Home / FTX: Australia come Cipro | Il grande bluff delle LICENZE

TRUFFA FTX

FTX: Australia come Cipro | Il grande bluff delle LICENZE

Lo abbiamo raccontato con dovizia di particolari per Cipro e a quanto pare lo stesso, seguendo gli stessi canoni, è avvenuto anche in Australia. Sì, parliamo ancora del caso FTX e di come abbia ottenuto diverse licenze in diverse giurisdizioni, con un modus operandi che, ex-post, sembra quello di una vera organizzazione criminale.

Cos’è successo in Australia? Esattamente quello che è successo a Cipro e che vi abbiamo già raccontato su queste pagine. FTX avrebbe infatti acquisito una società che era già dotata di licenza per poi subentrare anche nella stessa. Un modo di operare che rende i controlli più blandi, se non nulli, e che è sicuramente più rapido.

Tutto questo mentre il mercato cripto continua a leccarsi le ferite, cercando di trovare un bottom. Chi vuole investire oggi deve farlo, ancora più di ieri, con un operatore che sia sicuro e affidabile. Con eTorovai qui per ottenere un conto virtuale gratuito con il TOP degli strumenti di trading – possiamo fare trading con un intermediario che ha ottenuto la sua licenza in modo corretto e che offre 78+ crypto asset.

Al suo interno possiamo trovare strumenti avanzati come il CopyTrader, sistema che ci permette di copiare i più bravi, così come possiamo trovare anche gli Smart Portfolios, strumenti che permettono un investimento in cripto panieri, in stile ETF. Con 50$ di investimento minimo possiamo passare al conto reale.

In Australia come a Cipro: FTX e le sue licenze…

Sì, FTX era dotato di licenze praticamente ovunque e in genere per la sua attività legata ai derivati su Bitcoin e criptovalute. Presenza di licenze che avrebbe presupposto la presenza di relativi controlli e che avrebbe dovuto garantire agli utenti un certo livello di sicurezza. Cosa che non si è verificata né in Europa, dove FTX ha comprato la licenza di un vecchio broker di opzioni binarie, né in Australia, a quanto parrebbe.

Tutti parlano di licenze, ma…

Sì, perché anche dalle parti di Sydney il gruppo capeggiato da Sam Bankman-Fried avrebbe infatti proceduto alla stessa maniera, ovvero comprando licenze di gruppi pre-esistenti. Secondo quanto riporta ASIC, che in Australia fa le veci di CySEC, l’authority non avrebbe avuto alcun tipo di possibilità di verificare le attività di FTX, in quanto appunto ASIC stessa ha potere di intervenire soltanto, parrebbe, in fase di richiesta di licenza.

Quando, come nel caso di FTX, si acquisisce la licenza da terzi, tali controlli non potrebbero essere applicati. Una situazione che – lo conosciamo dalle nostre ricerche – non è la prima volta che si verifica, anche se è più comune in altri ambiti, come quelli del Forex e dei CFD.

Tutti vogliono regolamentare il mondo cripto, ma…

Dal crack di FTX in poi in molti hanno richiesto a gran voce una maggiore regolamentazione del settore crypto, ignorando a quanto parrebbe almeno due tipi di questioni. Il primo è che la parte più rilevante dell’attività di FTX era la vendita di derivati con sottostante cripto. La seconda è che anche in ambienti molto regolamentati, come hanno dimostrato sia questa notizia sia quella che abbiamo dato su Cipro all’interno della nostra inchiesta, non è che le cose vadano tanto meglio.

Occhio dunque a quello che si desidera: come qualcuno ha fatto notare in Commissione ECON in UE, il rischio è quello di abbassare il livello di guardia dei consumatori con la presenza di licenze alle quali non corrispondono poi dei controlli capillari.

