Di norma è la speculazione dei prezzi a dettare gli usi e costumi di ogni società, e non l’inverso. Anche in questo caso, la narrativa della privacy nel mondo crypto, argomento che meriterebbe più attenzione, soprattutto dai novizi, nelle ultime settimane è stata teatro di un entusiasmo solo superficiale, sospinto dal rally di una delle privacy coin per eccellenza, ovvero Zcash (ZEC), e non per un concreto interesse dell’argomento.
Abbiamo visto in questo periodo molti progetti e parecchie pseudo-esperti parlare pubblicamente di privacy e di come questo tema sia di vitale importanza nel nostro settore. Ora però, visto che ZEC ha perso il -55% dai suoi massimi storici e la narrativa sta svanendo, scommettiamo che si smetterà a breve di parlarne, e si tornerà alla normalità dove l’unica cosa che conta per l’holder medio del mondo crypto è il profitto.
ZEC dimezza il suo valore dai massimi
Contando il ribasso degli ultimi giorni, siamo ormai a 3 candele settimanali bearish per ZEC, privacy coin che per tutto il mese di ottobre e parte di novembre ha fatto parlare a gran voce di sé. Un drawdown che vale il -55% dall’ATH e che porta la criptovaluta a ridosso dei vecchi massimi del 2021, intorno ai $320.
Diciamo che c’era prima o poi da aspettarselo dopo una salita del genere che lo ha visto passare da $50 ad oltre $700 in pochissimo tempo. Ora però la formazione grafica di top “a punta” suggerisce che questa bolla speculativa su ZEC potrebbe essere giunta ai titoli di coda, complice anche un RSI rientrato da un folle momentum ipercomprato su time frame weekly.
Dal punto di vista dei derivati, la moneta vede un open interest a $500 milioni, in calo del 60% dal valore massimo toccato appena il 16 novembre. I volumi futures rimangono comunque estremi, in quanto pari a $4,5 miliardi solo nelle ultime 24 ore, quasi 10 volte la somma del controvalore dei contratti aperti in questo momento. Sinonimo indubbio di forte speculazione, che però, come dicevamo prima, potrebbe essere al termine del suo ciclo

Finito il rally delle privacy coin?
Non solo ZEC, anche altre privacy coin subiscono una forte contrazione dei prezzi, amplificata certamente dall’outlook ribassista del più ampio mercato crypto, ma comunque indicativa di una narrativa che sta perdendo appeal. Secondo i dati di Artemis Terminal, tutta la categoria privacy, che include (oltre a ZEC) anche token come XMR e DASH, ha perso oltre il -20% nell’ultima settimana.
Parliamo della peggiore performance settoriale, dato che stona parecchio con il forte boom speculativo registrato nelle settimane precedenti. Appare quantomeno strano passare da un estremo all’altro della classifica in così poco tempo: segnale che facciamo fatica ad interpretare come un semplice ritracciamento, e che è più congruo con lo scoppio di quella bolla narrativa.

A nessuno (purtroppo) importa realmente della privacy
Sembrava effettivamente bizzarro che magicamente, dopo tanti anni in cui, ahimè, in pochissimi hanno manifestato il bisogno di operare in piena privacy nel mondo crypto, questa narrativa tornasse magicamente di moda. Lo stesso Vitalik Buterin, da sempre sostenitore di ideali legati alla riservatezza su blockchain, ha di recente criticato l’atteggiamento del detentore medio di token (nel caso specifico di ZEC) che inneggia alla privacy.

La realtà dei fatti è che, come esattamente riporta Vitalik, agli holders importa solo ed esclusivamente del prezzo e di quanto esso possa crescere in determinati contesti. Non c’è in realtà nulla di male nella speculazione e non voler sperare in un futuro gain, ma ci sarebbe almeno più coerenti con quello che si dice pubblicamente, in special modo se si ha un pubblico vasto al seguito.
La privacy è un tema fondamentale
La maggior parte di voi che ci leggete magari pensate che il tema della privacy è sinonimo di illegalità e di condizione necessaria per muoversi in zone grigie del settore crypto. In realtà esistono tutta una serie di ragioni molto più semplici, legittime e quotidiane per cui la riservatezza dovrebbe essere considerata una componente essenziale dell’esperienza finanziaria.
Vi invitiamo a riflettere su questi punti:
1- Soprattutto a noi italiani, non ci piace che gli altri ci facciano i conti in tasca, tant’è che siamo spesso avversi a parlare apertamente del nostro reddito e patrimonio . Perché mai dovremmo voler scoprire le carte della nostra ricchezza in crypto?
2- Vista la progressiva estinzione della classe media, e la formazione di una gap sempre più ampio tra poveri e ricchi, e considerando che le criptovalute (almeno Bitcoin) sono sempre cresciute di valore nel lungo periodo… non avete paura che in un futuro potreste essere bersaglio di qualche malintenzionato? Ci sono già stati casi emblematici in Francia.
3- Per chi è più skillato, perché mai dover mostrare alla plebe le vostre strategie di trading, con il rischio di essere copiati?
4- Ultima, ma non per ordine di importanza: in un mondo dove siamo super controllati in qualsiasi mossa facciamo, soprattutto in ambito finanziario, è mica un reato pretendere un po’ di riservatezza?
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