ZkSync Era: proposta per trasformare $ZK da GOVERNANCE ad UTILITY token

Alex Gluchowski, il co-fondatore e CEO di Matter Labs, la società che gestisce lo sviluppo del layer-2 di Ethereum ZkSync, ha annunciato ieri un’interessante proposta che mira a creare un nuovo flusso di valore attorno al token $ZK. Inizialmente questa moneta, lanciata tramite airdrop a giugno 2024, è stata pensata con un mero caso d’uso inerente alla governance, ossia necessaria solo ed esclusivamente per votare aggiornamenti e decisioni sul futuro del protocollo.

Tuttavia, ora che ZkSync si è allargato da semplice L2 ad un ecosistema più ampio composto da una moltitudine di Elastic chains, cioè reti interoperabili e costruite sul proprio stack, siamo arrivati al punto di dover ridefinire il ruolo del token $ZK. La nuova proposta aggiunge un valore economico diretto, in linea con le prossime  entrate del protocollo e con l’obiettivo di bilanciare bene gli interessi dei vari stakeholders. Dal tweet di ieri il prezzo della crypto è in up del 19%.

ZkSync token: $ZK non è più solo governance

Fino ad ora $ZK ha fatto molta fatica a trovare trazione tra gli investitori del mondo crypto: dal lancio dello scorso anno, che ricordiamo come uno degli airdrop più estesi in termini di eleggibilità dei wallet, il token ha perso oltre l’80% del suo valore. 

Così come tutte le monete native dei layer-2, che servono solo ai fini di governance e non godono di un utilizzo concreto per attività economicamente rilevanti, anche quella di un progetto ambizioso come ZkSync ha avuto un esito speculativo fortemente ribassista nel suo periodo post-TGE. In generale tutti i token di governance presentano questo problema “strutturale”: perdono valore e nessuno li vuole, semplicemente perchè non serve a nulla.

Ora però qualcosa potrebbe cambiare dopo l’ultimo blog post di Alex Gluchowski, in cui viene presentata un’idea del tutto innovativa con cui aggiungere valore a $ZK, modificando sostanzialmente la sua tokenomics. Si passa ad un regime di utilità, di pari passo con la crescita economica dell’ecosistema di Elastic chains.

Cosa cambia in pratica?

Per comprendere in che modo verrà aggiunto valore a $ZK, dobbiamo prime  riprendere quelle che sono le due possibili fonti future di entrata individuate nella proposta:

1) Commissioni di interoperabilità on-chain: fees pagate dalle varie chain per scambiare asset e messaggi in modo nativo da ZkSync Era ad una chain Prividium (chain private per banche ed istituzioni), o due chain basate sullo stesso stack.

2) Licenze enterprise off-chain: le chain Prividium, essendo destinate a contesti regolamentati, richiedono moduli avanzati per gestire audit, reportistica, integrazioni treasury, controlli interni e compliance, funzionalità non presenti nel layer pubblico. ZkSync offre questi moduli come un servizio SaaS, accessibile tramite licenze annuali a pagamento.

Ecco, questi due nuovi flussi economici, che chiameremo “Interop fees” e “Licensing fees”, secondo quanto ideato dalla proposta di Gluchowski, finiranno per favorire la crescita complessiva del network, e allo stesso tempo alimenteranno direttamente la domanda per il token $ZK. Come? Tramite meccanismi di buyback, burn e redistribuzione.

La nuova tokenomics del token $ZK

In altre parole, se la proposta dovesse passare (molto probabile che sarà così), una parte delle commissioni incassate dalla governance di ZkSync sarà impiegata per acquistare $ZK sul mercato, come un semplice buyback. Da lì, i token verranno allocati in 3 ambiti diversi:

1) Burn: una quota viene direttamente burnata per ridurre l’offerta circolante e stimolare i prezzi

2) Staking rewards: una parte viene offerta a operatori e provider come incentivo per la decentralizzazione

3) Treasury: l’ultima fetta viene distribuita alla tesoreria per finanziare sviluppi futuri, grants ed altri servizi.

Sulla carta sembra una buona idea per ridare vitalità al token $ZK e contemporaneamente creare più opportunità per il protocollo stesso. Tuttavia dovremo vedere quale sarà la % che la comunità deciderà di allocare per ognuno di questi 3 focus, e soprattutto quante commissioni riuscirà realmente ad inglobare l’ecosistema ZkSync.

Tutto bello sulla carta ma nella realtà…

ZkSync sta costruendo veramente qualcosa di interessante e soprattutto utile per il mondo finanziario, sia verticalmente nelle crypto che più di traverso nella TradFi. Anche lo stesso Vitalik, fondatore di Ethereum, ha in più occasioni elogiato il protocollo, come ad esempio pochi giorni fa con l’introduzione dell’upgrade Atlas che porterà più interoperabilità tra L2 (in circa un secondo), e ridurrà la latenza tra L1 e L2 sotto il tempo di finalità di un blocco Ethereum.

Da questo punto di vista non abbiamo dubbi che ZkSync crescerà e contribuirà ad elevare lo spazio Ethereum come “main capital hub” del settore blockchain. Ciò che ci lascia perplessi e titubanti è piuttosto l’impatto che la nuova tokenomics potrebbe avere su un token come $ZK, visto e considerando quelle che sono le revenue alquanto ridotte incassate attualmente dal progetto (meno di $3.000 nelle ultime 24 ore), e quelle che, realisticamente, si riusciranno a tirare su dell’interoperabilità e dalla license Prividium.

Le elastic chain sono appena 12 e non muovono molto valore quotidianamente, se non ad eccezioni di Abstract che comunque vive di incentivi interni. Inoltre quanto saranno disposte a pagare le istituzioni (e con che tempi) per i servizi Saas? Ed in tutto ciò, quanto effettivamente di questo valore verrà impiegato per i buyback e burn, e quale sarà la percentuale rispetto ai volumi di scambio giornalieri? 

Vedremo più concretamente nei prossimi mesi di che misura sarà il nuovo flywheel economico su $ZK.