permette di investire su tutti i migliori token del mondo metaverse.

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Ancora Corea del Sud a fare da guida per il settore

La Corea del Sud punta seriamente sulle tecnologie derivate dalla blockchain, sia sul piano commerciale che per quanto concerne l’assetto sociale e politico della nazione. Un doppio binario che da un lato testa le nascenti economie on chain, e dall’altro cerca di capire come cambieranno di conseguenza i paradigmi culturali, sociali e politici nell’immediato futuro.

Corea Europa
Un’Europa rimasta molto indietro

Paradigmi che porteranno necessariamente cambiamenti nel quotidiano dei cittadini, e a cui il governo guarda con attenzione per cercare di capire in quale direzione si evolverà la società di domani. Uno degli scenari più plausibili riguarda l’uso sempre più massivo del metaverse da parte della popolazione, e non necessariamente a scopo ludico o per puro intrattenimento.

È proprio su questo aspetto che si concentra l’azione di governo. I legislatori devono stilare una linea guida che distingua in prima battuta i casi d’uso declinati in chiave crypto gaming su metaverse, da tutti gli altri. Con l’obiettivo di produrre norme specifiche da applicare in ciascun ambito.

Obiettivo impegnativo, da perseguire con perizia e reattività: la Corea del Sud è uno degli stati in cui le criptovalute hanno attecchito più velocemente, con tutte le conseguenze del caso. Siamo al cospetto di una terra amica del comparto, e che vede fiorire casi d’uso con una frequenza giornaliera. Una delle conseguenze ad esempio è l’estrema rapidità con cui gli scenari di business cambiano.

Un esempio tra i tanti: SK Telecom ha aperto alla monetizzazione nel suo metaverse, col gigante delle telecomunicazioni che ha fatto registrare un boom di consensi dato il largo pubblico di riferimento e per l’intrinseca appetibilità dell’iniziativa. Nonostante una legge del Paese proibisca sistemi di ricompensa in denaro su app di gioco mobile o comunque on line.

Un impianto che farà scuola?

Legge che non va in contraddizione tout-court col comparto, come dimostrano i casi che continuano a palesarsi quotidianamente, ma che vuole essere uno strumento per evitare eccessive speculazioni in difesa degli utenti finali, cioè dei cittadini.

A quanto ci è dato sapere SK Telecom non avrebbe violato le norme in questione, e può portare avanti il suo progetto. La vicenda in ogni caso è ghiotta, perché ci offre un ottimo spunto di riflessione su quanto il governo locale sia sul pezzo. È fresca la notizia che vede il Ministry of Science and ICT (MSIT) impegnato in un vademecum di principi etici da spendere nel metaverse, a protezione dei soggetti più a rischio frode, bullismo e violenze.

È in questo scenario che va inquadrata la notizia di oggi, che a sua volta inaugura il tavolo attorno al quale le autorità si siedono per regolamentare sull’industria dei dati digitali. Lavori che prendono il via sotto precise indicazioni: Non cercheremo di regolamentare un ambito completamente nuovo utilizzando le leggi già esistenti. Sarebbe un errore. La dichiarazione di Park Yoon-kyu, che al MSIT dirige l’ufficio ICT, la dice lunga su come il Paese stia cercando di dotarsi di un apparato normativo efficacemente ancorato alla realtà.

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