Iscriviti
Notificami
guest

4 Commenti
Più votati
Più nuovi Più vecchi
Inline Feedbacks
View all comments
Giorgio
Giorgio
1 anno fa

Quello che stupisce, in realtà poco è che i grandi media, i TG e i giornali, visto che hanno affrontato l’argomento non hanno riportato poi tutta questa inchiesta, soprattutto perché non l’hanno fatta.
È uno scandalo, è vergognoso, poi ditemi come fa un cittadino a fidarsi e a credere quello che riportano le grandi testate!

jacopo
jacopo
1 anno fa

Derivati = veleno puro per il mondo crypto. Da quanto mi sentite dirlo? Mesi o anni? Ribadendo che comunque Ftx è saltata non per colpa dei derivati ma per quel figlio di buonissima donna che s’è fregato i soldi dei clienti.
I derivati non hanno senso di esistere per le criptovalute. Vanno contro al senso stesso di scarsezza, verificabilità e decentralizzazione. Se vuoi fare hedging sul tuo investimento vai a comprare gas e non rompere i c******, se vuoi investire in cripto te le compri spot e se scendono perdi, sai che novità. Se vuoi puntare contro le cripto ti attacchi al c**** e vai in giro sui forum a scrivere “ponziiiiii” “i tulipaniiiii” “talebbbbbb” eccetera eccetera e scommetti con tua suocera che scenderanno, se proprio ti prude il portafoglio.
Io continuerò a provare un gran gusto guardando il grafico di chi viene liquidato andando in short o long, leva o non leva, professionista o principiante degenarato che mette leva 80x

Giorgio
Giorgio
1 anno fa
Reply to  jacopo

Concettualmente hai perfettamente ragione, ma per chi ha grandi capitali e si vuole tenere liquidi il 90% degli stessi e mettere solo il 10% a leva 10 per far girare appunto il 100% del capitale senza intaccarlo interamente la pensa in modo diverso.
Alla fine il senso della leva è solo e soltanto questo ma molti non lo comprendono, soprattutto i principianti che mettono a leva 80 l’intero loro capitale che sfuma in un secondo.
Detto questo i futures perpetual non li ha inventati il mondo cripto.

jacopo
jacopo
1 anno fa
Reply to  Giorgio

è un’aberrazione già il solo concetto di “investire E tenere liquidità allo stesso tempo”. O investi O tieni liquidità, santa banana. O se proprio proprio vuoi farlo lo fai con materie prime oppure azioni o quello stracazzo che vuoi, non cripto che per definizioni DEVONO ESSERE LIMITATE altrimenti non valgono più una fava. Poi quello che la gente si dimentica è che tenere aperte posizioni di questo tipo NON E’ GRATIS (si paga sia ad aprirle sia ogni giorno che rimangono aperte), e chi abbia mai giocato un minimo a poker sa benissimo che le fee della pokerhouse sono il vero “nemico”: anche se hai un winrate del 51% vai di sicuro in passivo, proprio per colpa delle fee che devi pagare ad ogni partita. Poi sappiamo benissimo gli exchange e le coperture che dovrebbero avere quando la gente fa leve… una barzelletta
Cosa succederebbe al prezzo di bitcoin se al posto che tutte ‘ste caz di leve 10x la gente comprasse davvero spot? Altro che lotta per i 17mila, saremmo moooolto sopra. Per non dire di quei balzi anomali fatti apposta per liquidare la gente, le hai mai viste quelle candele che per 10 secondi vanno al -10% e poi tornano del 10% su 20 secondi dopo?

“Chi ha grandi capitali la pensa in modo diverso” è un’argomentazione interessante/utile quanto “Jp morgan dice che le cripto saliranno/scenderanno”: se non capite che una delle battaglie principali per le crypto sarà liberarle dal discorso derivati, btc rimarrà sempre a fare lo stablecoin, altro che 100 mila 200mila 30 milioni di dollari. I derivati sono la zavorra di btc, e lo saranno ogni giorno di più.
Beh cavolacci vostri che holdate bitcoin… perchè eth sta seguendo una strada diversa: possedere eth ha delle ricompense, basta metterlo in staking (non quegli staking farlocchi che ti propongono gli exchange per ogni crypto, staking VERO sulla rete ethereum), che si può fare solo possedere eth VERO, non quei cessi di derivati. Guardacaso l’eth bloccato in staking è ogni giorno di più, e questo comporta sia un aumento della sicurezza della rete che una diminuzione dell’eth in circolo, con conseguente aumento della scarsità. Tradotto: chi punta su eth compra eth vero e lo mette in staking (rimanendone proprietario, chiariamo, si tratta di staking fatto in autonomia, non da terze parti), perchè così facendo ha un guadagno assicurato. Chi punta su btc può comprare btc o comprare derivati btc che tanto non gli cambia niente. Con la conseguenza che se compra derivati i btc in circolo NON DIMINUISCONO.
Contento tu!