C’è una battaglia importante che Ripple sta cercando di vincere. È quella della rilevanza nel mondo stablecoin – mondo ricco e che garantisce a qualcuno profitti miliardari. Non è però soltanto una questione di soldi. Anzi, per Ripple è probabilmente tutto fuorché una questione di denaro.
La società guidata da Brad Garlinghouse ha recentemente fatto un’offerta per Circle, che emette USDC e EURC e che è l’unica vera concorrente di Tether. Offerta miliardaria (poi rifiutata) che però è segnale di qualcosa di inequivocabile.
Gli interessi principali di Ripple in questa fase sono quelli dell’affermazione del suo ecosistema come rilevante nel settore finanziario classico. O meglio, in quello che il settore finanziario classico sarà da qui ai prossimi 2-3 anni al massimo.
Stablecoin mai così rilevanti
Mentre negli States il dibattito sul Genius ACT, la proposta di legge per normare le stablecoin sta entrando nel vivo, c’è chi cerca di anticipare il mondo che sarà – soprattutto ai piani alti della finanza.
Nel corso del ciclo attuale, non sono stati né Bitcoin né Ethereum, né tantomeno il resto della truppa crypto a guidare le danze.
È stato il mondo stablecoin – ormai di grande rilevanza anche politica (è al centro dello scontro tra USA e Unione Europea) e finanziaria. Tutti vogliono il proprio stablecoin, Ripple compresa. Tant’è che comprendendo la direzione che stavano prendendo certe questioni, ha lanciato il suo RLUSD a fine 2024.
Con un problema: recuperare il terreno perso nei confronti di Tether e di USDC sembra essere ormai impossibile.
Da qui la prima mossa, quella di acquistare Hidden Roads, prime broker del settore tradizionale che offre anche scambi in crypto. L’obiettivo? Integrare RLUSD all’interno di certe negoziazioni, così da renderlo più rilevante.
Ci sono state anche diverse mosse minori, come la collaborazione con Ondo Finance, sempre in tema RLUSD. Così come ci sono stati tentativi di sbarcare su exchange di una certa rilevanza.
La mossa (tentata) più importante rimane però quella dell’offerta a Circle. È una società che sta cercando di quotarsi in borsa, che ha già una discreta diffusione con il suo stablecoin e che al tempo stesso ha ottimi legami politici.
È però anche una società che produce profitti molto risicati – e che in molti hanno dubitato possa valere quei 4-5 miliardi messi sul tavolo da Ripple (e rifiutati).
Sarà questa con ogni probabilità la battaglia che Ripple proverà a vincere, mentre forte di una tesoreria molto solida – e della fine delle cause negli USA – cercherà di strutturarsi sempre di più come società finanziaria pura.
Il suo token, XRP, seguirà probabilmente successi e insuccessi di questa strategia, a prescindere dal fatto che sia incluso o meno nelle nuove attività.
O più in breve, chi sta sostenendo Ripple con gli investimenti in XRP, dovrà continuare a trattare questo token come uno specchio dei successi e degli insuccessi del gruppo.