Andre Cronje, uno dei volti più noti e rispettati in ambito DeFi, ne ha combinata un’altra delle sue: nella giornata di ieri è arrivato l’annuncio ufficiale del completamento di un seed round da $200 milioni per il suo nuovo progetto Flying Tulip, una piattaforma che punta a diventare un hub full-stack interamente on-chain. Non sarà un semplice exchange decentralizzato ma un’infrastruttura completa che integra trading spot, derivati, lending, una stablecoin nativa ed addirittura un meccanismo di assicurazioni web3.
Ma la vera novità di questo esperimento riguarda la tokenomics della moneta FT, il token nativo di Flying Tulip. Tutta la supply sarà distribuita alla community attraverso una vendita pubblica ICO, ed il team non avrà nessuna allocazione. Inoltre è previsto un meccanismo di redemptions che rende la risorsa a tutti gli effetti deflazionistica, cioè con la sua offerta circolante che si riduce potenzialmente nel tempo. Suona strano vero? Cerchiamo di capirne di più in questo articolo.
Andre Cronje raccoglie $200 milioni per Flying Tulip
Con un post sul proprio profilo X, Andre Cronje, noto nell’ambiente crypto per il suo ruolo da co-fondatore nei progetti Sonic Labs (ex Fantom) e Yearn Finance, ha svelato la chiusura di una raccolta fondi da $200 milioni per la nuova gemma Flying Tulip. Tra gli investitori figurano nomi di spicco come DWF Labs, Falcon X, Brevan Howard Digital e CoinFund.
Grazie al capitale raccolto, il token FT, che fungerà da risorsa nativa per il nuovo progetto DeFi, si presenta sul mercato con una valutazione da $1 miliardo. Nel frattempo il team di Flying Tulip si sta preparando ad una vendita pubblica in stile ICO, nella quale l’intera supply della moneta sarà ceduta alla community, con l’obiettivo di raccogliere altri $800 milioni.

La notizia fa particolarmente scalpore per una serie di motivi:
1- Andre Cronje ha un suo storico di successo alle spalle nello sviluppo di protocolli DeFi e sicuramente questa ICO sarà molto attenzionata dal pubblico.
2- Tutta la supply del token FT sarà distribuita al lancio, senza meccanismi di diluizione come unlocks, e senza allocazione per il team.
3- Le attività dello stesso team, saranno finanziate da una revenue stimata del 4% l’anno, ossia $40 milioni su un totale di $1 miliardo che sarà impiegato in varie strategie di yield in DeFi.
4- Come vedremo tra poco, ci sarà anche un particolare meccanismo di redemption on-chain
Flying Tulip: cos’è e come funziona?
Prima di scendere nei dettagli di quello che sarà il nuovo token FT, vediamo prima
in cosa consiste il progetto Flying Tulip. L’idea di Andre Cronje è quella di dare vita a un vero e proprio full-stack exchange interamente on-chain, capace di concentrare in un unico ecosistema diversi servizi oggi frammentati tra più protocolli.
In una sola piattaforma verranno integrati una vasta gamma di servizi tra cui: spot trading, derivatives, money market, una stablecoin nativa (ftUSD) coperta da meccanismi delta neutral (simile a USDe di Ethena), e un sistema di on-chain insurance contro determinati eventi e rischi sistemici.
In tutto ciò l’esperienza utente è messa in primo piano con un accesso semplificato e tecniche di account abstraction e gas-fees sponsorship. A livello architetturale Flying Tulip integra un AMM adattivo capace di reagire ai diversi regimi di volatilità, combinato con un order book centralizzato on-chain (CLOB). Per il lending invece, il protocollo introduce anche un innovativo modello di impact-based LTV, dove il loan to value si adatta dinamicamente all’andamento del mercato.

