Ci sono importanti novità – che poi sono legate anche all’inflazione di cui oggi avremo il dato definitivo per luglio. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo che sospende per ulteriori 90 giorni i dazi da applicare alla Cina. Al contempo la Cina ha confermato a sua volta una sospensione ai dazi aggiuntivi che avrebbe applicato agli USA.
Non è una soluzione definitiva: è un’ennesima sospensione mentre vanno avanti i negoziati e mentre in realtà c’è poco, anzi molto poco in termini di concreti passi avanti. La cosa è comunque positiva per tutti gli asset risk on – compresi Bitcoin e crypto.
Altri 90 giorni… di passione?
Saranno in primo luogo altri 90 giorni di mancate pressioni rialziste sull’inflazione per i prodotti che arrivano dalla Cina, che è una delle preoccupazioni principali per tutti i mercati.
Quando in Italia era la tarda serata di ieri, sono infatti arrivati importanti aggiornamenti proprio dalla Casa Bianca, con Donald Trump che ha firmato un Ordine Esecutivo che impone uno stop di altri 90 giorni ai dazi da applicare alla Cina. Cosa che è stata frutto di un accordo, dato che anche la Cina ha a sua volta sospeso i dazi per un periodo identico.
- Perché i dazi preoccupano (quasi) tutti?
Nella lettura di Federal Reserve, che è poi quella maggioritaria per gli economisti e gli analisti ortodossi, i dazi avranno un impatto importante sull’inflazione. Si crede sia di breve periodo, ma questo non vuol dire che non sarà dannoso, in particolare in una fase che dovrebbe essere decisiva per decidere i tagli ai tassi a settembre o meno.
- Lo stop è una buona cosa per i mercati?
I mercati non hanno reagito granché alla diffusione della notizia, se non con un lieve e quasi impercettibile recupero, con Bitcoin che è tornato sopra i 119.000$ e Ethereum che ha invece recuperato i 4.300$.
Nel complesso si tratta comunque di altri 90 giorni senza le pressioni rialziste sull’inflazione causate dai dazi. Tre mesi che sono una finestra relativamente importante e che potrebbe dare una mano ad avere letture non troppo negative dell’inflazione per le prossime settimane.
Il perché del dietrofront
Per chi è più interessato alle questioni politiche: sembra che il dietrofront sia frutto di trattative serrate con la controparte cinese, con il raggiungimento di un accordo preliminare con però ancora tanti punti da discutere.
In una situazione del genere il miglior modo di procedere per entrambe le parti coinvolte è quello di rimandare la scadenza oltre la quale sarebbero entrati in vigore dei dazi punitivi e che per molte categorie merceologiche avrebbero finito per annientare import e export.
I riflessi sui mercati
Sono relativamente importanti, anche se si dovrà raggiungere un accordo definitivo entro la scadenza da un lato per scongiurare eventuali peggioramenti dei rapporti commerciali tra i due paesi, dall’altro per scongiurare la conseguente pressione eventuale sui prezzi e dunque sull’inflazione.
Rimarrà pertanto necessario seguire molto da vicino questa situazione, anche per chi investe soltanto su Bitcoin e crypto.
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