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YUAN DIGITALE

Cina annuncerà yuan crypto stable a fine agosto? Crescono i rumors

Anche la Cina molla l'idea della CBDC e vola verso il mondo stablecoin?

Anche la Cina si butta nella mischia stablecoin? La notizia era circolata soltanto un paio di settimane fa, poi è tornata di nuovo oggi sulle prime pagine dei giornali che si occupano di economia e finanza. Ancora una volta non ci sono fonti dichiarate, ma soltanto persone informate dei fatti che vengono citate come oracolo della verità.

Abbiamo però qualche elemento in più: secondo quanto è stato fatto circolare, la Cina potrebbe annunciare la svolta già al summit di Shanghai di agosto. Tutto questo mentre altre notizie, la scorsa settimana, parlavano delle autorità di Pechino impegnate nel contenimento della proliferazione della notizia.

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Cina sulle stablecoin: obiettivo internazionalizzare lo Yuan?

Le mire internazionaliste di Xi Jinping per lo yuan tornano ciclicamente a occupare le prime pagine dei giornali. Questa volta lo fanno però con un ulteriore elemento di novità.

La Cina infatti, secondo fonti informate dei fatti, potrebbe rivelare il suo piano per rendere lo yuan più appetibile a livello internazionale ricorrendo alla forma tokenizzata dello stesso, ovvero a una stablecoin.

Differenze tecniche ma non troppo, anche rispetto alla versione di yuan digitale che in realtà ha fatto da ispirazione per la Banca Centrale Europea e che ora invece anche Pechino sembrerebbe voler abbandonare, o comunque far passare in secondo piano rispetto a un possibile stablecoin.

  • Mancano ancora conferme

Ricordiamo a tutti i nostri lettori che in realtà mancano ancora conferme, anche se l’insistenza delle voci farebbe pensare a qualcosa di concreto.

Dovremmo saperne di più per il summit di Shanghai, dal 30 agosto al 1° settembre. Si parlerà anche di cooperazione, e l’occasione potrebbe dunque essere ghiotta per presentare al mondo un piano di questo tipo.

Quali riflessi per il mondo crypto?

Dipenderà da tanti fattori. Certo è che si tratterebbe di una vittoria, tanto sul piano politico quanto sul piano pratico, della dottrina statunitense rispetto a quella europea.

L’euro digitale viene spacciato anche come veicolo di internazionalizzazione dell’euro stesso, cosa che però non ha tecnicamente alcun senso e che non potrà averlo a meno di cambiamenti radicali nel piano iniziale.

In aggiunta, era stata proprio la Cina a sperimentare con una versione di yuan digitale che poi non ha preso piede neanche in patria. Un errore a Pechino che però a Francoforte ci dicono essere capaci di trasformare in successo assoluto.

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