Flying Tulip, secondo quanto descritto pubblicamente, competerà con le più grandi realtà del settore crypto, tra cui exchange centralizzati e protocolli DeFi. Questa almeno è l’ambizione sulla carta, poi vedremo con il tempo se davvero si riuscirà ad arrivare a tali livelli.
ICO da $800 milioni e zero allocazione al team Flying Tulip: un nuovo modello per il token FT
Questa è probabilmente la parte più interessante del progetto di Andre Cronje, e che merita un approfondimento maggiore. Il token FT di Flying Tulip, come accennato prima, vedrà da qui a breve una vendita pubblica ICO con il target di $800 milioni. Tutte le monete saranno vendute alla community, con un’allocazione 100% sbloccata al TGE, mentre il team non riceverà alcuna quota riservata.
I membri che lavorano al progetto verranno compensati solo attraverso i buyback di mercato finanziati dai ricavi generati dall’exchange ( commissioni di trading, ecc). Nel frattempo però, fino a che Flying Tulip non genererà revenue, le spese per lo sviluppo saranno finanziate da un rendimento stimato di circa $40 milioni l’anno, che deriva dall’investimento di $1 miliardo raccolto nella Treasury aziendale.
In pratica i fondi raccolti dal seed round e dall’ICO saranno impiegati in strategie a basso rischio in DeFi, come obbligazioni tokenizzate, farming di stablecoin yield bearing e lending su protocolli consolidati. Quel capitale frutterà approssimativamente un 4% l’anno, e permetterà al team di proseguire con i lavori fino a che la piattaforma non diventerà autosostenibile. A quel punto, il rendimento della Treasury diventerà un cuscinetto di sicurezza.
Non è ancora stata fornita una data per l’ICO, ma vi terremo aggiornati sul nostro blog o attraverso il nostro canale Telegram, su cui potremmo discutere insieme della bontà o meno di questo nuovo token.
Meccanismo di redemption on-chain dei token FT
Qui arriviamo ad un aspetto centrale del token FT, perché Andre Cronje assieme al team di Flying Tulip ha ben pensato di stabilire una sorta di meccanismo di protezione per chi parteciperà all’ICO. In poche parole ogni detentore di FT avrà la possibilità di riscattare i propri token on-chain al valore iniziale di acquisto alla sale.
Questa redemption, implica che ad ogni restituzione dei fondi (che arrivano dal miliardo di $ raccolto), si bruci la parte corrispettiva in token, tanto da rendere la moneta deflazionistica. Più redeem vengono richiesti, più l’offerta del token si riduce, ma al contempo la Treasury perde valore economico da investire.
Il sistema funziona come un’assicurazione on-chain, una “put perpetua” in cui chi entra nell’ICO sa che potrà in qualsiasi momento tornare indietro e recuperare l’investimento iniziale.
Che limiti ci sono nelle richieste di redemption?
Ovviamente, per quest’ultimo punto ci sono anche delle limitazioni da dover considerare. In primis Flying Tulip potrebbe implementare delle protezioni “queue” o dei limiti temporali per proteggere la solvibilità della piattaforma. La redemption non sarà un diritto illimitato istantaneo, ma seguirà le regole del protocollo.
Comunque sia, al di là delle tempistiche, tecnicamente ogni dollaro sborsato nell’ICO potrà essere rimborsato con il denaro della Treasury, ma a patto che quella riserva non venga erosa nel tempo. I fondi dati in mano a Flying Tulip verranno infatti impiegati in strategie DeFi, in cui vi è la possibilità di una perdita o di un hack da smart contract.
Non ci sono assicurazioni come nel contesto bancario tradizionale: i fondi non sono realmente assicurati ma coperti da un meccanismo on-chain programmato. Tutto quello che può succedere al di fuori del codice non è coperto da alcuna garanzia.
Sarà comunque molto interessare vedere come andrà l’ICO ( probabilmente sarà fillata in poco tempo), e come poi il mercato stesso valuterà il token FT a fronte di questi meccanismi di protezione.
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