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Gli ETF Bitcoin e Ethereum chiudono la settimana nel peggiore dei modi, con fuoriuscite di capitale consistente da entrambi, anche se in quantità complessive inferiori a quelle di giovedì. Per Bitcoin è il terzo giorno di seguito di outflow, mentre è il secondo per Ethereum, che in questa fase, in via generale, sembrerebbe tenere meglio.
È un segnale della situazione di mercato più generale – e delle tensioni che si stanno accumulando sulle piazze tradizionali? Oppure è un caso specifico del mondo crypto, con la disaffezione di Wall Street che potrebbe essere cresciuta in seguito al crash del 10 ottobre?
Sofferenza, ancora, a Wall Street
Le turbolenze sui prezzi di Bitcoin e del resto del mondo degli asset digitali si riflettono anche a Wall Street, con un’altra giornata, la terza, di fuoriuscita di capitali dagli ETF.
Va subito notata una cosa: quando parliamo di outflow parliamo di capitali che escono letteralmente dagli ETF, perché i market maker, sfruttando discrepanze di prezzo causate dalle vendite di questi prodotti da parte degli investitori, raccolgono quote, le inviano all’ETF e si fanno restituire capitale. Sono numeri dunque concreti sia quando sul grafico c’è il numero positivo, sia quando invece c’è il numero negativo.
Su Ethereum la situazione è pressoché identica. A fronte di una performance migliore negli scorsi giorni, abbiamo infatti avuto degli outflow che – in rapporto – pesano molto di più quanto pesino su BTC.
Un momento non entusiasmante, che però almeno ad avviso di chi vi scrive può essere ricondotto a questioni diverse ma convergenti:
- Preoccupazioni per le banche regionali USA;
- Incertezze che riguardano anche la geopolitica;
- Generale sentimento di risk off che ha coinvolto anche le borse tradizionali;
Una situazione complessivamente tesa, che però già nella giornata di scambi di venerdì sembrerebbe aver aperto a spiragli di maggiore tranquillità.
Si prolungherà l’attesa per l’arrivo dei nuovi ETF
Sarà destinata a prolungarsi l’attesa per i nuovi ETF, tra i quali gli attesissimi su Solana, dato che saranno lanciati anche da Fidelity.
Non ci sono stati passi avanti significativi infatti per la fine dello shutdown, la particolare condizione in cui si trova il governo federale degli Stati Uniti, che porta alla paralisi di tutte le attività che non sono da considerarsi come necessarie.
Prima della fine dello shutdown e dunque del ritorno di SEC alla piena operatività, non ci sarà verso di vedere approvare nuovi prodotti.
Dato il momento, forse qualche giorno di attesa in più non sarà poi così negativo.
