Non è certamente un indicatore tecnico, ma è uno dei più utili per capire il sentiment che circonda il mondo crypto e Bitcoin. Ce lo offre Google Trends ed è tanto utile quanto semplice da leggere.
Google raccoglie infatti le ricerche degli utenti su determinati temi – in questo caso ad interessarci sono quelli crypto e Bitcoin – e li paragona con i livelli di interesse / ricerche raccolti in passato.
Sia su Bitcoin sia sulle crypto siamo ormai ai minimi da 1 anno a questa parte, e sul livelli che sono stati più bassi, l’ultima volta, a settembre 2023.
Un brutto segnale? In realtà prima di abbassamenti importanti di questo segnale si sono poi avute esplosioni importanti, come a febbraio 2021, marzo 2024 (dopo gli ETF) e di nuovo a novembre 2024 in concomitanza con la vittoria alle elezioni di Donald Trump.
I numeri dicono che l’interesse è al minimo
Da un lato abbiamo i grafici. Bitcoin galleggia vicino ai massimi storici da un po’, pur senza superarli. Cosa che non è un granché per l’interesse dell’investitore medio, che in genere è nello spazio crypto proprio perché ama i grandi movimenti di prezzo.

Il grafico che riportiamo, che segnala l’interesse su Bitcoin da parte di chi effettua delle ricerche online, d’altronde parla chiaro. Siamo a poco più di un terzo dell’interesse di novembre 2024, in concomitanza della vittoria alle elezioni di Donald Trump.
Bitcoin male, peggio le crypto in generale
Il termine di ricerca crypto non fa meglio. Stesso trend, con addirittura il rapporto di ricerche rispetto ai picchi del passato che è ancora più basso in Italia. A livello mondiale, eccovi il grafico:

Anche questo è un segnale di enorme importanza per quanto riguarda la configurazione di mercato attuale. Una configurazione di mercato che vede da un lato grandi aziende quotate accumulare BTC, ETH, SOL e altre crypto, dall’altro gli investitori retail rimanere alla porta.
Che tipo di segnale è?
È un segnale di bottom per i più ottimisti: non si può andare molto più in giù di così, cosa che poi si è sempre risolta con dei picchi improvvisi di interesse da parte della popolazione generale.
Interesse che va di pari passo in genere con gli investimenti. Investimenti dei retail che sono stati fondamentali in ogni mercato bullish o comunque per ogni rialzo di prezzo improvviso.
C’è dunque un angolo dal quale guardare alla cosa con il più tipico dei bicchieri mezzi pieni. Si può effettivamente pensare che questa noia sia ciò che anticipa una tempesta positiva, per quanto la durata di una fase di noia come questa sia incerto.
Intanto però sia gli ETF sia gli investitori istituzionali sotto forma di aziende quotate continuano a accumulare. Sono loro ad essere arrivate tardi? Oppure si tratta di una preparazione al mercato che sarà, fatto di rialzi più consistenti e dell’uscita (finalmente) da questa fase di lunga lateralizzazione?
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