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BNY MELLON RIPPLE

Ripple entra nella più antica banca degli Stati Uniti: 500 milioni in dote

Un accordo che vale molto, soprattutto per il prestigio del mondo crypto - e in particolare per Ripple.

La più antica banca degli Stati Uniti al servizio di Ripple. L’annuncio è stato dato da Ripple stessa tramite un comunicato stampa sul suo sito web, dove conferma che sarà BNY Mellon a fare da custode per le riserve di RLUSD, ovvero la stablecoin che il gruppo ha lanciato a fine 2024.

Si tratta di una partnership importante non solo per i servizi di custodia di per sé, ma perché segnala come anche il mondo bancario più tradizionale e istituzionale sia ormai pronto a fare affari con le società del mondo crypto, qualcosa che forse in pochi avremmo potuto immaginare già soltanto lo scorso anno.

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RLUSD passa a BNY Mellon

O meglio, ci passano le riserve che permettono alla stablecoin di casa Ripple di essere ancorata al dollaro. La nomina arriva dopo che RLUSD ha superato l’importante traguardo dei 500 milioni di dollari di circolante, il che si traduce in 500 milioni di dollari di riserve che saranno custodite, d’ora in avanti, proprio da BNY Mellon.

BNY Mellon è impegnata ad offrire soluzioni end-to-end differenziate, che sono progettate per soddisfare le necessità delle istituzioni in tutto l’ecosistema digitale crypto. Come custode primario, siamo entusiasti di supportare la crescita dell’adozione di RLUSD, facilitando sia lo spostamento degli asset di riserva, sia supportando le conversioni e siamo orgogliosi di lavorare con Ripple per spingere il futuro del sistema finanziario.

Questo l’accorato messaggio che è stato condiviso da Emily Portney, che è a capo della divisione asset servicing proprio da BNY.

In America lo scontro sulle stablecoin si fa duro

I player sono diventati diversi, con PayPal che aveva iniziato ad emettere la propria PYUSD già lo scorso anno e con Ripple che invece – aspettando per la complicata licenza dello Stato di New York – è arrivata sul mercato soltanto a fine 2024.

Diversi player che dovranno confrontarsi con un nuovo ambiente fatto sì di aperture, ma anche di nuove regole che a partire dal 14 luglio fisseranno il quadro normativo entro il quale dovrà necessariamente muoversi qualunque soggetto voglia offrire stablecoin negli USA.

Oltre ai nuovi arrivati ci saranno da valutare le posizioni di USDC – che è già pienamente regolamentato e gestito da una società USA – e di Tether, che dovrà valutare se rimanere negli USA con la sua stablecoin globale oppure crearne una apposita per quel mercato.

Il comparto delle stablecoin insieme a quello RWA si conferma uno dei più attivi – e anche uno dei più interessanti per i player del mondo della vecchia finanza. Una situazione che complessivamente interesserà sempre più banche e che – anche se a qualcuno non piacerà – contribuirà a rendere questo mondo, quello crypto, sempre più istituzionale.

Operazione di grande prestigio per Ripple

Rimane – al netto delle questioni operative – una collaborazione di grande prestigio per Ripple, con l’azienda che potrà vantare da oggi in avanti una collaborazione operativa con la più antica banca ancora in attività degli Stati Uniti.

Attività questa che certamente non passerà inosservata e che arriva in un momento clou per il settore alt, con diversi ETF in attesa che finiranno per interessare anche XRP.

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