Ieri 8 maggio c’è stato il primo stop per il GENIUS ACT, l’insieme di normative che dovrebbero regolamentare il settore stablecoin negli USA. Uno stop per un voto procedurale che è arrivato dopo il dietrofront di alcuni democratici che pur erano d’accordo con la legge, almeno in principio e durante la prima stesura.
Stop al voto procedurale che rallenta il cammino della regolamentazione stablecoin e crea un gigantesco caso politico. È questa infatti la parte di regolamentazione che più interessa la Casa Bianca, in quanto ritenuta funzionale all’espansione del dollaro in ambito digitale (e anche per la collocazione di quantità importanti di debito pubblico).
Tant’è che lo stesso Trump, subito dopo le elezioni, aveva invitato il Congresso a procedere con il massimo della velocità possibile. E invece, al primo giro della proposta di legge, arriva lo stop. Stop che non sarà decisivo ma che con ogni probabilità darà il via anche ad un giro di contrattazioni.
Il segretario del Tesoro Bessent è furioso
A fermare la legge sulle stablecoin è stato per ora il Senato, che è stato oggetto di una dura reprimenda anche da parte del Segretario del Tesoro Scott Bessent, che ha tuonato su X:
Affinché stablecoin e altri asset digitali abbiano successo a livello globale, il mondo ha bisogno della leadership americana. Il Senato ha mancato un’opportunità per offrire quella leadership oggi, bloccando il GENIUS Act.
Questa legge rappresenta un’opportunità che capita una volta ogni generazione di espandere la dominance del dollaro e l’influenza USA nell’innovazione finanziaria. Senza di questa legge, le stablecoin saranno soggette a una miriade di regolamentazioni statali invece che a un framework federale che permetterà maggiore crescita e competività.
E ha poi ricordato al Senato USA che è il mondo intero a guardare il percorso di un’approvazione che dovrebbe essere fondamentale appunto per questa categoria di asset – le stablecoin – e la loro affermazione in tutto il globo. Tutto questo nonostante in realtà altrove si sia già arrivati a regolamentazioni (vedi il MiCA) e nonostante la crescita del settore anche in assenza di regole, almeno nel senso in cui le intende la classe politica.
Scontro duro, ma c’è possibilità di arrivare a destinazione
Nonostante lo stop di ieri, ci sono in realtà ottime possibilità che si arrivi a destinazione con questa legge anche in tempi relativamente brevi. Tuttavia, per il particolare funzionamento del senato USA (per evitare il filibustering sono necessari 60 voti su 100), si dovrà andare necessariamente a pescare anche tra le fila dei democratici.
C’è ancora tempo per discutere e magari accontentare simbolicamente chi si sta opponendo alla legge, che tra le altre cose fa parte di uno schieramento che pur ha trascorsi importanti nel settore – e non sempre del miglior tipo.