I mercati e cioè chi ci sta mettendo denaro sonante, non sembrano di essere dello stesso avviso del regolatore USA. Il tema è quello degli stablecoin e le cose non sembrerebbero andare come forse avevano previsto a Washington dopo l’attacco a BUSD di Binance – che pur operava tramite una società regolarmente registrata negli USA e in possesso di tutte le licenze.
Non è infatti USDC di Circle, il più regolamentato degli stablecoin almeno dal punto di vista di Washington, a guadagnarne, ma Tether, che continua a crescere per market cap e ad aumentare un gap che ormai appare come irrecuperabile per la società di Jeremy Allaire, che negli ultimi giorni su Twitter è apparso più piccato del solito.
Chi sta votando con il proprio denaro – e dunque prendendosi i propri rischi – ha già fatto la propria scelta. E sembrerebbe che gli USA siano diventati una fonte di rischio più che una conferma di stabilità. Facciamo un breve recap della situazione sul fronte stablecoin per capire anche cosa sta avvenendo sul mercato in senso più ampio.
Tether asso pigliatutto! USDC al palo. Arriverà TUSD?
I numeri sono più chiari delle parole, e basta gettare uno sguardo anche distratto ai grafici per rendersi conto di come ci sia un vincitore chiaro della guerra agli e degli stablecoin che ha visto come attore principale il governo degli Stati Uniti e le sue multiformi agenzie.
Tether guadagna 10 miliardi scarsi di cap, che nel mondo degli stablecoin vogliono dire 10 miliardi depositati da qualcuno, che avrebbe tante alternative tra le quali scegliere, diverse delle quali più vicine ai desiderata del regolatore USA.
USDC perde quasi la stessa cifra, anche se non tutta è finita da Tether. USDC infatti ha fatto registrare un calo importante dei token in circolazione successivamente alla crisi SVB e al successivo depeg di USDC, ovvero la perdita di parità rispetto al dollaro USA. Questione che deve aver causato ansie importanti soprattutto tra i grandi detentori di USDC e che è costata, almeno fino a oggi, quasi 10 miliardi.
C’è anche un nuovo concorrente? Per ora siamo a distanza siderale, ma è meglio comunque iniziare a parlarne già da ora, perché potrebbe giocare un ruolo importante in futuro, anche perché Binance sembrerebbe averlo scelto come canale preferenziale dopo lo stop a BUSD. Parliamo di TUSD, fino a poche settimane fa semi-sconosciuto ma che nel lasso di tempo che abbiamo utilizzato per la nostra analisi, dal 20 febbraio al 28 marzo, ha più che raddoppiato il suo market cap.
La battaglia degli stablecoin non sta andando come previsto?
Inutile girarci intorno: con l’attacco coordinato a BUSD le agenzie americane speravano di riportare in un ambito maggiormente controllabile una quota di capitali importante (che valeva circa 20 miliardi prima dell’attacco legale). Non è andata così, e questo dovrebbe essere di lezione per chi, come CFTC, crede che attaccando i più in vista del settore cripto – come nella recente azione contro Binance – si riporteranno capitali, trader e società di investimento a operare con società americane.
Il caso degli stablecoin dimostra che non è così, e che invece in tanti, piuttosto che essere a rischio di venire bullizzati da SEC, CFTC e agenzie statali, preferiscono volare altrove. Anche se la destinazione dovesse apparire, sulla carta, come più incerta.
gli schifosi attaccano a tradimento, e la prenderanno tutti dove non batte il sole. specie quella decerebrata d’una warren…