Nonostante ne avesse, almeno sulla carta, i requisiti, Strategy non è stata inserita all’interno dell’indice S&P. Un indice che avrebbe comportato investimenti passivi importanti da parte di ETF e di altri strumenti che replicano l’andamento di questo indice.
Invece no: sono state preferite a Strategy Applovin, Robinhood e Emcor, con il mondo crypto che avrà come “nuovo” rappresentante nell’indice $HOOD, che deve una parte rilevante dei propri profitti proprio alle attività crypto che offre ai propri clienti.
Per requisiti avrebbero dovuto includerla
Per tutti i requisiti noti per l’inserimento in S&P 500, Strategy avrebbe meritato l’accesso. Tranne che per uno: la discrezionalità del comitato che decide appunto chi può essere inserito e chi no all’interno di quello che è l’indice più importante al mondo.
- Perché hanno escluso Strategy?
Storicamente S&P 500 è piuttosto cauta per quanto riguarda gli inserimenti nell’indice. E non è la prima volta che si rifiuta di inserire un titolo che – per capitalizzazione – avrebbe avuto diritto all’accesso.
Non sembrerebbe trattarsi di un accanimento – come hanno scritto in diversi sui social – verso una società che si occupa principalmente di Bitcoin.
| REQUISITO | |
|---|---|
| Domiciliata negli USA e con la maggior parte dei ricavi negli USA | ✅ |
| Su una borsa principale degli Stati Uniti | ✅ |
| Capitalizzazione almeno nell’85esimo percentile | ✅ |
| Trading di almeno 250.000 azioni nei 6 mesi precedenti | ✅ |
| Ultimi 4 trimestri consecutivi a profitto | ✅ |
| Ultimo trimestre in profitto GAAP | ✅ |
| Parere privato del comitato | ❌ |
Cosa può essere successo?
Difficilmente S&P 500 pubblica motivazioni sulla mancata inclusione di un titolo all’interno del proprio indice. Per quanto riguarda $MSTR c’è però la possibilità che abbiano concorso all’esclusione diversi fattori:
- Decisione interna
Il comitato che decide l’inclusione ha pieni poteri e non deve giustificare nulla a nessuno. È un processo storicamente opaco, che però sembrerebbe incontrare comunque il favore degli investitori.
- Problemi con le attività di Strategy?
Potrebbe essere il caso, dato che Strategy non ha di fatto ormai un’operatività di alcun tipo oltre l’accumulo di Bitcoin. E potrebbe essere un problema per S&P 500, o meglio, per il suo comitato.
- Problemi con Bitcoin?
Assurdo anche soltanto pensarlo. In S&P 500 ci sono già società che operano nel settore – vedi Coinbase – che entrata nell’indice in maggio.
Il vittimismo servirà pertanto a poco. È, nel caso, un problema di $MSTR che non è detto che venga superato. Il prossimo appuntamento sarà a dicembre.
Perché era così importante?
Perché essere in S&P 500 vuol dire essere inclusi automaticamente in ETF e altri veicoli finanziari che replicano direttamente l’andamento dell’indice comprando le azioni che compongono lo stesso indice.
Società di capitalizzazione comparabile a Strategy valgono oggi lo 0,16% di peso specifico all’interno dell’indice. Vuol dire che per ogni 100$ investiti in prodotti che replicano l’andamento dell’indice 16 centesimi avrebbero dovuto essere investiti in Strategy.
Sarebbero stati investimenti miliardari, dato che i primi 5 prodotti negli USA che replicano l’indice valgono:
| ETF | AUM |
|---|---|
| Vanguard S&P 500 VOO | 736 miliardi di dollari |
| iShares S&P 500 Core IVV | 660,9 miliardi di dollari |
| SPDR S&P 500 ETF Trust $SPY | 655 miliardi di dollari |
| SPDR Portfolio S&P 500 ETF $SPGL | 83 miliardi di dollari |
| Invesco S&P 500 Equal Weight ETF | 73 miliardi di dollari |
L’inserimento nell’indice porta anche a un repentino aumento di prezzo. Dalla comunicazione dell’inserimento $HOOD / RobinHood ad esempio ha guadagnato il 6% circa.
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ma guarda questi che non fanno entrare un Ponzi nell’S&P500… non c’è proprio più religione!
Assurdo anche soltanto pensarlo. In S&P 500 ci sono già società che operano nel settore – vedi Coinbase – che entrata nell’indice in maggio.”
Eh non sono proprio d’accordo: Coinbase&co guadagnano dalle commissioni sul trading, che è cosa ben diversa e solo tangenzialmente legata (e, soprattutto, che solo tangenzialmente contribuisce) al successo e alla penetrazione nella società di Bitcoin.
Strategy ha i destini legati e un ruolo molto più diretto: i capitali raccolti da Coinbase non finiscono in Bitcoin, quelli di Strategy sì.
Quindi, non ci sono certezze ovviamente, ma l’ipotesi “resistenza della tradFi a Bitcoin” come contributo alle motivazioni dell’esclusione resta decisamente sul tavolo 😉
ghibli79, a mio modesto avviso ha impattato, ad oggi, certamente più Coinbase sulla diffusione di Bitcoin che Michael Saylor. Poi chiaramente dipende da cosa intendiamo per diffusione. Avere 10 aziende che lo copiano per me non è diffusione. Avere una certa praticità e comodità di accesso sì.
Sì, certo. Ma mettere MSTR nell’indice significa allocazione automatica di capitale su Bitcoin, non altrettanto con COIN.