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Donald Trump ringrazia Bitcoin e crypto: i segreti su AI e Cina passano dal comparto

A Miami il presidente degli USA ringrazia il settore e dice di voler aprire di più, in chiave anti-cinese.

Donald Trump è tornato a lisciare il pelo ai crypto bro. Ieri infatti è intervenuto all’America Business Forum di Miami, spingendo ancora gli USA ad aprire alle criptovalute. Ed è tornato ancora una volta a citare un vecchio tema della sua campagna elettorale: il pericolo cinese.

Pericolo cinese che ci sarebbe anche nel mondo crypto, dove – giura Donald Trump – i cinesi sono pronti a prendersi tutta la torta. Una posizione che lascia però interdetti diversi specialisti del settore, dato che la Cina ha sempre avuto un atteggiamento di chiusura verso il comparto. E se a Donald Trump dovesse interessare in realtà un’altra… sinergia?

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Donald Trump, le crypto e la Cina

Decifrare Donald Trump a tema crypto non è dei compiti più semplici. Abbiamo infatti un presidente che è direttamente coinvolto nel business – i figli hanno partecipazioni un po’ ovunque – e che al tempo stesso vede nel comparto una spinta importante per un altro… tema, quello dell’AI.

Va riconosciuto a Trump di aver capito subito che i miner Bitcoin potevano essere una risorsa anche per l’intelligenza artificiale. Cosa che poi ha iniziato a prendere corpo con contratti e acquisizioni che hanno coinvolto proprio le società che si occupano di estrarre Bitcoin. Sono questioni che vi avevamo correttamente anticipato sul Canale Telegram VIP e che rimarranno di grande importanza per il futuro.

L’AI ha bisogno di tanta energia. I miner Bitcoin ce l’hanno, a basso costo. La conclusione è facile da trarre.

La Cina?

Rimane certamente più misterioso il costante richiamo di Donald Trump alla possibilità che la Cina diventi leader del settore crypto. Non è la prima volta che il Presidente degli Stati Uniti fa un richiamo del genere e non sarà probabilmente l’ultima.

Le possibilità a questo punto sono due:

  • Pechino delenda est

Donald Trump sa che quando si parla di Cina il suo elettorato ha un riflesso condizionato. Accetta molto più di buon grado l’imposizione di politiche che siano di contenimento o di attacco alla Cina – e agitando lo spauracchio di Pechino si può rapidamente raccogliere consenso. Sì, è propaganda politica, ma così vanno le cose sin dai tempi del Senato Romano e così continueranno ad andare.

  • C’è qualcosa che non sappiamo

Il tema del ritorno della Cina in ambito crypto è uno di quelli che tornano ciclicamente ad affacciarsi. In Cina c’è ancora una quantità notevole di mining clandestino e il paese è solito cambiare certi atteggiamenti con un colpo di penna o di spugna.

C’è qualcosa che Trump sa e noi non sappiamo? Difficile a dirsi per ora.

Crypto aiutano il dollaro

Più curiosa la dichiarazione – anche questa riciclata dalla campagna elettorale – delle crypto che aiuterebbero a diminuire la pressione sul dollaro.

In assenza però di ulteriori precisazioni, dobbiamo ritenere questo ringraziamento destinato più alle stablecoin (che comprano titoli a brevissima scadenza del debito USA) che al settore in generale.

Per ora il mercato stablecoin vale poco meno del 2% dei titoli con scadenza inferiore ai 90 giorni. Non è poco, se dovessimo tenere in considerazione le forti possibilità di espansione del settore. Anche fuori dagli USA.

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Klaus Marvin
Klaus Marvin
27 giorni fa

sicuramente ci sono cose che noi non sappiamo soprattutto riguardo alla Cina e devo dire che ho fatto bene a non uscire dagli investimenti in Cina come mi consigliavano certi consulenti dei miei stivali.