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In Brasile Bitcoin riserva della banca centrale: parte la discussione

In Brasile si parte nella discussione di una legge molto interessante.

In Brasile c’è stata la prima udienza pubblica per dibattere della possibilità di avere una riserva nazionale in Bitcoin. Una riserva che eventualmente dovrebbe essere detenuta dalla banca centrale – e con una proposta di legge che vorrebbe la trasformazione del 5% delle riserve totali in $BTC. Una proposta che non è chiaro quanto consenso potrà raccogliere ma che comunque inizia a essere dibattuta.

Ci sono i pareri contrari dei rappresentanti della banca centrale – che come vedremo più avanti fanno affidamento sulla classificazione del Fondo Monetario Internazionale di Bitcoin come asset non finanziario, cosa che lo escluderebbe automaticamente dalla possibilità di diventare riserva.

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Brasile: prime discussioni per un riserva nazionale in Bitcoin

La discussione è in realtà partita con la proposta di legge di Eros Biondini a fine 2024 che nel caso in cui dovesse passare imporrebbe alla banca centrale del Brasile di allocare il 5% delle proprie riserve in Bitcoin. Un piano ambizioso, che però almeno durante la prima delle sessioni pubbliche dove è stata discussa ha incontrato qualche resistenza.

  • Daniel Leal, del Dipartimento del Tesoro e capo di gabinetto per il debito pubblico

Benché abbia rilevato l’importanza dell’innovazione tecnologica in campo finanziario, nonché quello della finanza decentralizzata, ha indicato nella proposta di legge diverse problematiche.

A partire dalla possibilità di Bitcoin di fungere da riserva effettiva nei momenti di grande crisi finanziaria. Un ruolo che l’oro ha dimostrato di poter rivestire e che invece per Bitcoin sembrerebbe essere ancora relativamente lontano.

Leal ha indicato la grande volatilità di Bitcoin (che in realtà è in calo, ma comunque lontana da quella degli asset di riserva) come una delle problematiche più importanti per la gestione di una riserva in BTC.

  • Luis Guilherme Siciliano, Banca Centrale del Brasile, capo della divisione Riserve

È un paese molto più duro. Siciliano ha indicato che con le leggi attuali non è possibile procedere in tal senso (motivo per il quale, aggiungiamo noi, c’è stata una nuova proposta di legge).

In aggiunta Siciliano fa riferimento a un nuovo framework analitico del Fondo Monetario Internazionale che indica Bitcoin come asset non finanziario e non prodotto, cosa che lo renderebbe per gli standard delle banche centrali non utilizzabile come riserva.

C’è poi il problema di quanto potrebbe essere accettato dalle altre banche centrali. Soltanto il 3%, dice Siciliano, avrebbe considerato questa possibilità.

Ci sono anche pareri favorevoli

Tolti quelli dei soggetti direttamente coinvolti o con la legge o con il mercato di Bitcoin, ci sono comunque anche dei pareri favorevoli.

È il caso di Pedro Giocondo Guerra – che ha invitato allo studio di Bitcoin le autorità, in particolare in un momento di grande sconquasso geopolitico e con le valute fiat che stanno mostrando tutte le loro debolezza.

Guerra è capo di gabinetto del vice-presidente Geraldo Alckmin ed è forse il personaggio più di rilievo politico tra quelli che sembrerebbero essere aperti a una possibilità del genere, parlando di Bitcoin come rimedio per i mali del sistema monetario attuale.

L’udienza si è tenuta il 20 agosto al Congresso brasiliano e, al netto delle opinioni contrarie della banca centrale, sembra ci sia quantomeno spazio per discuterne.

Il percorso sarà lungo, perché dopo un’udienza presso la commissione che si occupa di sviluppo economico, dovrà ricevere un ok prima di essere discussa anche da altre commissioni.

Soltanto allora si potrà votare in sessione plenaria del Congresso. E nel caso in cui dovesse incontrare il favore del Congresso, toccherà poi al Senato votarla.

Un percorso lungo, probabilmente impossibile da portare a termine, ma che segnala comunque quanto sono cambiate in realtà le cose per Bitcoin anche a livello pubblico. Soltanto pochi mesi fa infatti sarebbe stato impossibile immaginare un percorso del genere.

Sembra però che si siano scoperte le carte del Fondo Monetario Internazionale nella nuova definizione che ha offerto per Bitcoin e asset digitali. Sarebbe un invito alle banche centrali a non rendere questi asset possibile riserva. Gli stati non devono obbedirvi necessariamente, ma per quelli che hanno ciclicamente bisogno dell’intervento del Fondo, sarà difficile comportarsi diversamente.

Il Brasile rimane uno dei paesi più interessanti per quanto riguarda le crypto: la sua borsa quota già da tempo ETF e il paese ha anche delle amministrazioni locali che permettono il pagamento delle tasse tramite crypto.

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