I deputati di Rassemblement National – formazione della destra francese guidata da Marine Le Pen ci riprovano. Vogliono utilizzare il surplus energetico della Francia per fare mining di Bitcoin. Un cambiamento – fa notare Le Monde – radicale rispetto alle posizioni della stessa Le Pen nel 2016, quando invece avrebbe voluto bandire Bitcoin e crypto.
In tanti però sembrano aver dimenticato che lo stesso gruppo politico aveva chiesto al governo di valutare questa possibilità, salvo poi vedersi rispondere che nella richiesta erano stati commessi degli errori procedurali che avevano reso la questione impossibile da esaminare – come avevamo già raccontato qui. Cosa che non sembrerebbe aver fatto desistere i deputati di RN, che ora tornano alla carica.
In Francia si cerca una svolta pro Bitcoin
A cercarla è un gruppo che non occupa posizioni di potere all’interno del governo, ma che sembrerebbe voler fare di Bitcoin uno dei suoi cavalli di battaglia. É il Rassemblement National di Marine Le Pen, che dopo essersi vista dire di no, torna alla carica per chiedere al governo di utilizzare il surplus energetico delle centrali nucleari per fare mining Bitcoin.
A giugno – come avevamo raccontato proprio sulle pagine di Criptovaluta.it® – c’era stato già un tentativo, ritenuto però dal governo inammissibile. Si trattava di una richiesta di mera valutazione che però rimase lettera morta.
Destra, ultradestra e sinistra
Intanto la questione ha fatto già agitare in diversi tra i principali rappresentanti del mondo Bitcoin e blockchain in Francia. Come Lucas Cherfils, che è a capo della divisione che si occupa di regolamentazione all’interno dell’associazione per lo Sviluppo degli Asset Digitali, che ha parlato di rammarico per la cattura del settore da parte della destra.
Una questione che è politica, quella di Bitcoin, non solo in Francia ma anche altrove. Negli Stati Uniti è stata infatti l’amministrazione Trump a offrire la maggiore apertura al settore, invertendo di fatto un quadriennio guidato da Biden fatto di attacchi aperti a tutto il settore.
Stessa cosa in Francia, dove però da sinistra più che avversione emerge un certo disinteresse, situazione se vogliamo comparabile a quella italiana, dove qualcosa si sta muovendo – anche in termini di associazioni tra parlamentari, dallo stesso lato dell’emiciclo che abbiamo visto farsi avanti in Francia.
Cosa c’è nella proposta?
Non è chiaro. Si parla genericamente di utilizzare l’energia in surplus per fare mining Bitcoin, attività che può diventare lucrativa quando l’energia è pressoché gratuita.
La Francia non sarebbe la prima entità politica a fare mining di stato, per quanto altrove (vedi Bhutan e El Salvador) vi è stato un importante intervento di carattere privato, in joint venture che per la propria natura sono forse impossibili da replicare in Europa.
La nostra logica è l’opposto di quella dei Verdi. Per loro l’energia più amica dell’ambiente è quella che non viene prodotta, per noi è quella che non viene sprecata.
Questo è il commento di Aurélien Lopez-Liguori, RN, così come riportata da Le Monde. Posizioni certamente molto diverse – che in Italia troverebbero forse poche sponde e che però anche in Francia dovrebbero rimanere lettera morta.
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